domenica 27 ottobre 2024

Diari -1-

Quante lacrime, e risa, ed appassionate avventure, e stupore, e mortale noia, ed errori reiterati, prima di approdare alla consapevolezza di oggi, terrificante ed ultimativa: nascere altro non è, per chiunque, che spiccare il volo verso l'abisso.
 
In fondo lo sappiamo da secoli, filosofi e cantastorie antichi ci ammonirono per tempo, ma inutilmente. La nostra natura è immutabile, ci è impossibile trascendere noi stessi. Noi ci disprezziamo, ci uccidiamo, ci odiamo.
 "... non c'è nulla più degno di pianto dell'uomo, fra tutto ciò che respira e cammina sopra la terra..."
 
Ho perso qualsiasi desiderio dopo simile conclusione, ma è più elegante affermarlo con un bisbiglio: ci vuole pietà per gli altri fratelli di sventura, gli inconsapevoli, gli smemorati, i fragili, gli illusi, gli ottimisti, i conformisti.
Ed allora, così sia.

sabato 17 agosto 2024

Immenso strazio di un ferragosto

 
Il senso profondo del fallimento della tua vita si palesa anche se arrivi a concludere, per una sorta di pudore ed estrema autocritica, che vivere con il mal di testa ed i dolori cronici, causati anche da un lavoro usurante che non puoi smettere di fare, è pur meno peggio che trovarsi in un campo profughi palestinese o qualsiasi altro infernale luogo di contenimento di individui trattati come subumani.
Se non sei stato tanto sfigato o così poco lungimirante da farti massacrare dal lavoro usurante in senso popolarmente inteso e soffri ugualmente, hai un problema con lo spirito di adattamento al mondo oggettivo ed alle sue liturgie, che sono schifose almeno tanto quanto, ma la moltitudine non lo capisce e non lo sa e perfino gode di tutto quello che le hanno inculcato come godibile, tipo svenarsi economicamente per fare una settimana di ferie a Jesolo tra file di ombrelloni distanti due metri e mezzo l'una dall'altra, come nei cimiteri di guerra su prato americani.
Il tutto mentre incombe la terza guerra mondiale In attesa del finale repulisti, ti tortura la noia.
Certamente, nel caso della sofferenza per ragioni che sulle prime paiono  metafisiche, ci si deve sforzare nell'immersione nel proprio inconscio e verificare se il fallimento della propria esistenza non sia infine imputabile alla pretesa, sempre inespressa e sepolta fin dall'età della ragione e forse anche prima, di conquistare la felicità sovrumana in qualcuna delle sue diverse declinazioni e sfumature, dall'amore alla pace a quel che preferite.
Ti riconosci alla fine come mistica, scettica e dicotomica, portatrice di una personalità inintelligibile e ti rimane comunque la sensazione stupefatta che la tua vita e quella di tutti siano delle insulse o pure anche eccellenti farse, poco contando se ti sia accaduta la fatalità di  appartenenza ad un censo oppure ad un altro o quale livello raggiunga il tuo QI, o quanto la fortuna ti abbia arriso.
 
Essere affetta da un'incurabile male innato, la lucidità, è un vero strazio e la condanna pratica è l'isolamento, nonostante non si tratti di malattia infettiva, anzi. 
Paradosso.
Ora, nonostante la lucida disistima di sé e di tutta l'alterità, l'isolamento è oggettivamente doloroso ed attenta in modo diretto alla naturale indole della specie, che ha reso il linguaggio "la casa dell'essere".
Si dice anche che troppa malinconia uccida (la mia storia familiare lo conferma) ma dovrò farmene una ragione, però, perché comunque non esiste alternativa.
A me non piace niente di quello che piace a così vaste moltitudini e, giacché in ogni caso trovo semplicemente disgustoso che la discriminante per poter accedere alla vera bellezza sia oggi più che mai il possesso di denaro, rinuncio alla fruizione del bello che le grinfie grossolane del mercato continuano a lordare.
Speravo almeno di riuscire a finire i miei giorni in Patagonia, a contemplare la steppa ed i ghiacciai, ma da quando ho letto su Wikipedia che un Benetton è il maggior proprietario terriero del luogo, mi accorgo che l'appuntamento con il disincanto non è procrastinabile in eterno e che non esiste via di scampo per chi si ritrova suo malgrado per dotazione di nascita, come me, in precario oscillante stato di scettico misticismo.

 
 

lunedì 26 febbraio 2024

Tipi - 30 /Cafard

Probabilmente quando si giunge ad abdicare al linguaggio e non si soffre di alcuna precisa patologia scientificamente catalogata, l'incrinatura generica nei rapporti umani e sociali che prima si avvertiva in modo timido ed ansiogeno, spesso accompagnata da un non bene sondato senso di colpa, diventa abisso e può scatenare un potente desiderio di totale dissoluzione e sottrazione come estremo atto di sollievo e fuga.

E' inutile insistere o sforzarsi dolorosamente in improbabili elucubrazioni per trovare un qualche senso all'inanità generale oggettiva delle azioni e degli scambi verbali possibili nel sistema di vita in cui ci si ritrova intrappolati. E' inutile perché allo stato delle cose non esiste alcuna alternativa reale possibile capace di  rispettare nel contempo la propria coscienza con il senso di giustizia incluso e le proprie esigenze materiali.
La felicità sta nella condivisione di un'idea, un pezzo di pane, un tetto sulla testa, un abito con cui coprirsi, solidarietà umana con cui scaldarsi ma al contempo con  la capacità lucidissima di accettare la propria solitudine in un'aporia vissuta eroica ed eccelsa. 

La ricchezza come modello, i ricchi come tipo sociale, il potere come fine, mi fanno vomitare, quasi letteralmente: i presupposti e le conseguenze della loro esistenza sono sempre dei crimini. Non vorrei vivere neppure un solo istante in un simile stato e la cosa mi fa sorridere dato che richiama un messaggio francescano con cui io, atea, non ho nulla a che fare: non induco al misticismo. 
Quel che per me è ributtante scandalo per troppi altri è malcelato unico desiderio, anche fra gli ultimi. 
La differenza tra l'ideale religioso e quello comunista sta nell'accettazione supina da parte del primo della fatalità della nascita e non già nella denuncia delle responsabilità del mantenimento di un sistema di sperequazioni sociali frutto di precise strategie.
Comunque quella è un'altra questione, anche se rimane la causa e l'effetto dell'alienazione.
 
Ormai la peristalsi intellettuale e culturale è quasi conclusa: serve un poco di coraggio per guardare il preludio del vuoto, inevitabile, che costituisce l'essenza stessa di ogni vita.

Stanno invece in ogni luogo a berciare litigando su concetti insulsi e sempre frammentari in un'apoteosi di esibizionismo che a me imbarazza, nella più assoluta ignoranza della risibilità di ogni affermazione.
Che si tratti di secolarismo, di religione o di psicologia l'effetto non cambia.

Forse è malattia: cafard, il male dello scarafaggio. Malinconia e tristezza, pensieri cupi che non danno tregua, capaci di oscurare il sole.
E' disperato, impossibile amore per la vita solo sognata.