Mio caro amico,
ho ricevuto ieri la tua gradita cartolina da Parigi. Rigidamente in bianco e nero, come sai che preferisco, e di suggestione un po’ bohémienne, fumosa, sfumata, intima.
L’ atmosfera notturna di café di Montmartre, le luci soffuse, la coppia in primo piano. L’ hai fatto apposta a scegliere quello scatto, lo so bene: ad ogni cartolina ti aspetti un romanzo, neanche fossi una scrittrice. E’ il nostro gioco.
Nella scena lei è disposta all’ ascolto, con le labbra atteggiate appena -quasi impercettibilmente- ad un sorriso enigmatico, tutto interiore. La sua è una bellezza sobria, spartana, non ha un filo di trucco, niente è da aggiungere né da eliminare e purtuttavia rimane discreta, quasi invisibile per chi vede solo con gli occhi: l' armonia di un volto pare capace di trascendere i soli sensi di chi la possiede e chi la coglie e rimandare ad una regione dell' anima lontana, o sempre altrove. Lui è concentrato sul viso di lei, e nient’ altro, preso a raccontare qualcosa di divertente, o forse dolce: un ricordo d' infanzia, un dialogo già stato, un sogno dettagliato...
Sono due innamorati?
Si sono conosciuti un attimo prima, per caso, ed ora stanno lì, per svelare il mistero dei loro due universi personali ed occulti?
E’ così: infatti non si toccano e le braccia di entrambi sono ancora conserte, aderenti ai rispettivi corpi, come per naturale riserbo e difesa, come per pudore, come per timore di sciupare un' equilibrio magico ed insperato.
E’ il momento migliore, in assoluto, del rapporto tra due esseri umani: una pagina vergine di futuro possibile.
E’ l’ attimo stregato in cui tutto fluttua nell’ oceano infinito delle mille combinazioni probabili. Raccolti ed uniti ciò che sei stato, ciò che adesso sei, e ciò che potresti essere fra un istante.
Senza l’ ingombro della reciproca conoscenza, ogni sviluppo è ancora potenzialmente possibile: com' è libera quella libertà di sospensione del tempo... "Elle est retrouvée./Quoi? - L'Eternité./C'est la mer allée/avec le soleil."
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Ricordo la generosa digressione sugli sguardi di due sconosciuti ne "La morte a Venezia": nel silenzio, nella titubanza a dar voce a ciò che attira, ma anche spaventa e, soprattutto, potrebbe evaporare nel nulla, lasciandoci ancora soli, si consuma la piccola eternità perfetta di un' anima...
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Ricordi il tipo di sensazione che dà una simile situazione? Se non la conosci...allora non sai quasi nulla.
E’ questa la Magia della Vita: qualsiasi cosa possa succedere, o non succedere, poi, non potrà eguagliare, in nessun modo, la deliziosa tensione del momento dell’ incontro tra due anime sconosciute.
O sono, invece, due amici?
Se così fosse, hanno ben di più del semplice scambio sentimentale e romantico.
Che cosa potrebbe esserci di più gratificante della consapevolezza d’ aver accanto chi ti ama, ma non ti risparmia alcuna critica, se serve, e non vuole a forza possederti, o tarparti le ali, o cambiarti, o costringerti a scelte obbligate?
Lasciamoli lì, a sussurrare fitto fitto quei loro esclusivi segreti; andiamo via in punta di piedi, sgombriamo la scena, portando con noi una sorta di calda malinconia per l’ attimo perfetto che stanno vivendo e che noi, instancabilmente, cerchiamo.
la critica, da parte di chi ci ama, è la cosa che apprezzo di più!
RispondiEliminaè una bellissima lettera questa, piena di atmosfera, leggera e inebriante...traspira tutta di sentimento :-)
a presto
carla
Mi hai smascherata! ... ed io che cerco in tutti in modi di mantenermi razionale e compassata: una donzella d' acciaio...
RispondiEliminaCiao Carla, e grazie.