La sedicente forza interiore che un tempo gli altri mi attribuivano e per cui, probabilmente, mi amavano, si alimentava, in fondo, esattamente in quella stima e nel bisogno che mi manifestavano. Vale a dire: era un rimpallo, un miserabile castello di carta, un infantile miraggio mimetico.
Io detesto la piaggeria ed odio gli sterili ammiccamenti untuosi. Così, uno alla volta, ho estirpato tutti i Melliflui, ché mi davano la nausea, ed ho visto scemare la forza dell'ego tracotante ed aumentare quella della disperazione in maniera esattamente proporzionale.
Ben mi sta: l'essere umano degno non può ignorare l'umiltà, ovvero la consapevolezza che, preso solo, circondato dai frammenti degli specchi infranti, rischia di non essere nulla.
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Non ho niente contro gli stupidi puri, ovvero ignari d'esserlo.
In un certo senso provo addirittura invidia per alcuni di loro. Se la stupidità si sposa anche con la semplicità d'animo, autentica, è un dono innato: protegge dal dolore metafisico generico, quasi sempre causato dall'eccesso di lucidità e qualche lampo di veggenza. Invidio chi non soffre con l'anima e consumandosi dentro per le atrocità del mondo: tutto sommato è pur questo un atto implicito di umiltà, dato che soffrirci non le potrà lenire né tantomeno eliminare.
Non si fa che ritornare alla riflessione volteriana: l'indole sempliciotta è obiettivamente la più indolore, ma nessuno, tra i drogati del pensiero, la vorrebbe per sé.
( Da che cosa ci deriva tanta spocchia? L'Umanesimo, in realtà, è dunque una malattia?)
Provo intolleranza e grande disprezzo, piuttosto, per gli stupidi convinti d'essere sagaci ed intelligenti, in modo particolare se appartenenti anche alla sottospecie degli ironici.
Sono, spesso, affetti da iper-autostima, malamente occultata, ed hanno sempre una moltitudine di Melliflui che indirettamente la rafforza. Com'è conseguente e logico, infatti, il mediocre che si autocelebra risulta polo attrattivo irresistibile per altri mediocri, e, se scribacchia, ciò genera un'orgia di parole spente e salamelecchi totalmente dimentichi di un decoroso senso del pudore, ma, soprattutto, del senno necessario ad esercitare la critica sui contenuti.
Siccome sono una donna, non sopporto in modo particolare le donne stupide che si credono sagaci ed ammiccano a temi femministi, senza accorgersi d'essere totalmente asservite alla logica ed al linguaggio maschilisti.
Così, nel descrivere -poniamo- un personaggio di genere femminile, si ritrovano a richiamare come prima "qualità" la bellezza, profondendosi nelle oziose puntualizzazioni di rito: "ma la bellezza interiore, eh!, non quella di trippe e carne, eh!, la bellezza che sta pure nelle espressioni, nelle rughe, nell'anima..." ecc.
A quel punto, il peccato di stupidità è già consumato, ché, comunque vada, l'idea che donna e bellezza sia un assioma, è più che mai perpetuato.
Tutto come sempre, belle mie.
Siccome sono una donna, non sopporto in modo particolare le donne stupide che si credono sagaci ed ammiccano a temi femministi, senza accorgersi d'essere totalmente asservite alla logica ed al linguaggio maschilisti.
Così, nel descrivere -poniamo- un personaggio di genere femminile, si ritrovano a richiamare come prima "qualità" la bellezza, profondendosi nelle oziose puntualizzazioni di rito: "ma la bellezza interiore, eh!, non quella di trippe e carne, eh!, la bellezza che sta pure nelle espressioni, nelle rughe, nell'anima..." ecc.
A quel punto, il peccato di stupidità è già consumato, ché, comunque vada, l'idea che donna e bellezza sia un assioma, è più che mai perpetuato.
Tutto come sempre, belle mie.
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