domenica 29 maggio 2011

Fatti non foste...

Amore in braccio all' Universo, me stessa e Diego (Frida Kahlo)


Non lo racconto per fare dei personalismi o lasciar tracimare in uno spazio pubblico -qual è questo blog, pur se da me amministrato-, elementi privati che legittimamente potrebbero lasciare indifferenti. Lo faccio perché sono addivenuta alla conclusione che si tatti di un' osservazione di valenza, in un certo qual modo, antropologica.

Nei rapporti sentimentali, od amicali, o comunque dialettici con una donna, gli uomini bofonchiano più abilmente di quanto parlino e -ancor meglio-, se glielo si permette, tacciono.
Il fenomeno tende ad acutizzarsi con l' intensificazione della reciproca conoscenza ed assumere carattere permanente quando essa si trasformi in consuetudine.
La donna, dal canto suo, procede in senso esattamente opposto e contrario. La donna-compagna, la donna-amica, la donna-madre: sempre, dalla sua aspirazione tutta uterina alla comunione, al contatto d' anima, ella riceve puntuale e profonda frustrazione.
Oppure io ho conosciuto soltanto maschi dalle tendenze vagamente autistiche od anche meramente utilitaristiche:
"Ora che i nostri rapporti sono definiti -così lui pensa ed erroneamente s' illude-, posso riposare dalle fatiche della conquista, seduto sugli allori della mia virile impresa".
Uomo cacciatore/donna raccoglitrice e perfezionatrice: sillogismo odioso ed elementare. 

Tra gli innumerevoli motivi di rimostranze e lamentele, nei rapporti uomo-donna, a me pare questo uno dei più pregnanti, almeno secondo le esigenze della mia indole.
Esiste, per caso, un' attitudine di genere alla pigrizia intellettuale? Alla pigrizia e basta?

A rimirar stelle o panorami insieme ad un compagno di cammino, anche estemporaneo, mentre l' innato istinto di appropriazione maschile spingerà il camminatore alla contemplazione silente, il desiderio di condivisione farà sì che invece la camminatrice chieda: "Quant' è bello, non ti commuove tanta bellezza?"
E, prima durante e dopo l' amore, la donna aspetta con pazienza, eternamente delusa, un qualche accesso a quell' altrove di cui lui pare ignorare esistenza e finanche possibilità di sogno. 






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