Botero |
Nulla a che vedere con la metamorfosi del povero Gregor Samsa, risvegliatosi insetto e precipitato in un baratro d' angoscia e solitudine: le metamorfosi carnevalesche hanno altra genesi, antichissima e mitologica, anche se strettamente connessa al rapporto che l' uomo, da sempre, ha con sé stesso e con il cosmo.
Dev' essere proprio a causa della sua funzione rituale, che cerca d' esorcizzare attraverso i lazzi e lo scherzo, il mascheramento ambiguo, il tergiversamento, l' assenza di luce imposta dal soltizio d' inverno, la quiescenza -pertanto- della vita (che ricorda troppo esplicitamente la morte), che io lo detesto oggi così come ho sempre fatto fin dall' infanzia.
Giacché non so concepire la doppiezza, non amo le maschere, né le ho mai amate. Eppure, so bene quanto simbolismo possano esprimere e quanta verità possa celarsi dietro a ciò che presenta sé stesso come visibilmente bugiardo o buffonesco.
Dietro la maschera è consentita la dissolutezza, il rovesciamento dell' ordine, l' immersione nel caos destrutturante, e festeggiare il disordine cosmico è strumentale al ripristino del nuovo ordine, più solido e restrittivo di prima. Più coercitivo.
Ogni festa serve a purgare l' amarezza della crisi, è la zolletta zuccherata che precede la somministrazione dell' amara pillola.
Ma ora a me pare che l' Umanità sia riuscita ad annullare totalmente i legami più occulti con il Cosmo e le sue leggi.
E' triste la possibilità che siano azzerate le speranze di Rinascita, di ricongiungimento con l' eterno principio vitale che reggeva l' universo.
Come mi auguro di sbagliarmi...
Com' è più nobile e saggio lasciare che tutto accada, con un impercettibile sorriso sulle labbra...
bellissimo e intenso Botero e così le variazioni Golberg del grande Glenn Gould. Una conclusione dolce e rasserenante. Che odora di pace, di calma, di tranquillità. Presto arriva la dolce primavera...
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