martedì 30 agosto 2011

Apostoli del nulla.

Stasera lo shock m' è arrivato da gruppi di ragazzette quattordici-quindicenni, frequentanti una zona del parco cittadino dedicato al caduto negli anni di piombo  Alfredo Albanese ,  denominata -con una certa mancanza di fantasia- "teatro Agorà".

Io potrei essere sbrigativamente definita un' atea, pur possedendo una mia religiosità figurativa profonda e tutta civile e, pertanto, la faccenda dovrebbe, oggettivamente, lasciarmi indifferente. Ma non funziono così: le sfumature sono molto più potenti di qualsiasi sintesi.

Sentire quello stuolo di ragazzine dai corpicini un po' esili ed ancora acerbi, senza massa muscolare matura,  voci argentine e fluenti capelli, aspetto generale gentile e volti che non abbisognano d' altro se non d'acqua e sapone, bestemmiare selvaggiamente come marinai marsigliesi in un crescendo ed un rimbalzo da gruppo a gruppo con la disinvoltura di chi si scambia semplici saluti di cortesia od in allegria, mi ha dato una sensazione di repentino bagno di ghiaccio fin dentro le ossa.
Questi pischelletti paiono tutti usciti dal set de "L'Esorcista": vomitano una tale quantità di volgari intercalari anti-sacramentali,  con tali e stravaganti variazioni, e con tale disinvoltura, da far accapponar la pelle.

Dubito che il mio sia un retaggio moralistico inconsapevole: è, piuttosto, un freddo disagio, come presagio di definitiva di-sperazione.
Sono franati irrimediabilmente ed in sincronia perfetta linguaggio e generico rispetto.

Leggere Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Céline, con la terribile dolcezza che ogni bestemmia rivolta a Dio sottende, tocca corde ipersensibili dell' anima e trascina in profondità così perdute e rabbiose da consentire poi un' emersione di sentimenti depurati, purgati, anelanti a compassione, a nuovo Amore. Per l' Uomo e per la nobile fatica di sostenere anche il pensiero più insostenibile, l' esistenza più crudele, la realtà più bruciante e folle.

Ma queste stupidelle, questi giovinastri, con i loro dispositivucci tecnologici sempre in una mano che lanciano bagliori verde-acido nella notte e non s' avvedono delle stellate d' agosto, quale diritto hanno di banalizzare per esigenze modaiole ciò che,  sia profano, sia sacro,  contiene comunque un significato?
Apostoli del nulla.

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