venerdì 29 luglio 2011

Anatema 3 - Le cretine

Ho già confessato d' essere, talvolta, soggetta a gravi intollerenze intellettuali: ci sono argomenti molto particolari -perché nevralgici- rispetto ai quali non riesco a soprassedere né a rendermi mentalmente elastica. Anzi.
E poi, per esser precisa, non sono neppure soltanto questioni intellettuali: ogni mia azione è altamente connessa con il mio pensiero, sì da rendere ciascuna parola infarcita -SEMPRE- di lacrime, sangue, sudore, spazio fisico, dolore o gioia pura: il mio corpo è anche la parola, il pensiero vi è abbarbicato, come edera stritolante o teneramente avvolgente, in un unico atto orgasmico di vita, o di lacerante sofferenza.
Uno di questi è quel che io intendo per "essere donna" secondo un' ottica tutt' altro che personale o intimistica, naturalmente, ma bensì relativa sia all' ampia sfera del  genericamente umano, pur con le naturali caratterizzazioni del genere, sia a quella, un po' più spinosa ed insidiosa, dell' ambito culturale.
Non intendo, ora, osare un trattatello -di quelli noiosi- storico, sociologico, psicologico delle muliebri vicende trascorse fin dalla comparsa del Sapiens sulla Terra, né ricordare nefandezze, roghi, ingiustizie ed innumerevoli torti che gli Istituti umani, dalle Religioni, alla Politica, alla Cultura, hanno riservato alla Donna nei secoli: su questo son già caduti i veli, ciascuno di noi sa perfettamente quanto c' è da sapere e, se vorrà, lo tenga pure ben presente traendone tutte le dovute conclusioni. Se oserà, se potrà onestamente farlo...
Non m' interessa neppure vagamente, d' altronde, sottolineare il lapalissiano concetto che, in un mondo assatanato di sangue di vittime le vittime stesse abbisognino a loro volta di sacrificarne altre: noi umani non abbiam saputo fare di meglio, mai, e in nessun luogo; non, almeno, in ambiti diversi da quelli individuali e particolari, cioè irrilevanti ai grandi fini.

Perciò, dato che  motivi di metaforica nausea il maschilismo becero -ed anche quello inconsapevole ed aborrito dagli stessi ignari carnefici- ne han fornito praticamente tutti gli uomini di potere e cultura, -finanche i più dotati di intelligenza o accreditati di stima ed ammirazione- fin dalla notte dei tempi, io vorrei, almeno, che a capire l' ontologia dell'essere donna, senza macchia, senza paura, ma, soprattutto senza contraddizioni, fossero, almeno, le donne stesse. Cosa che non ancora e non sempre (oggi meno che negli anni '70), invece, è.

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" Non si nasce donne, si diventa."
(Simone de Beauvoir)



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M' imbatto, talvolta, ricavandone disgusto, in intollerabili  esibizioni dialettiche di donne imbecilli.
Sono stata una femminista militante -non è nuova, l' ho scritto altre volte-, ho fatto la mia parte, non solo gridando slogan. C' ero. C' ero tutta. E, al tempo, la questione della "liberazione sessuale" e ciò che intorno vi gravitava, era fondamentale.
C' ero a parlare, a manifestare, a scrivere, ad essere, coerentemente, piuttosto impopolarmente, giacché è senz' altro vero che nessuna rivoluzione è mai stata indolore.
Ciononostante, sentivo, prima di tutto a livello istintivo, e con il cuore e l' anima, la profonda differenza d' approccio alle questioni femminili tra "Le deuxième sexe" di Simone De Beauvoir e "Porci con le ali" della Ravera o "Paura di volare" di Erica Jong, tanto per citare alcuni testi paradigmatci.
Nel primo, una seria analisi psicologica, storica, biologica; nei secondi, la provocazione, l' urlo, la sfida, anche sguaiati e scomposti, talvolta di gusto scabroso, nonché morboso.
Se un po' ho reso l' idea, è forse chiaro che io, per mia natura, aborro la volgarità ed il trivio (è in questo, e solo in questo, che si esaurisce tutto il mio dandysmo), ma allora erano necessari anche quelli per raggiungere la necessaria dissacrazione del muro di silenzio, dell' inerzia di abitudini consolidate nel pensiero, della pseudo-cultura imperante.

Oggi mi tocca rilevare la presenza di emerite cretine, che della nostra storia di faticose progressive legittime conquiste di civiltà e giustizia sociale non sanno nulla e non hanno capito assolutamente nulla, che confondono il "femminismo" (e lo virgoletto perché, da loro evocato è semplice eufemismo) con l' escortismo, che credono che scrivere disinvoltamente di mutande e seni, con tanto di immagini-spazzatura degne di viscidi guardoni esibizionisti ( argomenti che dovrebbero parare esattamente d o v e  ? -non so perché, ma mi sfugge proprio-) sia un vessillo di libertà emancipata, e lo trovo oggettivamente patetico.
A me dispiace -ma appena un po'- , per chi ci casca, che è, nella fattispecie,  quasi sempre maschio intelligente, e solitamente non troppo ingenuo in questioni però di tutt' altra natura (magari 'elevate'). Poi penso: "... affari suoi, s'arrangi, si renda critico, magari iper-critico, anche nelle basse vicende ormoniali, visto che sa esserlo in ben più alte elucubrazioni, o si confessi, con un po' di onestà intellettuale, che c' è una grande frattura tra ciò cui aspira la sua anima e ciò di cui s' accontenta e si delizia il suo basso ventre ..."

Il punto davvero focale, che è questione passata in giudicato, è sempre stato e sarà sempre il solito: la donna e l' uomo devono attrarsi, piacersi, unirsi, amarsi, o fare il contrario, se a loro aggrada, ma mai e poi mai una persona di genere femminile deve sentire il suo essere donna come strumentale alla sua realizzazione di essere umano, spendendo le sue energie alla ricerca dell' approvazione, del piacere -o anche del dispiacere- di persona appartenente al genere maschile, perché, in tal modo, non fa che ridurre sé stessa ad un individuo gregario di un altro.
Per questo, dire che "Mi trucco per me, per piacermi", oppure "La chirurgia plastica aiuta l' autostima" è falso, è malafede, oltre che massimamente ingenuo.
Un' auto-stima che si nutra di cenni di approvazione basati sul gradimento sessuale è, quantomeno, indice di miseria e pochezza. Forse sarebbe bene pretendere molto di più, da sé stesse, soprattutto quel 'di più' invisibile ma pertinace che esalta di un individuo l' essere unico ed irripetibile che è.

Ma non era già chiarissima, tutta sta cosa?







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