lunedì 3 gennaio 2011
Pianto nuovo
L' Umanità svuotata,
stritolata in nefande contraddizioni,
adescata da leccornie venefiche,
di cui non si avvede e
non vuol più sapere.
Ogni male, maggiore del precedente;
più colpevole la cecità.
Terrorizzata dall' inconsistenza,
bramosa d' esistere,
a prescindere gozzovigliando,
sorvolando il come,
indifferente al perché.
Ogni sua cellula corrotta,
fin nell’ oscuro nucleo.
Ingorda di lusinghe,
ignorante d' Amore.
Aggrappata a parole bugiarde,
in cui comincia a credere,
scandalosamente ottusa.
Inganno.
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di chi sarà la colpa di tutta questa umanità svuotata...?
RispondiEliminala massa che si confonde nela massa perde l propria identità.
scusa l'assenza di questi giorni, vorrei sempre poter leggerti e scriverti!:-)
c.
Tanti singoli individui fanno la massa ed una volta ammassati subiscono l' orrenda metamorfosi. L' illusione di non essere soli, d' essere meno vulnerabili, di amplificare le loro potenzialità, li condanna alla definitiva dimenticanza della loro originaria integrità. E' la corruzione, di spirito e di carne.
RispondiEliminaL'umanità è una bestia acefala e terrificante, un enorme cinghiale che sconvolge la terra, e nondimeno tutti quanti ne dipendiamo completamente, proprio come pidocchi annidati nel suo pelo. Come dei figli intelligenti inviati al collegio prestigioso da padri delinquenti, non ci conviene cogliere la situazione nella sua interezza. E allora compartimentiamo la coscienza, invertiamo gli ordini causali.
RispondiEliminaElio
Caro Elio, la similitudine è perfetta: "pidocchi annidiati", nell' accezione, un po' indegna, di parassiti. Soprattutto a causa di un' insopportabile presunzione, di una totale mancanza di senso della misura.
RispondiEliminaEd aggiungo che, nella sua prospettiva generale, a sua volta questa indifferenziata massa, potrebbe essere vista con gli occhi di Micromega del buon Voltaire, il quale, com' è noto, era "alto otto leghe, voglio dire ventiquattromila passi geometrici di cinque piedi ciascuno". Quando dalla sua Sirio capita sulla Terra non vede nessuno e niente di interessante se non qualche pozzanghera e qualche zolla. Poi gli par di udire delle voci flebili e lontanissime e, con l' ausilio di una sorta di microscopio artigianale cosmico, s' accorge della presenza di omini gesticolanti da un guscio di noce: sono filosofi e scienziati di ritorno da una spedizione.
Vero stupore, per lui, capire che quei microbi invisibili pensano, fan di calcolo e parlano!
Micromega volle lasciare loro in omaggio il 'libro del senso della vita', e quelli, fattolo esaminare all' Accademia delle Scienze, videro che era completamente bianco.
Voglio dire che accolgo, pertanto, la tua ultima esortazione, anche perché non abbiamo poi chissà quale altra alternativa...
Grazie delle tue visite.
Morena