Non c'é nulla, nella mia vita, che io non abbia fatto, non faccia e non farò con il cuore.
Provo somma compassione per coloro che mi reputano, per questo, triste, e si illudono che la felicità sia possibile in qualche atto, in qualche scelta, in qualche luogo.
No davvero: molto crudemente si deve sapere che essa non è possibile mai per un umano e che può più spesso accadere che egli la deleghi ad un utopia ultraterrena o ad un illusorio senso di appartenenza ad una categoria, un consorzio, uno status.
E' questa la ragione per cui, piuttosto, trasuda da questa galassia la malinconia, che è cosa diversa - e ben lontana- dalla temporanea tristezza.
L' individuo che vive con il cuore pulsante in mano non può conoscere né pace né temporaneo sollievo: cerca incessantemente un luogo ove poggiarlo o per un po' riporlo, ma non potrà che puntualmente ritirarlo e riprenderlo su quel suo palmo continuando il cammino.
Non che il cammino rappresenti un qualche intrinseco senso: fatalmente, piuttosto, egli non può fare altro che andare, pur non sapendo dove né alla ricerca di che cosa.
Tutto ciò che non riguarda l' umanità è anche quanto lo salva: gli animali, il dolce sonno della notte pieno di voli pindarici, il sole, la terra, l' acqua. Dai suoi fratelli umani riceve sempre colpi ferini ed imperdonabili, che lo colmano di disgusto, ma se n' è fatto, ormai, una ragione.
Grazie all' altrove.
Posso, di tanto in tanto, rifugiarmi in una fiaba...
"Suzanne" di Leonard Cohen
Nel suo posto in riva al fiume
Suzanne ti ha voluto accanto,
e ora ascolti andar le barche
e ora puoi dormirle al fianco,
si lo sai che lei è pazza
ma per questo sei con lei.
E ti offre il tè e le arance
che ha portato dalla Cina
e proprio mentre stai per dirle
che non hai amore da offrirle,
lei è già sulla tua onda
e fa che il fiume ti risponda
che da sempre siete amanti.
E tu vuoi viaggiarle insieme
vuoi viaggiarle insieme ciecamente,
perché sai che le hai toccato il corpo,
il suo corpo perfetto con la mente.
E Gesù fu marinaio
finché camminò sull'acqua,
e restò per molto tempo
a guardare solitario
dalla sua torre di legno,
e poi quando fu sicuro
che soltanto agli annegati
fosse dato di vederlo,
disse: "Siate marinai
finché il mare vi libererà".
E lui stesso fu spezzato,
ma più umano, abbandonato,
nella nostra mente lui non naufragò.
E tu vuoi viaggiargli insieme
vuoi viaggiargli insieme ciecamente,
forse avrai fiducia in lui
perché ti ha toccato il corpo con la mente.
E Suzanne ti dà la mano,
ti accompagna lungo il fiume,
porta addosso stracci e piume,
presi in qualche dormitorio,
il sole scende come miele
su di lei donna del porto
che ti indica i colori
fra la spazzatura e i fiori,
scopri eroi fra le alghe marce
e bambini nel mattino,
che si sporgono all'amore
e così faranno sempre;
e Suzanne regge lo specchio.
E tu vuoi viaggiarle insieme
vuoi viaggiarle insieme ciecamente,
perché sai che ti ha toccato il corpo,
il tuo corpo perfetto con la mente.
(tradotta da Fabrizio De Andre')
Tutto ciò che non riguarda l' umanità è anche quanto lo salva: gli animali, il dolce sonno della notte pieno di voli pindarici, il sole, la terra, l' acqua. Dai suoi fratelli umani riceve sempre colpi ferini ed imperdonabili, che lo colmano di disgusto, ma se n' è fatto, ormai, una ragione.
Grazie all' altrove.
Posso, di tanto in tanto, rifugiarmi in una fiaba...
"Suzanne" di Leonard Cohen
Nel suo posto in riva al fiume
Suzanne ti ha voluto accanto,
e ora ascolti andar le barche
e ora puoi dormirle al fianco,
si lo sai che lei è pazza
ma per questo sei con lei.
E ti offre il tè e le arance
che ha portato dalla Cina
e proprio mentre stai per dirle
che non hai amore da offrirle,
lei è già sulla tua onda
e fa che il fiume ti risponda
che da sempre siete amanti.
E tu vuoi viaggiarle insieme
vuoi viaggiarle insieme ciecamente,
perché sai che le hai toccato il corpo,
il suo corpo perfetto con la mente.
E Gesù fu marinaio
finché camminò sull'acqua,
e restò per molto tempo
a guardare solitario
dalla sua torre di legno,
e poi quando fu sicuro
che soltanto agli annegati
fosse dato di vederlo,
disse: "Siate marinai
finché il mare vi libererà".
E lui stesso fu spezzato,
ma più umano, abbandonato,
nella nostra mente lui non naufragò.
E tu vuoi viaggiargli insieme
vuoi viaggiargli insieme ciecamente,
forse avrai fiducia in lui
perché ti ha toccato il corpo con la mente.
