mercoledì 26 giugno 2019

Tipi -29- I sedicenti puri

Alcuni di loro perseguono a parole la giustizia sociale e la verità (per quanto amara), denunciando le contraddizioni del Sistema, ma nascondono la faccia dietro una maschera.
Sono, in genere,  sprezzanti e narcisisti, tronfi d'orgoglio malcelato, amici soltanto di chi li adula e li ammira o, nascostamente, di chi avvertono culturalmente ed intellettualmente superiore.
Ciò, a prescindere sia dalla sostanza, sia dalla forma, sia dalle contraddizioni più palesi, perché quello che davvero li traina, nel profondo, è la vanità.
Spesso quando di genere maschile, sono misogini e la loro superbia -rivelatoria di debolezza- li colloca irrimediabilmente tra i peggiori epigoni del peggior dottor Freud.
Dubito che nel Sistema perfetto saprebbero che farsene di sé, dubito che nell'utopistico mondo senza classi sarebbero migliori.
Le anime belle lo sono a prescindere da qualsiasi situazione e continuano, continueranno o continuerebbero, ad essere più rare degli unicorni.
 

venerdì 7 giugno 2019

Appunti antropocentrici -10-

Sulle prime, ad un esame frettoloso ed appena sfiorato del pensiero stesso, sono incline a classificare la mia sofferta reticenza ad una forma di pudore che induce la pervicace determinazione a non richiedere ad altri un aiuto -di cui avrei massimo bisogno- che non sia spontaneamente offerto: per non essere fagocitata dallo stato d'ansia generalizzata basterebbe la vicinanza fisica di un essere umano positivo, perfino se non brillasse in modo particolare d'empatia.
Non è così, invece: crederlo equivale a minimizzare la reale portata del problema, che è molto più grave.
Non chiedo aiuto perché so che mi verrebbe negato, per indifferenza sostanziale o per inettitudine a prestarlo.
Credo d'essermi vaporizzata, nell'ultimo decennio, sì che ora di me s'intuisce solo l'ombra: poco interessante, per nulla utile o divertente.
Resto una persona pratica perfino con le sinapsi impazzite. 

"La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza." (P.P.Pasolini)
Questa è la tragedia.