domenica 4 dicembre 2011

Rarefazione

Sono una creaturina respirante, qui, su una  palafitta di barena e velma, e l' acquerùgiola della nebbiolina padana mi risucchia nel passato, ancora palpitante - cuore aperto, anima nuda-, di un' infanzia mai tradita, rimasta nel suo pertugio ricavato nella cassa toracica -odi: sta qui e pulsa e spinge-, in ombra e luce, eternamente presente, sola certezza, sicuro porto.


*

Sul quaderno nero dallo spessore rosso, l' esercizio di grammatica: acqua, acquacedrata, acquacoltura, acquaforte, acquafortista, acquàio 1, acquàio 2, acquaiòlo, acquamanile, acquamarina, acquametrìa, acquananfa, acquanàuta, acquapiano, ... acquattare, acquavite, acquazzone, ... acquiescènza, acquièscere, ..., acufèni ,acuire,  acuità, ...

*

Vago, vasto, perduto, provocano piacere, come se sapessimo naturalmente che la sola felicità possibile e non effimera sta soltanto negli istanti di sospensione della nostra stessa vita.
Questo a me succede - s' intende-, ma certo non soltanto a me.

Sto bene, ora, sospesa sulla rocca. C' è un piccolo prezioso assembramento di cuori, quassù, nel vento.
Sapere di non sbagliarmi, averne ferma sicurezza, equivarrebbe alla perfetta felicità. Felicità è pura idea.

Ci sono le grandi fiumane di ideali tipi umani, e questo carambolare nel mondo e nella vita altro non è che il tentativo di non affogare in quella  non confacente ed ostile.
Ricerca dell' affinità, del piacere intellettuale - ma pur sempre esclusivamente ed indiscutibilmente umano- pur tra i mille rigagnoli e rami di un enorme bacino di reti e di impulsi nervosi, fatto di vero, e di falso, di illusorio, di geniale, di strumentale, od assolutamente sincero.

Ciò che è passato, strappato via dal tempo, è eterno rimpianto: quanto l' amiamo; quanto amiamo il nostro dolore.
E le speranze dell' impossibile.


 

3 commenti:

  1. Qua l'inchiostro si fa denso, e far bracciate nel commento diventa periglioso. Meglio non allontanarmi troppo dalla riva della circostanza.
    Mi limito al cabotaggio della gratitudine e a rilevare con lo scandaglio della divertita coincidenza che anch'io oggi ho dato voce alla mia classe di paroline... certo, sono ancora piccine, le tue hanno fatto le scuole grosse, ma anch'esse cresceranno e sapranno narrare ogni spruzzo di maroso.
    Loro, non io, che io per allora non occorrerò più. Le parole bastano a se stesse.

    ps: la foto è una chiesa di laguna? è vecchia genuina o è invecchiata con quelle mostruosità di filtri cromatici odierni?
    (sono domande che non pretendono risposta)

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  2. @ kisciotte:
    Uso rispondere sempre,seppur con i limiti del mio irrilevante sapere, ai commentatori e viandanti che hanno la graziosa pazienza di sorbire questi miei talvolta troppo uterini soliloqui. Hai la mia riconoscenza; sappi che ho notato la comune tensione alle parole, e che ti leggo.

    L' immagine riproduce un dipinto di Virgilio Guidi, senza filtro (hai ragione:"orrore!")né altre manipolazioni, e raffigura l' Isola di San Giorgio.


    http://www.artantide.com/artisti_BiografiaArtista?idArtista=164

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  3. Ciao grazie :o)
    Della risposta (che magari era una foto con riferimenti personali e intimi e non è detto che volessi darmeli... ok, troppo paranoico, ok).
    Mi aveva incuriosito perché a prima impatto avrei detto appunto una chiesetta lagunare, poi però quel volume stretto e verticale mi ha fatto dubitare per un minareto (sembra quasi un cipresso o la lama di una pupilla felina) di una moschea, e la mosca al naso mi aveva lasciato il prurito :o)

    Grazie anche che passi a farmi visita (mi piace molto chi mi legge senza sentirsi in dovere di lasciare l'impronta del commento).
    Ecco :o)
    (trittico di faccine con naso pacioccone)
    ciao

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