domenica 1 luglio 2012

Cantando il barbarico Yawp sui tetti del mondo.

Perché la conoscenza guasta?

L'uomo è in perenne sfasamento temporale sé stesso/mondo.

(Io, io sono in perenne sfasamento tempo-spazio.
Con il cuore frantumato per i miei inenarrabili casi, frastornata da un'esplosivo coktail di geni un po' autodistruttivi ed un po' uranici,  mentre guardo la gente normalmente vivente e la sento dire le cose normali che s'ha da dire e di cui s'ha da discorrere, e leggo, pure, allo stesso modo, le congrue indignazioni per la  politica e per l'economia e per il malcostume e per le ingiustizie e per ogni altra cosa intellettuale e materiale che stride offende infastidisce, o anche il pathos romantico di chi è solo e non vorrebbe più, o le arguzie filosofiche, i tuffi nei pozzi teologici, e tutto il resto, mi chiedo dove mai io sia, ché là non ci sono, neppure impegnandomi al massimo. E mi chiedo, dal basso della mia oziosa razionalità, "sarò mica un' Asperger tardiva?", ed idealmente  m'involo, proiettandomi altrove ed in altro tempo. Che però non c'è. O non lo so. Bisogna 'farsi' qualcosa, qualcuno,  di tanto in tanto, sennò s'implode.

Ora provo: sto guardando il dvd  'Live in New York City  ", 2001, Bruce Sringsteen & The E Street Band. Funziona: divento creatura sognante ed onnipotente, potenzialmente gioiosa, posso essere qualsiasi cosa, e pienamente.
Mi scappa... la mossa del Boss e  della Band: chi l'ha visto, capirà.
Yawp! Era facile.

Per un po' d'istanti. Poi passa. Non mi piace neppure più:
è andata,
ed io ritorno."




L'asincronia e l'asimmetria tra il suo pensiero, la sua attitudine al sogno, anzi al suo barbarico sognare, prima di toccare la realtà, e la supposta esatta interpretazione di quest'ultima -poniamo sia, ad esempio, la fisicità e la concretezza di una persona prima avvicinata soltanto idealmente e poi conosciuta di fatto- attraverso gli elementi empirici, è la reiterata, eterna, inesorabile sconfitta del vivere.



1 commento:

  1. "Gli individui affetti da questa sindrome possono osservare un sorriso e non capirne il significato (cioè non capire se si tratti di un segno di comprensione, di accondiscendenza o di malizia) e nei casi più gravi non riescono neppure a distinguere la differenza tra sorriso, ammiccamento e altre espressioni non-verbali di comunicazione interpersonale; per loro è estremamente difficile saper leggere tra le righe, ovvero capire quello che una persona afferma implicitamente senza dirlo direttamente (la menzogna, i doppi sensi, l'ironia implicita). Interpretano gli altri esclusivamente come si mostrano effettivamente, ne danno cioè un'interpretazione solo letterale." (tratto da Wikipedia)
    Magari col passare degli anni diverrai tardona, ma tardiva non mi pare proprio.

    Io, quando al liceo facevo le gare di corsa campestre la domenica, ero solito caricarmi al mattino facendo stretching pre-gara, a casa, mandando a manetta tutto l'album "A kind of magic", con le colonne sonore di Highlander. Mi dava una carica pazzesca, assurgevo tra i predestinati al podio. Quindi, ringalluzzito e onusto di tangibili sogni di vittoria, andavo alla gara. E tornavo me stesso, un brocco perdutamente innamorato della corsa, sempre sedotto e lusingato dalla dea Atalanta, ma mai accolto nel talamo del suo podio.
    Mi piace comunque pensare ancora adesso che, senza quel mio Queen Yawp mattutino, anche gli ultimi due dietro di me mi sarebbero arrivati davanti.

    Se un minimo hai sorriso leggendo quanto sopra, magari sei Stramber, non certo Asperger.
    Ciao :o)

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