Il sottostante scritto avrebbe potuto intitolarsi, avventatamente, "Tipi -9" ed aggiungersi ai precedenti in naturale sequenza. Per fortuna mi sono avveduta per tempo dell'insita contraddizione. Infatti qui sotto non si scrive di tipi umani. Qui entriamo con lenti speciali nei micromondi sempre sconosciuti.
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E' da un po' che ci giro intorno, che tergiverso, che provo a glissarla, che ci edifico attorno e sopra -io che sono da sempre una creativa fallita perennemente dilettante- fregi e merli, pensieri architettonici in sovrappiù, ricami ideali e sfumati sfondi -coreografia di salvamento, malinconica strategia di disperata sopravvivenza-, e l'ho fatto per non essere precipitosa, od eventualmente ingiusta ed ingenerosa, ma stamattina ho avuto il coraggio di ispezionarmi con minuzia e distacco allo specchio e così l'ho vista, e, giacché la viltà, ai miei occhi, è il più ripugnante degli espedienti cui ricorrere per alleggerire il senso della nostra miseria esistenziale, ho dovuto prenderne clamorosamente atto.
Ovvero: lasciare che la verità di quanto ho visto e che da sempre conoscevo allo stato larvale, gocciolasse dentro, in stille incandescenti ed acide.
Lo scarafaggio kafkiano non ha più alcun segreto, per me: ci somigliamo come gemelli, ma fin dalla nascita.
Sì, perché scarafaggi si nasce, non si diventa. Scarafaggi si è all'origine, e l'orrendo risveglio rappresenta piuttosto il disvelamento compiuto, non già la fine di un processo di metamorfosi.
E' perfettamente conseguente la deduzione che una blattodea non ruscirà in alcun modo a sentirsi realizzata o compresa in un mondo d'umani-tipo, nonostante la sua stessa natura l'abbia obbligata ad un lungo processo di mute susseguenti, in cui, di volta in volta, lei rafforzava la sua folle convinzione -evidentemente suggeritale dall'inconsapevole e sovrastante legge mimetica naturale- d'essere, per l'appunto, umana e finanche troppo umana.
Così, ora che ho smesso di girare ed ho spalancato gli occhi, mentre la pianto di cercare motivi e capri espiatori vari per motivare la mia blatta.realtà, giusto per rendere decorosamente leggibile questo post, come fosse una novella un po' macabra, ma forse pur sempre, limitatamente a qualcuno, di qualche interesse, elencherò qualche uso, accadimento e costumanza di uno di noi 4000 scarafaggi androidi esistenti.
- Ogni vita è un non sense. Gli umani hanno escogitato tutta una serie di espedienti per convincere sé stessi che invece no e basterebbe cercarlo, o adottarne uno qualsiasi già confezionato ed in uso. Lo scarafaggio non ne è assolutamente capace perché dilaniato dal dubbio e da mille interrogativi di coscienza ed inoltre a conferma, per tutta una serie di straordinarie casualità, gli accadono le cose più assurde e rare. Da ciò se ne potrebbe anche dedurre che egli funga da parafulmine cosmico alle tempeste di sfortuna, ma, naturalmente, così non è, perché quest'ultima ipotesi investirebbe comunque di un senso le sue sofferenze. Invece il senso -già s'è detto- non c'è mai ed è possibile soltanto fingerlo.
- Lo scarafaggio -com'è comprensibile, data la sua eccentricità- non riesce sempre a tradurre in parole umane i suoi reconditi pensieri né a trasmettere fedelmente agli altri la giusta prospettiva per consentire loro di interpretarli, cosicché può succedere che nel mentre egli si arrabatta per rendere l' idea con una certa precisione, quelli son già partiti per la tangente più a loro confacente e sbrigativa.
- Lo scarafaggio tira un mezzo sospiro di sollievo quando s'accorge che nei rapporti infra-umani succede pure così. Ma nel deglutire questa considerazione, ne sente tutto il sapore amaro. Perciò vi si oppone intimamente (lo scarafaggio è sempre un idealista) e si sente, singolarmente e molto, oppresso da pesante dispiacere.
