Due tra gli atteggiamenti dell'anima, o della coscienza, che sono ormai definitivamente invisi e generalmente considerati negativamente arcaici (che fanno: rendono barbari? anti-progressisti? E il progressismo è quella cosa che ci ha condotti al punto in cui oggi siamo, sotto tutti i vari, dolenti, punti di vista? ) sono la nostalgia e il moralismo.
Ora, questo giudizio è un' estesa moda, dal potere persuasivo e terribilmente formale.
Nostalgia, moralità: sono soltanto parole che rimangono insignificanti se non contestualizzate.
Stare abbarbicati al passato, riandando con la mente ai 'bei tempi andati'e sottrarsi alla responsabilità del presente evitando faticose e talvolta coraggiose scelte, è certamente un ottimo sistema per glissare la condanna alla libertà che, volente o nolente, il singolo deve gestire nella sua particolare vita. Una prerogativa dei vecchi e dei vili.
Ci sono i monarchici nostalgici, i mussoliniani nostalgici, i sessantottini nostalgici.
Ma quando provo a recuperare, in me, le sensazioni che davano sostegno, corpo, energia, motivazioni, alla mia vita passata, sto compiendo un esercizio di memoria, non una caduta nostalgica, e la constatazione di averle perdute e di non poterne più emulare l'intensità con gli strumenti, le opportunità, lo stato oggettivo delle cose, le persone che contatto, non è rimpianto, ma obiettiva e razionale constatazione di un'assenza, di un vuoto mai colmato.
Certo: si cambia si cresce. (Ci si deteriora pure, ad onor del vero). Lo so bene. Ma è importante capire perché.
Perché, oggi, ad esempio, nessuno prova più la viva passione che infiammava coloro (noi) che scrivevano, poetavano, cantavano o cercavano, attraverso teorizzazioni politiche e sociali, una società alternativa?
Nell'amoralità sbandierata come uno stendardo da crociata laica , l'amoralismo di allora -che in realtà voleva essere una risposta alla rapace ipocrisia di un progetto di mondo che preparava l'odierna globalizzazione- era tutto l'amore di una generazione che pensava di poter resistere e proporre un'alternativa; c'era un' etica, nobilissima e rispettabilissima, in conclusione, ma diversa da quella imperante.
A sforzarsi di conoscerla nella sua autentica formulazione -per inciso-, la più nobile, equa e rispettabile etica umanitaria l' hanno concepita Marx ed Engels e la "migliore gioventù" degli anni 70 vi si ispirava.
Poi, è nella natura umana non saper sostenere neppure i più luminosi sogni quando gli appetiti del corpo pungolano e l' esaltante sentimento del noi viene soppiantato dal più circoscritto io.
Così, occupati a comprar casa, automobile, far carriera, metter su famigliola, impelagarsi in mille orpelli e cose e cento circostanze d' obbligo formale, la vita s' è ristretta nel recinto privato ed il noi è rimasto solo.
Ho nostalgia, stasera. Nostalgia di un'etica.
Nostalgia, moralità: sono soltanto parole che rimangono insignificanti se non contestualizzate.
Stare abbarbicati al passato, riandando con la mente ai 'bei tempi andati'e sottrarsi alla responsabilità del presente evitando faticose e talvolta coraggiose scelte, è certamente un ottimo sistema per glissare la condanna alla libertà che, volente o nolente, il singolo deve gestire nella sua particolare vita. Una prerogativa dei vecchi e dei vili.
Ci sono i monarchici nostalgici, i mussoliniani nostalgici, i sessantottini nostalgici.
Ma quando provo a recuperare, in me, le sensazioni che davano sostegno, corpo, energia, motivazioni, alla mia vita passata, sto compiendo un esercizio di memoria, non una caduta nostalgica, e la constatazione di averle perdute e di non poterne più emulare l'intensità con gli strumenti, le opportunità, lo stato oggettivo delle cose, le persone che contatto, non è rimpianto, ma obiettiva e razionale constatazione di un'assenza, di un vuoto mai colmato.
Certo: si cambia si cresce. (Ci si deteriora pure, ad onor del vero). Lo so bene. Ma è importante capire perché.
Perché, oggi, ad esempio, nessuno prova più la viva passione che infiammava coloro (noi) che scrivevano, poetavano, cantavano o cercavano, attraverso teorizzazioni politiche e sociali, una società alternativa?
Nell'amoralità sbandierata come uno stendardo da crociata laica , l'amoralismo di allora -che in realtà voleva essere una risposta alla rapace ipocrisia di un progetto di mondo che preparava l'odierna globalizzazione- era tutto l'amore di una generazione che pensava di poter resistere e proporre un'alternativa; c'era un' etica, nobilissima e rispettabilissima, in conclusione, ma diversa da quella imperante.
A sforzarsi di conoscerla nella sua autentica formulazione -per inciso-, la più nobile, equa e rispettabile etica umanitaria l' hanno concepita Marx ed Engels e la "migliore gioventù" degli anni 70 vi si ispirava.
Poi, è nella natura umana non saper sostenere neppure i più luminosi sogni quando gli appetiti del corpo pungolano e l' esaltante sentimento del noi viene soppiantato dal più circoscritto io.
Così, occupati a comprar casa, automobile, far carriera, metter su famigliola, impelagarsi in mille orpelli e cose e cento circostanze d' obbligo formale, la vita s' è ristretta nel recinto privato ed il noi è rimasto solo.
Ho nostalgia, stasera. Nostalgia di un'etica.