mercoledì 6 aprile 2011

Folle - masse - media e politica. -3-

(segue post  -1- in data 30/3/2011 e -2- in data 1/04/2011)

In America. Allarmismi e psicologia.

Theodor W. Adorno e Max Horkheimer, fondatori della Scuola di Francoforte trasferitasi a New York con l' avvento della dittatura nazista, asserivano che la pubblicità commerciale in America non è diversa dalla propaganda nazista in Europa, perché "film, radio e settimanali costituiscono un sistema", il cui risultato è "l' inganno totale delle masse". Goebbels aveva già identificato la pubblicità come l' art pour l' art, réclame di sé stessa, pura esposizione del potere sociale.
Naturalmente, essi sapevano perfettamente che il controllo dei mezzi di comunicazione di massa non è in sé sufficiente a porre qualche aspirante dittatore al potere ad esercitare il totale dominio: deve concorrervi anche qualche altro elemento sociale importante che, nella fattispecie, può essere individuato in ciò che Marx, nella sfera economica, aveva individuato nella società industriale capitalistica che trasforma persone e beni in merce, e che può essere esteso, secondo i capiscuola francofortesi, anche alla sfera culturale.
La cultura, infatti, che altro non è che l' insieme dei beni spirituali, una volta trasformata essa stessa in industria, comporterà il livellamento delle coscienze, la loro banalizzazione, la dissolvenza dell' apporto di ciascuna identità, il dilagante conformismo.
Ecco che il singolo, frustrato ma bisognoso di identificazione, diventerà più facilmente vittima di possibili manipolazioni della società di massa, identificandosi con qualche uomo-forte, con un capo.

In America, però, dall' insediamento di Roosevelt, la comunicazione seguì un andamento diverso da quello della propaganda nazista. La differenza può essere sintetizzata nel carattere "pluralistico" del potere, oltreché nella disponibilità di fonti di informazione e comunicazione assai maggiore di quelle disponibili in Europa.
Anche lo stile comunicativo è diverso: ad analizzare le arringhe gesticolanti, aggressive e rabbiose di Hitler davanti a folle oceaniche e, per contrasto, i discorsi accanto al caminetto, appassionati ma pacati, di Roosevelt, trasmessi alla radio e seguiti da milioni di famiglie, lo si può cogliere perfettamente.
Il continuo richiamo alla vita privata, agli affetti, il "lieto fine", che favorisce l' ottimismo conflittuale, tipici della produzione cinematografica americana, diffondevano "un' immagine della società  che tende a favorire orientamenti politici di tipo riformistico" (Franco Rositi).
Come osserva, però William Kornhauser, nel suo trattato The politics of mass society, la società di massa è sempre a rischio d' impatto con i totalitarismi, proprio perché essa, causando la frammentazione sociale, può lasciare spazio ad organizzazioni estremiste che sfruttano la condizione di isolamento dei singoli spingendoli alla mobiliazione.

Senza vero senso di appartenenza una società diventa vulnerabile.

Nella società di massa, uno dei grandi pericoli è l' effetto che può essere ottenuto con la circolazioni di voci allarmistiche ed il conseguente dilagamento della paura.



Arcinoto è il caso della trasmissione radiofonica in cui Orson Welles, nel 1938, sceneggiò un noto romanzo di fantascienza, "La guerra dei mondi", in cui si narrava l' invasione della Terra da parte di marziani dalle bellicose intenzioni per il Pianeta. Siccome lo speaker, nella trasmissione, fingeva di effettuare la radiocronaca in diretta dell' evento catastrofico -con interviste a polizia e a testimoni oculari, nonché appelli alla popolazione provenienti da sedicenti autorità governative-, successe che, nella realtà,  migliaia di persone, terrorizzate si riversarono sulle strade o intasarono le centrali telefoniche con richieste disperate di istruzioni ed aiuto.
Vari feriti, un caso di suicidio: su un' audience di sei milioni di spettatori, oltre un milione e duecentomila ebbero criso di ansia e di panico.
Ma com'è possibile perdere in questo modo, ed in massa, la testa?

Si trattava, in quel preciso momento storico, di una sorta di reazione del senso comune a motivi generali di apprensione: fine anni Trenta, paura di un conflitto mondiale, insicurezza e preoccupazione dopo un decennio di crisi economica, sensazione di essere in balia di eventi incomprensibili e ingestibili.