- Lo scarafaggio è inizialmente uno spirito di sinistra, a causa di un viscerale amore verso gli oppressi. Siccome aborre i compromessi, più tardi propende per un nobile ideale anarchico a-violento per poi, successivamente, scoprire che quale che sia la bontà di un iniziale intendimento l' uomo saprà sempre e comunque corromperlo ed infestarlo di egoismo spicciolo. In conseguenza di ciò, lo scarafaggio non potrà più credere in nulla.
- Esso ama molto intensamente, ma fino a quando ama e non un istante di più. Di ciò gli umani, che hanno istituzionalizzato l'amore, si spaventano e scandalizzano, ma a lui pare perfettamente congruo e perfino onesto.
- Lo scarafaggio detesta le mode. Le vetrine, i termini 'outlet- fashion' lo intristiscono. Non indosserebbe mai gli stivali sopra i jeans se non per andare a pescare peoci. Ha una certa sua idea di eleganza e stile, anarchiche pure quelle. Odia in egual misura la sciatteria e la trascuratezza. Ma tutto ciò appartiene al suo intimo gusto o disgusto e prova a non renderlo un pregiudizio che penalizzi i suoi rapporti con gli altri.
- Lo scarafaggio patisce massimamente lo stress del vivere. Talvolta ha un lavoro pesantissimo anche fisicamente. Le sue zampette a sera gli fanno così male e desidera così tanto il riposo del sonno da crollare sulla tastiera. Rivolge un dolce pensiero ai suoi pochi amici e lettori, e s'eclissa nella sua piccola tana, prima che qualcuno, innervosito dalla sua petulanza, lo centri con una mela diritto al cuore.
sono sempre più stupito di quante persone simili a me ci siano al mondo... secondo la tua classificazione scarafaggi... io trovo che siamo solo persone molto intelligenti e sensibili, che per le vicende della nostra vita siamo anche tristi... e ciò produce dei mostri che sprecano diciamo l'80% del loro tempo a pensare scientificamente al senso delle estremità più recondite dell'universo. sono arrivato alla conclusione che lo scarafaggio avrebbe bisogno di una cosa sola: l'amore. e una vita sessuale soddisfacente. io sono però ostinato ad uscire dalla mia condizione di scarafaggio. magari solo temporaneamente. ho notato una cosa. non so se per masochismo o per quale altra bizzarria del mio cervello (soprattutto per colpa di internet), mi trovo a leggere biografie di persone che hanno avuto quello che mi piace chiamare il mal di vivere, per vedere come è stata la loro vita e come sono morti. sono ossessionato dalla morte, da quando ho capito che è solo questione di tempo; vivere è come avere un tumore a lunghissima data di scadenza. fosse anche tra 40 anni, io morirò, e sarò io (non uno del futuro) che dovrò affrontare la mia morte, e sarà anche l'ultima cosa che farò. ma ora sto divagando, dicevo, il segreto per una buona vita è l'amore; ho notato (cosa importante, che forse hai dimenticato o hai negato a te stessa nella lista) che lo scarafaggio di solito non è di bell aspetto e sicuramente non è un adone. diciamo che c'è una fortissima correlazione tra amore e aspetto fisico! bisogna provare, e la palestra potrebbe essere la soluzione. per chiudere voglio dirti che ti voglio bene, anzi ti amo, perchè se non posso essere amato, almeno posso amare... ah noi fragili individui inadatti alla vita..
RispondiEliminaio trovo però che la bontà sia un difetto e la pertinacia una virtù!
RispondiEliminaEpicuro ti redarguirebbe con compassionevole logica e ti porrebbe una domanda oziosa: "Che senso ha preoccuparsi della morte? Quando morremo non avremo coscienza d'esserlo".
EliminaIn un certo senso non ci riguarda affatto. Ma tu parli 'del morire' -io credo-, non della morte, ed il morire inizia con la nascita, fatalmente, senza eccezione alcuna.
Non abbiamo alcuna altra alternativa allo spostamento della focalizzazione del pensiero verso ciò che è vitale e respira dentro e fuori di noi.
E l'aspetto fisico -secondo il mio intendimento- non ha alcuna relazione diretta con lo status di scarafaggio, che è un affare d'anima e di intelletto o, se vuoi più poeticamente, di 'destino'.
Bontà e pertinacia sono entrambe virtù: nel profilo, su questo, ci ho un po' scherzato, ché se avessi dovuto elencare davvero i miei difetti ne sarebbe uscito un poema epico. ;-)
Ti ringrazio per le tue parole finali.