E Suzanne ti dà la mano,
ti accompagna lungo il fiume,
porta addosso stracci e piume,
presi in qualche dormitorio,
il sole scende come miele
su di lei donna del porto
che ti indica i colori
fra la spazzatura e i fiori,
scopri eroi fra le alghe marce
e bambini nel mattino,
che si sporgono all'amore
e così faranno sempre;
e Suzanne regge lo specchio.
E tu vuoi viaggiarle insieme
vuoi viaggiarle insieme ciecamente,
perché sai che ti ha toccato il corpo,
il tuo corpo perfetto con la mente.
(tradotta da Fabrizio De Andre')
... per trovare l' equilibrio tra la carne e la mente e costruire il triangolo perfetto dove porre, finalmente, questo esausto cuore di donna folle ed amara.
Chi parla con disprezzo delle parole intimiste e cerca leggi e codici del vivere per consolarsi della malinconia che prima o poi lo coglie di sorpresa ma egli persiste a negare a sé stesso ed agli altri, è certo più di me inguaribilmente malato nell' anima e folle.
Lo so, lo so che deleghi ad una poesia d' altri tutto lo struggimento che non hai avuto il coraggio di sostenere in te, e che la notte quel che è rimasto di quel tuo cuore tradito e disperso ti duole.
Ma te la meriti questa tua pungente sensazione di pochezza e viltà: te la sei guadagnata. Trattienila più che puoi perché è ricchezza e perché presto svanirà: le indoli come la tua dimenticano e macinano in fretta le esperienze del cuore e non conservano che sterile polvere. .
Povera pompetta cardiaca!
RispondiEliminaCosì molestata e strattonata, insieme a sorella luna e ai suoi crateri, per contenere, come scrigni stracolmi e palpitanti, i nostri umori che trasudano dalle pareti dell'animo.
Sono così d'accordo con te, che mi resta tempo per fare lo scemotto.
Che scoperta che hai fatto! Bella forza che senza cuore non viviamo! Se così fosse saremmo zombie o vampiri. Invece siamo aerobici e dobbiamo avercelo per forza un cuore.
Il tipo di cuore che dici tu poi, è molto più da horror non avercelo. Chi non ce l'ha muore tristemente.
Chi ce l'ha vive, tristemente, ma vive.
Molto bello.
ps: avevo fatto un post sulla Pinacoteca di Brera, e là vidi un dipinto che subito cercai su google e salvai sul pc, per farne un articolo dedicato alla Malinconia, regina alla corte dei sentimenti.
Quindi, ricapitolo:
Cita
Malinconia
Amore
La lista si allunga ma io segno tutto; prima o poi ce la faccio :D
ciao!
ps: vivere "tristemente" è scritto con ironia, ovvero vivere con maggiore pathos, quindi vivere. La "tristezza", come scrivi, non rende merito a un sentire ben più complesso e strutturato, come il bouquet di un buon vino.
EliminaMelanconìa: io la vivo, ormai, come consapevolezza, come presenza a me stessa, come partecipazione alla vita ed al mondo.
EliminaAnche nei momenti in cui ho gioito le ho permesso di mantenere la sua preziosa e legittima posoziomne. Non esiste felicità permanente: s' ha da saperlo, si deve ingoiare il veleno di questa verità, senza paura.
E' l' inevitabile scotto del guardare ogni evento ad occhi spalancati. Eppure si deve, se è la sincerità con sé stessi che si ambisce raggiungere.
Per me lo è -non so se per fortuna o purtroppo- e non posso evitarlo.
Conosci l' incisione di Durer "Melencolia" con tutti i suoi simboli ermetici? E' una meraviglia (e poi c' è pure il cane...)
Guarda che non dimentico, eh, Kisciotte: ho segnato anch' io la lista...
Nel caso poi l' amore per la pittura ti spingesse fino alla Serenissima, alla mostra di Klimt al Museo Correr, fammi sapere quale coccarda ti appunterai, sì che io possa smascherarti senza incorrere in imbarazzanti qui pro quo con gli sconosciuti.
;-)
Già, è come per un lupo che ulula alla luna. Non per fortuna o per purtroppo. Ma perché a ogni creatura appartiene un istinto. Anche a noi.
EliminaL'ho conosciuta adesso grazie a te (mi è piaciuto molto il leprotto nella pagina, il cane smagrito mi ha ricordato quello sopra la botte di Diogene e anche un poco il piccolo aiutante di babbo natale dei Simpson... ehm...); quella che ho visto io (che non ti rivelo per farti una sorpresa, tanto figurati se già non la conosci) non ha simboli apparenti. Ma una bella sensazione me l'ha trasmessa.
Sì, sì, segna segna.
Di Klimt ho visto alcune mostre, una volta una a Berlino, una a Palazzo Reale a Milano e qualche settimana fa il Fregio di Beethoven tuttora in corso se non erro allo Spazio Oberdan.
Non penso di spingermi fin nel tuo salotto, ma il giorno che accadrà mi metterò in costume da qui quo qua pluto e paperino per farti imbarazzare.
Io ci vado a nozze con certe imprese!
;D
Come è un'impresa la madre di tutte le guerre, per il trionfo del Santo Kaptcha.
ciao Morena, a presto