mercoledì 3 agosto 2011

Appunti irrilevanti

* 1
Se dovessi rappresentare figurativamente la contraddizione, la vedrei efficacemente colta in una creatura da bestiario mitologico o medioevale con corpo di serpente in perenne muta e due teste, una per estremità.
Il punto di crisi avviene quando, nel corso di piroette, contorsioni, gioco di spire,   una delle due facce casualmente si avvede dell' altra, e riconosce sé stessa in uno specchio deformante.
Ciò che ci deve augurare è che la divori seduta stante, perché un solo corpo non le può servire entrambe.

Perciò, perché mai sentirmi amareggiata?
Non ho diritto alcuno a farlo: ho sempre sostenuto che sentirsi in perenne credito di diritti è un' aberrazione bella e buona, come qualsiasi altro atteggiamento spocchioso di lesa maestà.
Sono una povera cosa, e se provo delusione per qualcosa - o per tutto-, la causa prima sta nel mio stesso originario errore di valutazione e nella presunzione.
Giacché tutto è sempre soltanto quel che è.
Anche prima che io me ne avvedessi l' oggetto della delusione era quel che si è rivelato essere -in rapporto a me ed alle mie sciocche aspettative-, ma ho preferito vederlo diversamente, non calcare l' indagine, scivolare sulla superficialità inciampando su un qualsiasi piacere, seppur dell' anima.

Se oggi dovessi piangere l' assenza di un Amore nobile e grande, o un' Amicizia dolce e bella, molto semplicemente dovrei ricordare che non li ho perché, probabilmente, ne sono io indegna, oppure non esistono che nell' idea.

* 2
L' anziano signore dei 'colloqui dall' area cani', stamattina, era, stranamente, logorroico. Dico 'stranamente', perché in genere la gente sconosciuta risulta recalcitrante a proferir verbo, a meno che non sia un po' annoiata oppure trovi un pretesto per parlare di sé stessa, attraverso uno spunto comune.
La cinofilia, infatti, incoraggia sempre gli umani alla chiacchiera scontata: si comincia con il raccontare anedotti sulle proprie bestiole e si prosegue poi con l' allargamento delle narrazioni alla propria vita personale.
Tutti i vecchi con cui ho parlato in questi ultimi mesi sono di condizione economica abbiente: pensione decorosa o importante,  casa in città ed in montagna, figli ben sistemati, ottima salute, molta energia vitale, nessun interesse politico o civico.
Sarà un caso, ma mi spiazza.
Credevo che i miserabili fossero una moltitudine.
Invece siamo quattro cani.



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