venerdì 9 marzo 2012

Nove marzo: spaccato di vita di una donna di tutti i giorni.

Si illudeva di poterla tenere a sé adottando i più bassi espedienti, stupidamente convinto che a lei non fossero noti.
Riteneva che a ciò lo autorizzasse l' amore che provava per lei.
Era questo un errore madornale e di indicibile gravità.
Agli occhi di lei imperdonabile e senza appello, uno dei tanti frutti marcescenti del maschilismo serpeggiante che si maschera di sentimento: il peggiore, quindi, perché sostenuto dall' ipocrisia e dalla malafede.
Lui aveva organizzato un sistema accurato e scientifico  per controllare ogni suo spazio privato, per invadere ogni sua legittima personale bolla di libertà e limitare la sua esigenza espressiva: s' intrufolava nei suoi account internet, seguendo in tempo reale le sue conversazioni con i suoi contatti, pretendeva di regolamentare le sue amicizie e le conoscenze,  si appostava come un detective agli angoli delle vie per spiare i suoi movimenti.
Lei, una volta resasi conto che sì, quella era davvero una cosa che può succedere, pur se nella sua coscienza e ai suoi occhi inverosimile, anzi -peggio- abominevole, provò un senso tale di ripugnanza da comprendere che nulla avrebbe potuto mai più cancellare il disgusto. Lui trovava invece la cosa comprensibile, legittima, poco meno di normale.
Era un uomo fragile e disperato, che aveva avuto l' ardire di approffittare di una serie di situazioni oggettive e dolorose attinenti alla storia di lei, per tentare di fidelizzare la sua anima, ma in totale dispregio della sua assoluta libertà.

Lei si chiedeva spesso se ci fosse differenza tra la violenza fisica e quella morale -soprattutto quando supportata da un oggettiva impossibilità di reazione e scelta, magari pure per motivi di indigenza economica-  e non poteva che concludere che erano entrambe ugualmente odiose ed inaccettabili.

Esistono molte sfumature di schiavitù.
Tutte hanno in comune la soggiacenza agli imperativi del denaro.
La donna, nella logica infame del Capitale ed in forza della più grande ingiustizia universale che si sia mai concepita e perpetrata dall' umanità, è pertanto spesso schiava di uno schiavo.

Come qualsiasi altra forma di debolezza e pochezza il maschilismo ricorre da secoli al sopruso.
Il sopruso è più facilmente esercitabile su chi versa in istato di debolezza materiale o psicologica.
In qualsiasi società, da sempre, il forte detiene ed esercita il potere attraverso  il possesso dei mezzi ed il denaro. A sua volta,  egli sarà schiavizzato e patirà altra sfumatura di soprusi da un altro schiavo di siffatta logica, ma a lui superiore.

E via così, fino al grande Maiale volante...

 

2 commenti:

  1. Non so se il denaro sia la chiave di lettura di tutte le violenze. Sicuramente lo è di molti abusi e crudeltà che si cerca di mascherare con altre istanze (anche di valori laici o religiosi). Ma temo ci sia anche, nello specifico della violenza sulla donna, oltre al denaro come movente, anche quello della perversione psicologica pura. Ovvero il provare piacere, il sentirsi addirittura nell'esercizio di un diritto naturale, allorché ci si sente forti violentando il debole.
    Dove forza e debolezza sono spesso frutto di congiunture storiche, sociali, domestiche: dove la parola forza viene avvilita a un uso muscolare, psicolabile, psicopatico del termine.
    Purtroppo, fatto salvo il dato del danno subito dalla donna a opera dell'uomo, le categorie "plagiatore-aggressivo" "plagiato-remissivo" permettono di comprendere perché avvengano pure violenze (direi psicologiche per lo più, visto che la miofibrilla dell'evoluzione favorisce la forza fisica nell'esemplare maschio della specie) di donne verso uomini.
    Ciò non costituisce alcun alibi alle colpe del maschio. Non fa altro che aggiungere in tempi recenti dramma (minore) al dramma (maggiore).

    Non c'entra col tema della violenza, ma ti segnalo un evento di ieri, letto stamane sul giornale con tanto di foto: qua a Milano in occasione della festa della donna nella stazione della metrò di Garibaldi c'è stata una sfilata di modelle all'insegna del colore giallo...
    Come se si festeggiasse il 25 aprile con una parata di SS.
    Mah!

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    1. Sì, giuste le tue osservazioni e siamo d'accordo. L' analisi generale del fenomeno è senz' altro più ampia e sono decenni e decenni che se ne parla.
      Il denaro è un aspetto.
      Mi premeva sottolineare che, in determinate particolare situazioni, non sono possibili neppure le scelte materiali, perché passano -ad esempio- per l' autonomia economica rispetto alla quale le donne sono più penalizzate rispetto ai maschi, a causa di quei meccanismi discriminatori che ben conosciamo e non serve ricordare.
      La verità è che siamo distanti ancora anni luce da una riconsiderazione globale dei rapporti tra i generi in ambito pubblico e privato oltreché della ridefinizione stessa di ciascun genere in sé.

      Quanto alla tua segnalazione, che dire, caro Kisciotte? Ecco, questo: "Mah!"...

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