martedì 4 gennaio 2011

L' ingranaggio della sventura

"... Tutto sommato, tranne qualche eccezione, le opere di second' ordine o di ordine inferiore si adattano meglio all' élite e quelle di primissimo ordine sono più adatte al popolo.
Per esempio, quale intensità di comprensione potrebbe nascere da un contatto fra il popolo e la poesia greca, che ha quasi per unico soggetto l' infelicità! Però bisognerebbe saper tradurla e presentarla. Un operaio, per esempio, che ha fitta nelle ossa l' angoscia della disoccupazione, capirebbe lo stato di Filottete quando gli vien tolto l' arco, e la disperazione con la quale fissa le proprie mani impotenti. Capirebbe anche che Elettra ha fame, cosa che un borghese, meno che nel momento attuale, è assolutamente incapace di capire (compresi gli elettori dell' edizione Budé)."

Giorgione-Filottete a Lemno

"... Beninteso, gli stessi operai dovrebbero avere gran parte in tale costruzione [costituire una produzione industriale e una cultura spirituale tale da permettere agli stessi di essere e sentirsi a loro agio. ndr]. Ma tale parte, per la natura delle cose, crescerebbe nella misura in cui si effettuasse la loro liberazione reale. Essa è inevitabilmente ridotta al minimo finché gli operai si trovano presi nell' ingranaggio della sventura."
(Simone Weil- La prima radice)


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Ecco, una dose di  antica malinonia...



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