venerdì 12 agosto 2011

Sei pronto?

Sei pronto a soffrire in cambio della certezza d' esser vivo?
Per una stilla di tenerezza, ma impagabile, indimenticabile, in estemporanea eternità?
No, vero?
Assecondare un amore impossibile -sapendo perfettamente che quasi ogni amore è a termine, perché l' hai provato decine di altre volte sulla tua pelle-?
No, vero?
Eppure, l' anima che tende alla bellezza, dovrebbe saperlo fare senza esitazioni, né timore. Gli umani non osano mai dirsi e darsi abbastanza: si temono, vicendevolmente sempre un po' sospetti, tremanti.
Esprimersi pensieri, stringere una mano, abbracciarsi perché umani.
Anche se tutto quel che si dice non è che il debole riverbero di qualcosa di più vasto, cosmico, universale.
Esiste un legittimo e comprensibile pudore nel denudare di fronte all' altro la propria anima, anche quando ritieni d' aver intuito che egli la possa vedere, la voglia guardare, la trovi deliziosa. Amare richiede coraggio, esige lo sforzo di scalpellare i duri sedimenti del cuore di un altro, il cuore del sasso, ma è il solo modo di fornire un significato pregnante all' esistenza.
La vera maestria dell' amante sta nel saper cristallizzare la bellezza nell' effimero istante in cui essa ammalia e lasciarle corroborare l' anima per l' eternità.

***

"Ho visto morire un uomo la cui vita era stata tutta amore e dolore. L' ho udito scherzare come un fanciullo, mentre sentiva dentro di sé il lavorio della morte. Ho visto il suo viso cercarmi tra le pene, non per chiedere l' elemosina, ma per darmi forza e mostrarmi che quelle convulsioni e quei patimenti avevano lasciato intatto il meglio di lui. Poi i suoi occhi si dilatarono e per lo splendore non si vide più il suo viso sfiorito.
'Boppi, posso fare qualcosa per te?'
'Parlami... non so, per esempio, del tapiro."
Gli parlai del tapiro: egli chiuse gli occhi, eio facevo fatica a raccontare perché avevo il pianto in gola. Quando mi pareva che non mi ascoltasse o si fosse addormentato, ammutolivo: egli invece riapriva gli occhi.
'E poi?'
Continuavo a parlare del tapiro, del barbone, di mio padre, del cattivo Matteo Spinelli, di Elisabeth.
'Già, ha sposato uno stupido. Così va il mondo, caro Peter.'
Più volte si mise a parlare della morte.
'Peter, non è un gioco. Nessuna fatica è così grave come quella di morire. Ma si riesce anche in questo.'
Oppure: 'Quando cessano le sofferenze, posso anche ridere. Per me vale la pena di morire, poiché mi libero di una gobba, di una gamba troppo corta e d' un fianco sbilenco. Nel caso tuo, a suo tempo, sarà un vero peccato, con queste spalle larghe e le tue belle gambe sane.'
Una volta negli ultimi giorni si svegliò da un breve sonno e disse a voce alta:
'Non esiste il cielo come lo intende il parroco. Il cielo è molto più bello. Molto più bello.' "

(Hermann Hesse, Peter Camenzind)




2 commenti:

  1. Sono pronta!
    sono fermamente onvinta che senza l'altro aspetto della medaglia
    la vita non può avere valore.

    ciao dolcissima Morena
    carla

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  2. Io ho sempre cercato di realizzare una sorta di armonia tra i diversi aspetti, senza operare in me scomode fratture nelle quali lasciar prosperare contraddizioni.
    E mi pare,talvolta, che provare a mantenere la mia integrità a testa alta sia un po' l' equivalente di un' ottava fatica d' Ercole.
    Un sorriso.

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