martedì 5 maggio 2020

Cicalare pallido e distratto

Mi chiedo continuamente -e senza sarcasmo o, peggio, sottile ipocrita autocompiacimento- se essere così decisamente precipitata nella mia attuale situazione in cui la quasi totalità delle esternazioni  verbali sulla quasi totalità degli argomenti, in particolar modo pubbliche, giornalistiche e social mi pare uno stupido cicalare, sia una malattia. In definitiva mi preoccupa un poco la mia conclamata idiosincrasia per qualsiasi liturgia della comunicazione la quale, puntualmente, mi suona prima fuorviante e poi mortalmente noiosa.

Sta di fatto che a me pare che il messaggio della Botteri in questi giorni in risposta all'idiozia dell'attacco ricevuto che mi sembra vertesse sulle sue personali scelte estetiche fosse ben preciso e mirato e non avesse davvero il minimo interesse a comunicare qualcosa che suonasse come giustificazione nel merito.
La giornalista ha approfittato dell'occasione per sussurrare alla maggioranza delle sue colleghe, alcune delle quali si ammantano di un'aura da paladine del riscatto femminista ad ogni occasione, che l'apparenza non inganna mai e che se non si ha il coraggio di apparire come si è allora esiste un problema con se stesse con conseguente, talvolta dolorosa, contraddizione.
Se la suddetta contraddizione non è dolorosa, allora ciò che si predica a proposito di dignità, pari opportunità, rifiuto del sessismo, ecc. ecc., è in malafede.