lunedì 3 settembre 2012

Più di una localizzata affezione fisica, è l'eterna nostalgia a dare acuto dolore.
 
C'era un sistema di vita che pareva possibile, seppure dopo strenua lotta ed eroica resistenza, ed invece non è stato mai, neppure in un approssimativo abbozzo.
 
Un grande sogno globale -che era intimo e personale e purtuttavia politico, nonché l'esatto opposto-, permea ancora le sotterranee cellule e forma una sorta di singolare ipoderma.
Rimane quindi una pelle nostalgica, a rivestire un corpo ed un'anima  fatalmente malinconici. Incredibilmente, è uno stato che mantiene una certa integrità di distaccata bellezza. Sì, è il solo modo che conosca per salvare la bellezza.
 
E' un vero guaio rapportarsi in questo modo alla realtà dei fatti ed alla verità delle persone.
Il mondo non è mai calibrato sulle nostre aspettative, le nostre aspettative non sono mai totalmente legittime e lecite ed aggreganti, l'aggregazione  in un insieme di troppe monadi frustrate e disperate rese vulnerabilissime dalla percezione della loro stessa solitudine comporta sempre perdita della primordiale purezza. Nella vita di relazione, a qualsiasi livello la si consideri e nelle sue diverse accezioni, l'uomo tradisce fatalmente sé stesso e si corrompe: impossibile non piangere la sua sostanziale sopravvenuta ed irrimediabile miseria.

Quando ti parlo e  ti ascolto, le rare volte ormai che ti ripresenti al mio cospetto in quelle tue frettolose e formali comparse, io ho pietà e nostalgia di quel 'noi' che non è mai stato. Mi chiedo se sia più grande la tua responsabilità nell'essere stata così irresponsabile nel fingerti mia affine (tu che sapevi quanto sia concreto per me lo spendersi in un'amicizia), o la mia nel vietarmi di considerare con lucidità tutte le odiose contraddizioni che lo rendevano impossibile e che io ho voluto ignorare.
In ogni caso, non assolvo nessuna di noi due per la lunga e dolorosa agonia di quest'amicizia bugiarda.
Ne trattengo la malinconia del sogno deluso, la bellezza solo immaginaria: è di questo, anche, che si nutrono e  l'anima e l'intelligenza.

... così come quando, tristemente, fortunatamente di rado, succede di risentire chi con me, al tempo della giovinezza, aveva vissuto le stesse speranze e lo stesso progetto politico ed ora racconta della sua casetta con giardino, del suo ordinato matrimonio con eredi e delle ordinarie ambizioni di benessere privato, io altro non posso opporre che la solita nostalgia guaritrice e pietosa, che sa restituirmi con fedele esattezza la verità inoppugnabile degli intenti e delle intuizioni di allora, quando esisteva ancora un'ambizione legittima di purezza ...


Io non lo so più se quando si parla sono le rispettive nostalgie delle personali immaginazioni a tentare un dialogo; io non sono più certa che noi si parli tra noi e di noi, e non già del nostro intimo ed ancestrale sognare.

 

4 commenti:

  1. Più di una localizzata affezione fisica, è l'eterna nostalgia a dare acuto dolore.

    cara Morena, comprendo l'enunciato e tuttavia mi permetto di eccepire per esperienza quotidiana assai diversa

    ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io voglio sperare di poter interpretare questa tua affermazione in senso ottimistico e positivo, cara Olympe.
      Ciao, e grazie per l'attenzione.

      Elimina
  2. Tu dici: "Io non lo so più se quando si parla sono le rispettive nostalgie delle personali immaginazioni a tentare un dialogo; io non sono più certa che noi si parli tra noi e di noi, e non già del nostro intimo ed ancestrale sognare."

    Che differenza fa, cara Morena? Nel nostro intimo facciamo tutti lo stesso sogno.

    RispondiElimina