Al solito bar, stamattina, per il solito, ennesimo, caffé.
Solita noia, solite facce anonime ed indifferenti. Reciprocamente. Democraticamente e correttamente indifferenti.
Solita gente -anche-, ammiccante con il barista, il quale, professionalmente, deve pur ostentare simpatia che forse non prova.
(Si tratta di un'arcano irrisolto: "Perché la gente ci tiene così tanto, ma proprio sempre così tanto tanto, ad ammiccare con i baristi?". E' una questione sociologica che mi attizza infinitamente da sempre.)
Beh: è il gioco delle maschere. Vecchio come il mondo. Triste come il mondo. Nulla di degno di nota.
Se non che, ad un certo punto, la tizia che parlava al cellulare termina la sua telefonata e continua una sua evidentemente già prima in atto conversazione con un' altra tizia.
In tono confidenziale, pare: si vede che un po' si conoscono.
E parlano -intuisco- di una persona terza, nota ad entrambe, non so a quale livello.
Niente di che.
Ma, poco prima di varcare l' uscio per andarsene, la tizia-1 conclude a dire, con ostentato disprezzo, alla tizia-2: "... e poi, quella è una sporca rossa".
Allora, che volete, io sono trasecolata, pur se intimamente.
Ho provato un implosivo, educatissimo, invisibile ma portentoso sentimento di furore.
Perché non si può ancora, oggi, sentir proferire una simile vetusta formula senza battere ciglio e men che meno nelle nostre edulcorate, viziate, fascisteggianti democrazie occidentali: necessariamente esse stimolano l' insorgenza di altri sospetti, conclusioni, ipotesi.
E mi sono immaginata, allora, che la tizia-1 potesse aver affibbiato con tanta frustrata acrimonia l' antigienico aggettivo alla persona assente di cui parlava per ragioni molto più personali che politiche, come, ad esempio, il fatto che tizia-1 non vorrebbe sentire da alcuno affermare che "le tasse le dobbiamo pagare tutti in ragione delle rispettive capacità contributive", che si deve -TUTTI- rigar dritti e rispettare le leggi, oppure anche -e Dio non voglia!- che qualsiasi privilegio di casta e censo è ingiusto ed immorale e che l' accumulo dei patrimoni ha qualcosa di sempre sospetto: insomma, tutte robe che di solito dicono i luridi rossi.
Così, tra me e me, una volta vistala uscire dal bar, ho sentito una vocina che le si è così rivolta:
"Buona giornata, incommensurabilmente grande stronza..."
Mi unisco alla vocina
RispondiEliminaCaro Luca :-)
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