"Si suol dire che lo spirito umano deve assaissimo, anzi soprattutto, ai geni straordinari e discopritori che s' innalzano di tanto in tanto. Io credo ch' egli debba loro assai poco, e che i progressi dello spirito umano siano opera principalmente degli ingegni mediocri. Uno spirito raro, ricevuti che ha da' suoi contemporanei i lumi propri dell' età sua, si spinge innanzi e fa dieci passi nella carriera. Il mondo ride, lo perseguita a un bisogno, e lo scomunica, né si muove dal suo posto, o vogliamo dire, non accelera la sua marcia. Intanto gli spiriti mediocri, parte aiutati dalle scoperte di quel grande, ma più di tutto pel naturale andamento delle cose, e per forza delle proprie meditazioni, fanno un mezzo passo. Altri ripetono le verità da loro insegnate, siccome poco discordi dalle già ricevute, e facilmente ammissibili. Il mondo sì per questa ragione, sì per forza dell' esempio di molti, li segue. I loro successori fanno un altro mezzo passo con eguale fortuna. Così di mano in mano, finché si arriva a compiere il decimo passo, e a trovarsi nel punto dove quel grande spirito si trovò tanto tempo prima.
(Giacomo Leopardi, Zibaldone, Tomo primo)
Quando si dice il pericolo dell' assuefazione...
Dev' essere anche per questo che mi sento così gravemente stressata: non voglio assuefarmi a niente. E, a ben pensarci, neppure a nessuno.
Le persone sono troppo, troppo importanti, per me, per non operare le dovute selezioni.
Ciò comporta un perenne stato di veglia -un po' crudele, invero-, una sorta di stakanovistica guardia dai merli della fortezza a difesa del deserto dei tartari.
So che -in generale- il rilassamento se da un lato comporterebbe minor fatica e maggior piacere, dall' altro implicherebbe un calo di attenzione, e a dismettere l' attenzione si rischia di cadere tra i flutti della fiumana, senza neppure sapere come sia accaduto.
Ammetto di non essere sicura che sia il modo giusto di porsi, che forse sia ingeneroso nei miei stessi confronti (ma confesso di amarmi poco, ultimamente) e rappresenti una fatica; ma non ci posso far nulla: è un' automatismo, non un atto di volontà.
Avrei trovato auspicabile, in più, un universo che avesse a noia l' abitudine e la mediocrità, un mondo in cui le sfumature o le zone d' ombra incuriosissero più della luce abbacinante e dei lustrini: spesso le verità girano imbacuccate ed in incognito. Magari ci saremmo risparmiati anche anni di malgoverno.
[...]
Così lo spirito umano si avanza senza mai credere di mutare opinione. Non è se non paragonando remoti e divisi secoli fra loro, che qualche pensatore si accorge come oggi il mondo creda in mille cose il contrario di ciò che credette."(Giacomo Leopardi, Zibaldone, Tomo primo)
Quando si dice il pericolo dell' assuefazione...
Dev' essere anche per questo che mi sento così gravemente stressata: non voglio assuefarmi a niente. E, a ben pensarci, neppure a nessuno.
Le persone sono troppo, troppo importanti, per me, per non operare le dovute selezioni.
Ciò comporta un perenne stato di veglia -un po' crudele, invero-, una sorta di stakanovistica guardia dai merli della fortezza a difesa del deserto dei tartari.
So che -in generale- il rilassamento se da un lato comporterebbe minor fatica e maggior piacere, dall' altro implicherebbe un calo di attenzione, e a dismettere l' attenzione si rischia di cadere tra i flutti della fiumana, senza neppure sapere come sia accaduto.
Ammetto di non essere sicura che sia il modo giusto di porsi, che forse sia ingeneroso nei miei stessi confronti (ma confesso di amarmi poco, ultimamente) e rappresenti una fatica; ma non ci posso far nulla: è un' automatismo, non un atto di volontà.
Avrei trovato auspicabile, in più, un universo che avesse a noia l' abitudine e la mediocrità, un mondo in cui le sfumature o le zone d' ombra incuriosissero più della luce abbacinante e dei lustrini: spesso le verità girano imbacuccate ed in incognito. Magari ci saremmo risparmiati anche anni di malgoverno.
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