mercoledì 25 maggio 2011

Elevazione ed abbassamento


Will Barnet - The Mirror [1981]
Io, vedi, non so più che dire,  se non, a mia parziale discolpa, dichiarare che ci ho provato seriamente, ogni volta, con le più buone intenzioni, con l' anima sgombra da ombre e macchie, con l' ingenuità del bimbo. Ho provato con impegno, talvolta con vero stakanovismo di un' operaia della Premiata Ditta Esistenza, a vivere in rispetto di pienezza, in significato, in profonda onestà. Onestà oggettiva: non rubo, non inganno, pago le tasse, non mento, e poi quell' altra, quella che tutti hanno sulle labbra e pochi nella mente, quella intellettuale. Per non parlare della "morale": nel caleidoscopio dei valori umani 'morale' vuol dir tutto e niente. 
Pensavo che tra gli elementi assolutamente indispensabili a tale progetto, andasse annoverato anche il principio della non-contraddizione, sempre ed a prescindere da qualsiasi altra considerazione. Magari, proprio quel principio, senza che me ne sia mai davvero resa conto, è in odor di bigottismo. Egocentricamente bigotta, pur se laica. C' è da disprezzarsi un po'.
Tutto sommato sfuggire alla contraddizione è piuttosto inumano, ma oggi è tardi per porvi rimedio.
Oggi è tardi quasi per tutto e presto per tumulare questo spirito ribelle ed esausto.

Ma mi prende, mi prende sempre l' antico irrinunciabile vizio di analizzare la mia volontà profonda, di smascherarmi -ove dovessi-, di usare crudeltà critica -se occorre-, di decidere alfine se assolvermi od odiarmi per la dimostrata incapacità d'aver vissuto con senso.

"Elevazione ed abbassamento. Una donna che si guarda allo specchio e si orna non si vergogna di ridurre sé stessa, un essere infinito che considera ogni cosa, a un piccolo spazio. Allo stesso modo ogni qualvolta si eleva l' io (l' io sociale, psicologico, ecc.), per quanto lo si elevi, ci si degrada infinitamente riducendosi ad essere solamente questo. Quando esso è abbassato (a meno che l' energia non tenda ad elevarlo col desiderio), si è consapevoli di non essere questo.
Una donna molto bella che guarda la sua immagine allo specchio può credere facilmente di essere ciò che vede. Una donna brutta sa di non essere questo."
(Simone Weil, Quaderno VI)

Credo che il mio vivere mi abbia soltanto insegnato che tutto quanto valga fino in fondo la pena di fare, e di essere, abbia il suo inizio e la sua fine nell' intelligenza. La si contempli, la si nutra: null' altro. Tutto il resto è niente.
Se può essere, sporadicamente, intrecciata, anche per poco tempo, ne avrà piacere e ristoro, ma è meglio non contarci e non cadere nella facile trappola dell' illusione.
Soli si nasce e soli si muore, quasi sempre inconosciuti: tanto vale accettarlo.






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