I media, possono , logicamente, essere usati anche per ottenere mobilitazioni di massa a sostegno della democrazia. Gli studios americani sfornarono decine di film il cui scopo era quello di far identificare la gente comune con il destino della nazione in guerra, attraverso un misto di sentimentalismo ed eroismo. Gli attori si mobilitarono raccogliendo fondi ed offrendo shows per le truppe, gli speakers radiofonici offrirono una sorta di diretta costante con il fronte, comparvero le ragazze-calendario e si arruolarono pure gli eroi dei fumetti, seppur figurativamente.
Churchill ebbe a riconoscere l' efficacia straordinaria nel fornire motivazioni ai combattenti e mantenerne alto il morale.

Ma c' è l' altra faccia della medaglia.
Il 1949 era stato l' anno della paura americana: vittoria dei comunisti in Cina e disponibilità della bomba atomica per l' Unione Sovietica.
Fu così che si rese possibile il fenomeno del maccartismo, una sorta di "caccia alle streghe" basata su presupposti del tutto infondati, che prese di mira gli intellettuali ed esponenti politici progressisti.
La manovra politica, nata a partire dal 1950, ordita dal senatore Joseph Raymond McCarthy, a capo di una commissione d' inchiesta contro alti esponenti della politica, della cultura, dello spettacolo, tutti  in sospetto di intrattenere rapporti con i comunisti, rovinò o stroncò molte carriere.
La stragrande maggioranza delle accuse era totalmente inventata, priva di qualsivoglia prova: calunnie e falsificazioni che, però, grazie alla grande abilità di Mc Carthy nel suscitare paure di massa e brividi nelle folle paventando la fine della civiltà occidentale, fece sì che l' America accettasse la "grande bugia".

" L' enormità della menzogna, la sicurezza con cui veniva profferita, le allusioni a documenti e prove che non venivano esibiti ma restavano simbolici, esemplificati da una cartella nera zeppa di fogli che il senatore lasciava sempre bene in vista e da cui traeva ogni tanto qualche carta, per sventolarla davanti agli interlocutori, fecero sì che le accuse di complicità con i comunisti rivolte a personaggi come George Marshall o Dean Acheson, fossero creduti da molti, a cui sembrò verosimile che persino Truman fosse prigioniero dei rossi o che Eisenhouer avesse per loro delle simpatie. Mc Carthy conosceva bene la logica della diffamazione attraverso i media e sapeva che mille smentite nelle pagine interne di un giornale non pesano mai come un' accusa messa anche una volta sola con grande evidenza in prima pagina." (Carlo Marletti)

In questa operazione, il maccartismo anticipa le strategie odierne di comunicazione politica denigratoria, riuscendo a mobilitare l' odio ideologico per ottenere il consenso: cinquant' anni dopo Clinton subirà un tentativo di impeachment sotto la regia di uno scandaletto a sfondo sessuale davvero discutibile.

(elaborazione scritti di Carlo Marletti)

(segue)





5 commenti:

  1. COME MAI QUESTO?:
    Una volta verificato che un blog, pur se a mio avviso interessante, si avvale -in modo del tutto lecito, intendiamoci-della moderazione dei commenti, mi astengo dal lasciarne qualsiasi altro successivo. Non modero e non desidero essere moderata, dal momento che l' amministratore ha sempre la facoltà di eliminare eventuali insulti o altre manifestazioni di intolleranza lesive della sensibilità generale e delle più ovvie regole del rispetto tra persone civili.

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  2. Significa esclusivamente quel che leggi, né più né meno.
    Forse ho un' idea romantica della rete: un luogo in cui ci si esprime civilmente, ma liberamente.
    Personalmente, l' anticamera della moderazione commenti mi disturba, ma rientra comunque nella libera scelta di ogni blogger, cui la riconosco totalmente.

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  3. qual è l'anticamera moderazione commenti? Piuttosto oltre a te, nel mio blog nessuno, o quasi, commenta
    ciao sono guss

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  4. Buonasera Morena, passo a trovarti e ad augurarti un bella serata, a Venezia il clima immagino sia delizioso come qui sul lago...
    io la moderazione la metto per obbligo quasi, un anno fa c'era una persona anonima che mi lasciava messaggi cattivi...poi io sinceramente non sopporto gli anonimi, chi non ha il coraggio di firmarsi.che motivo ha di farlo?
    vieni a trovarmi...il lago è un incanto...

    a presto
    Carla

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  5. Buonasera a te, mia cara Carla.
    Lo capisco: ho chiuso un blog per ragioni simili.
    Ma non voleva essere una nota di stizza nei confronti di nessuno, sai: soltanto un' opinione espressa in chiaro.
    A presto, un abbraccio.

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