martedì 25 gennaio 2022
martedì 11 gennaio 2022
Appunti antropocentrici 13
venerdì 19 novembre 2021
Piccola anima smarrita e soave -10- contrappasso
mercoledì 7 luglio 2021
Piccola anima smarrita e soave -9- l'onta della resilienza
mercoledì 14 ottobre 2020
All'amico D.
Certo, per amor d'onestà e di verità cui la tua indole ti costringe, vorresti dirlo a quel vecchio amico che di tanto in tanto ancora ti fa visita che non sei più affatto quella persona che lui si ostina a vedere, forte della dolce fragranza di ritorno dei ricordi di giovinezza.
Non sei più il "suo angelo immaginario", non hai più visioni né profezie da elargirgli. D'altronde, pur nella sua buonafede, neppure ai tempi d'oro dei dialoghi e delle passeggiate filosofiche nei campi aveva scoperto che in realtà la tua era una voce di Cassandra.
Vorresti spiegargli quanto sia opaca adesso la tua vita e scandaloso il tuo costante dolore. Vorresti descrivere la vastità della tua solitudine senza appello, esattamente identica a quella sua stessa, che però lui per nulla al mondo vorrà ammettere mai.
Vorresti almeno dire a quest'ingenuo buon amico che a te difetta il meccanismo di rimozione che salva tutti gli altri e vedi con chiarezza che l'esistenza, coattiva perché imposta da una legge naturale che gli uomini poi sistematicamente infrangono e sconfessano, altro non è che malattia e preludio di morte.
La malinconia, si sa, è contagiosa ed invisa ai gaudenti, ma la sua eterna indissolubile permanenza sotterranea nei suoi portatori mentre li fa apparire fragili li fortifica. Vorresti congratularti con lui perché, se non altro, ha intuito ed amato solo la tua forza.
Eppure, giacché sei umana, le sue comparsate ti commuovono e le apprezzi, ed intanto pensi a quante altre inutili vicende sono nate così, in mancanza di pienezza, con spirito frugale e rassegnato, senza aspirazioni di grandiosità, perché poco, in verità, quando riguarda la tua stirpe, ci si può aspettare di permanentemente grandioso.
martedì 5 maggio 2020
Cicalare pallido e distratto
Sta di fatto che a me pare che il messaggio della Botteri in questi giorni in risposta all'idiozia dell'attacco ricevuto che mi sembra vertesse sulle sue personali scelte estetiche fosse ben preciso e mirato e non avesse davvero il minimo interesse a comunicare qualcosa che suonasse come giustificazione nel merito.
La giornalista ha approfittato dell'occasione per sussurrare alla maggioranza delle sue colleghe, alcune delle quali si ammantano di un'aura da paladine del riscatto femminista ad ogni occasione, che l'apparenza non inganna mai e che se non si ha il coraggio di apparire come si è allora esiste un problema con se stesse con conseguente, talvolta dolorosa, contraddizione.
Se la suddetta contraddizione non è dolorosa, allora ciò che si predica a proposito di dignità, pari opportunità, rifiuto del sessismo, ecc. ecc., è in malafede.
mercoledì 19 febbraio 2020
Appunti antropocentrici 12- leopardismi
La loro esistenza è quella certa qual cosa da tenere così come sta, intrinseca ed immanente.
La maggioranza dell'umanità ha lo spirito del Candide di Voltaire e nel caso in cui sia capitata la sventura di una vita non esattamente comoda e piacevole ciò non induce di certo a porla in discussione: spesso pare la migliore e l'unica possibile perché, alla fine, con l'abitudine, il male si stempera in una fatalistica rassegnazione inconsapevole nella generalità dei casi.
Le persone cui mi riferisco, d'altronde, non sono letteralmente disperate ed hanno avuto, a tempo debito, la lungimiranza di crearsi qualche prudenziale appiglio materiale, ideale e sentimentale.
(Come si definivano, al tempo delle definizioni? Ah ecco: i borghesi. Una vera moltitudine, oppure soltanto più visibili e logorroici dei veri diseredati ed oppressi?)
Quanto sia costato e costi in termini morali la svendita della libertà e della propria originaria indole è spesso uno sbiadito, irrilevante dettaglio. Questa, almeno, è sempre stata la mia conclusione: supponente e pretenziosa, certo, forse.
Solo di recente, grazie a quel pizzico di saggezza che le metaforiche bastonate della vita sanno indurre, ho scoperto che ciò che davo per certo, come l'amore per la libertà -almeno di giudizio e pensiero- e il desiderio di armonia e giustizia generali non sono affatto prioritari per chiunque.
D'altronde, resto una profana e non rientro a nessun livello nel gruppo: io sono mio malgrado una perdente nata, secondo gli attuali stilemi nei più vari campi, per indole ed autentica inettitudine al trasformismo.
"A vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si han in testa a quell'età": tanto da ritenere, con ridicola sicumera, che chiunque avrebbe, in fondo alla propria coscienza, desiderato l'Uomo nuovo, traboccante d'amore e pure d'intelligenza, entrambi finalizzati a godere senza confini e senza ingiustizie della semplice bellezza del mondo.
E' ridicolo, lo so bene, ma se l'utopia, per definizione, è priva in sé e per sé di pratica realizzazione ha ugualmente lo straordinario potere di nutrire l'anima.
E' risultato poi vero che, come affermò Mark Fisher, "la pandemia di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere capita adeguatamente, né curata, finché viene vista come un problema personale di cui soffrono singoli individui malati".
Quanto comunque sarebbe stata perfino solo ipoteticamente complessa la cura (impossibile senza eliminare interamente un Sistema globalizzato) è ben reso dalla successiva sua determinazione al suicidio.
Quanta gente mentalmente angosciata nel senso sottinteso dalla citazione conoscete ed io stessa conosco?
Quanto a me, ripeto, una piccolissima, quasi nulla ed invisibile minoranza se si escludono tutti coloro che patiscono o la mancanza di qualche bene non indispensabile o l'antipatia per questa o quella persona, questa o quella etnia, questa o quella circostanza specifica.
Chi non è sorretto dalle comode sicurezze materiali spesso lo è dalle scarse dotazioni intellettuali e culturali.
Tutto questo è, in fondo, tragicamente perfetto.