domenica 20 novembre 2011

Tipi -3-

Si rivelano quasi immediatamente attraverso una caduta di stile più o meno incresciosa.
In quest' ultimo campo esiste una grande varietà di sfumature che vanno dalla leggera, appena increspata, opacità rispetto al colore di base alla più sfacciata deturpazione, in cui l' eccesso di intensità offende la vista.
Qualunque sia, comunque, lo scarto dall' ideale purezza prescritta, sia esso lieve o pesante, ciò che esso dimostra e sancisce è sempre  una sostanziale grettezza d' animo.
L' animo gretto non può aspirare ad alcuna emendazione: la delicatezza e la nobiltà del sentire non si possono apprendere né mutuare. Seppure dopo lunghi esercizi e tentativi, e nonostante lo sforzo di autocontrollo, lo spirito gretto troverà, del tutto autonomamente ed a dispetto delle intenzioni del suo ospite e custode, il modo di rivelarsi inequivocabilmente, sancendo così, per l' ennesima volta ove ve ne fosse bisogno, l'assoluta saggezza del vecchio adagio che vuole l' idea spesso lontanissima e talvolta contraria alla conseguente azione.

La grettezza morale è democratica ed equamente distribuita, come l' influenza virale: nessuna differenza di casta, censo, genere, istruzione.

Il terreno ideale della sua manifestazione è, come facilmente si può intuire, l' approccio interlocutorio uomo-donna.
L' incontro di due universi sconosciuti, potenzialmente tanto complessi e ricchi fornisce quanto di più esemplare si possa desiderare per la verifica.
Che, nel 99% dei casi, conferma la schiacciante predominanza dell' istinto grossolano ed utilitaristico, sempre edonistico, su qualsiasi altro fine di un rapporto, anche occasionale.
Le circumnavigazioni sulle argomentazioni erotico-sentimentali sono quasi matematicamente certe.
Monotonia assassina.
Esiste davvero soltanto un modo di darsi piacere, da umani? La conoscenza, la meraviglia, l' acquisizione tutta intellettuale -per una volta senza fluidi, incorporea- del nuovo, non è altrettanto -se non di più- seduttiva?
Imparare, interpretare, non è ... bellissimo?


*

Con un caro amico abbiamo favoleggiato, letterariamente, sulla comunicazione 'extra-sensoriale' possibile tra sconosciuti. Ci si beava del sogno che gli occhi potessero trasmettere ad un altro simile, senza il supporto di alcun altro convenevole, la tenerezza e la commozione d' avvertire in sé la burrascosa mescolanza di lacrime inespresse e commozione sublime che sono privilegio e dannazione della condizione umana.
Ma la realtà -ci siamo detti- ci banalizza e ci riduce, e -aggiungo io- brutalizza ogni immaginazione che si desiderava empatizzare  e che pur sappiamo esistere in occulta verità ma irrimediabilmente murata tra i merli e le pur magnifiche guglie dei nostri singoli ed inespugnabili castelli di ghiaccio.

Non ci è dato il linguaggio comune dell' anima; la condanna di troppa potenziale bellezza è la crudeltà di una sostanziale inconsolabile solitudine.
E' una tragedia.
E l' ennesima indefettibile prova che Dio non c' è.

2 commenti:

  1. Buona sera mia cara :-)
    volevo informarti che per ora sei la primadonna tra i miei link nel nuovo blog !
    sto facendo rodaggio...sono imbranatissima!

    C.

    RispondiElimina
  2. Buongiorno Carla, e grazie, allora per questo onore :-)

    RispondiElimina