venerdì 1 luglio 2022

Piccola anima smarrita e soave -11- il vizio sottile

 

Pur non detenendone la minima corresponsabilità, neppure io riesco a perdonarmi per essere nata e nel contempo comprendo perfettamente quanto sia ingiusta verso me stessa l’assunzione di una simile colpa in virtù anche della considerazione che l’intollerabilità della vita non ha una netta e chiara   sola causa oggettiva ma entra in rapporto diretto e subisce pesantemente le infiltrazioni e le responsabilità delle esistenze di altri soggetti, della cultura imperante e del consorzio umano in particolare.

Quello che lo disse -tra l’altro non un tizio anonimo-, non conosceva neppure il surplus della nausea arrecata dalla vessatoria necessità di sporcarsi le mani nel tentativo di materialmente sopravvivere, dato che riuscì a farlo vendendo le sue filosofie e non disdegnando, all’occorrenza, di esercitare lo scrocco.

Serve una certa spregiudicatezza ed  un solido narcisismo anche nel credere a se stessi a sufficienza, ossimoro  in fondo singolare in chi dichiara dannosa la vita: che c’è da credere, poi, se si è, per intrinseca natura, a propria volta e di conseguenza, dannosi?.

(E se in principio davvero era la musica, quale potrebbe essere la colonna sonora di una libera morte? Epitaph dei King Crimson, sì. Colonna sonora di una morte e della vita in questo tempo e non solo in questo, in fondo. “Confusione, sarà il mio epitaffio”; “confusione” è ciò a cui conduce perfino la più corposa conoscenza, sempre che si sia disposti ad esercitare la rigorosa onestà intellettuale nell’ammetterlo.)

 

Nel frattempo cerco di mantenere quanto meno l’incorruttibilità del fardello dei miei valori, a modo mio, consapevole che le conseguenze saranno anche ciò che mi estinguerà relativamente presto.

Subisco una sorta di fascinazione inebetita nell’osservazione della tranquillità e cauta gioia altrui.

La felicità è uno psicotropo, non si addice alla lucidità.

Sono stupefatta che il privilegio della serenità, almeno relativa, oggettivamente appannaggio degli animali sazi e lontani dal pericolo, possa appartenere a qualche umano.

Come fa?

Com’è possibile se anche un solo bambino muore di fame, un diseredato di stenti ed umiliazione, un innocente di bombardamenti, un animale di crudeltà?

E come si inalberano, i moralisti e gli stupidi, quando irridi le loro misere certezze pacificanti e la loro cecità!

 

Ho perduto quasi tutti i miei amati interlocutori, qualcuno perché prematuramente scomparso, qualcuno perché ingenuamente sovrastimato, qualcuno perché bugiardo, qualcuno per distrazione.

 

Ed allora, piccola animuccia orfana di fratellanza, come farai?