lunedì 16 luglio 2018

Tipi -28- i vecchi (porci)


Alla fine arriva il momento in cui comprendiamo la sostanza più corposa e pregnante della nostra vita, di solito in un letto d'ospedale od in sua prossimità, e generalmente è troppo tardi per rivoluzionarsi di conseguenza, adottare le necessarie strategie per porre rimedio agli errori madornali commessi per ingenuità o in seguito a valutazioni fantasiose ed  accettare con il necessario stoicismo e realismo d'essere spaventosamente soli con le nostre ancestrali angosce risultanti  definitivamente intraducibili e soprattutto prive di qualsiasi interesse per chiunque altro.

Ci pare di aver fatto del nostro meglio, in fondo, ma è evidente nel contempo che non è vero, dato che l'approdo di una vita si identifica quasi sempre in una spassionata generalizzata amarezza.

Peccato che saggezza, altruismo, amicizia non siano quasi mai la risposta naturale di siffatta crisi.

Conosco persone anziane affette da recriminazioni che mi ripugnano: ottantenni senz'ombra d'anima, caparbi materialisti, disumanizzati nichilisti che nella loro cieca corsa verso il nulla, ai bordi dell'abisso nero che presto li inghiotterà, si ostinano a desiderare qualche surrogato, sempre squallido e triste, di piacere.
Il bisogno edonico ha in loro spadroneggiato sempre e persiste, senza che essi si avvedano di come li abbia condotti ad una pochezza intellettuale (per non evocare alcuna morale) assoluta.

A me, che parlo d'anima pur nel mio assoluto ateismo, ridono in faccia, perché nulla conta di più, per questi tristi tipi, della vanagloria e delle loro avvizzite gonadi.