Avere una sorta di rimpianto per cò che non si è mai conosciuto né vissuto (e per quanto tu possa imparare o vivere non sarà mai abbastanza) spesso è ad un soffio dal diventare intollerabile.
Questa consapevolezza delle potenzialità, infinite, che la nostra piccola vita mortale comprime in sé, consentendoci nel contempo di contemplare, una per una, ogni progressiva rinuncia, è quanto di più lacerante si possa provare.
Eppure non si tratta del desiderio.
Peder Severin Kroyer - Marie in the Garden [1895] |
non sono una madre, né mi distingue il mio genere: è una delle cose che mi sono accadute;
come l' aspetto: gradevole o no;
non sono neppure un pittore, un artista, uno scrittore: c' è dell' infinitamente altro;
né un operaio, un medico, un commercialista, un insegnante, un disoccupato, un questo od un quell' altro...;
e neppure l' intelletto, la ragione, esauriscono una caratterizzazione.
Ho altri sommovimenti, brulicanti, in questo pozzo di nonsocosa che mi porto appresso, come un geyser di impulsi di sconosciuta energia, la cui fucina rimane imperscrutabile, misteriosamente insondabile, arroventata e nera.
Ma cos' è mai l' anima. L' anima che c' è; l' anima che è. E porta sempre altrove.
Non c' è luogo che sia sua patria, non c' è gemella che riconosca, non c' è riparo che la riposi.
E' perenne movimento e perenne rimpianto di ciò che incessantemente lascia, entrambi di divorante intensità.
Ma se è una funzione quella cui adempie, dev' essere per forza questa: portarmi via, salvarmi dalla mortificazione di un' esistenza di rinunce, di accomodamenti, di limiti, di noia.
Com' è brutta, anche la meno brutta realtà.
La politica, il narcisismo umano, questo web di parolai, il distacco degli uomini, io stessa...
Attimi. Attimi di ossigeno metafisico. Al risveglio, le braccia sono tese e stringono il nulla.
Nel volo immaginifico, soltanto, ho vissuto davvero.
Ma se è una funzione quella cui adempie, dev' essere per forza questa: portarmi via, salvarmi dalla mortificazione di un' esistenza di rinunce, di accomodamenti, di limiti, di noia.
Com' è brutta, anche la meno brutta realtà.
La politica, il narcisismo umano, questo web di parolai, il distacco degli uomini, io stessa...
Attimi. Attimi di ossigeno metafisico. Al risveglio, le braccia sono tese e stringono il nulla.
Nel volo immaginifico, soltanto, ho vissuto davvero.
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