lunedì 5 dicembre 2011

A loro le lacrime, a noi il sangue

Noi, che abbiamo dato i natali al melodramma, non ne dovremmo affatto essere sconvolti...
Ma, prima d' ora, io non avevo mai visto singhiozzare un Ministro in diretta.

Ricordo, veramente, un aspirante Presidente del Consiglio, in tempi già sospetti -ma soltanto per i più 'scafati' e maliziosi, i soliti 'comunisti'-, piangere nel 1997 sull' atroce sorte di alcuni diseredati disgraziati,


e poi anche, un po' più tardi, per la dipartita di un fido dipendente di sue televisioni, esecutore scrupoloso di un' importante parte del grande processo storico di mediocratizzazione del nostro Paese, ma non esisteva ancora l' amara odierna consapevolezza d' essere tragicamente in bilico sul baratro economico e finanziario di un intero sistema.

Ci son stati, nel frattempo, molti profeti. Ed i profeti, per loro stessa natura e destino, o sono disarmati, o troppo depressi e depressivi per risultare efficaci, oppure un po' ignavi e dalla voce niente affatto stentorea.

Il risultato, giunti al capolinea, sono le lacrime di una Ministra, la quale, annunciando il prossimo venturo colpo d' ascia su tutti coloro che accasciati già lo erano da sempre, o ne prova cocente vergogna, o dà una dimostrazione davvero encomiabile di autentico talento d' attrice.

A lei le lacrime, ed a noi
il sangue.

6 commenti:

  1. Non riesco a credere "all'encomiabile..."
    propendo per la vergogna, non riesco a non illudermi che un barlume di umanità la conservino so di rischiare seriamente di fare la figura dell'illuso.
    Ciao

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  2. @ giovanni:
    Vorrei poterlo credere anch' io, sai, ma purtroppo questo implicherebbe l' accettazione passiva e fatalistica di ogni ingiustizia. Pensare che comunque sonnecchi dell' umanità in chi ci lede non basta ad assolverlo, ed a nulla valgono la sua 'sobrietà'dialettica, o il suo 'sobrio' tailleur. Esiste una pericolisissima suggestione di buonafede,soprattutto nella politica rampante, dietro cui si celano i disegni più iniqui. Soprattutto, però, non cambia l' oggettiva realtà delle sue vittime. Non viviamo "nel migliore dei mondi possibili", non possiamo emulare il Candido volteriano che vede positività in una catastrofe.

    Ma l' umanità vera c'è -eccome!-, e non è un sogno infranto: sta solo dall' altra parte della barricata.

    Ciao, puro d' un Giovanni! :-)

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  3. Prima di entrare nel merito delle lacrime della ministra, non le affiancherei nemmeno per un istante all'encomiabile recita del tale nel video.
    Come dici, non si può aver certezza delle intenzioni altrui.
    Di mio dico, avendo visto in diretta tutta la conferenza, che reputo quella signora una professoressa di Economia politica, che probabilmente ha passato una vita a studiare e insegnare forse l'esatto opposto dei provvedimenti antiwelfare che era chiamata a interpretare, diventandone la ministra espiatoria.
    Tutto questo per colpa di politici inetti che hanno lasciato il lavoro sporco a chi non ha il pelo sullo stomaco per farlo senza battere ciglio, magari ridendo strafottenti o piangendo encomiabili.
    Penso che in quelle lacrime ci siano cocente vergogna e doloroso senso di impotenza, uniti alla consapevolezza che al punto in cui siamo lei non potrebbe fare diversamente; e magari per anni si è gonfiata il fegato vedendo i politici non correggere la rotta per tempo. Ora è stata messa al timone solo per dare il segnale di collisione.
    Io ho molto rispetto e nessun dubbio di malafede su quel pianto. Senza bisogno di scomodare l'hidalgo di Cervantes.
    Spero proprio di avere ragione, per la fiducia che nutro nelle persone. Un nano puttaniere non lo accetto come metro di misura di ogni persona.
    Altrimenti vince lui.
    Ciao :o)

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  4. @ Kisciotte:

    Non lo so, nobile Kisciotte, non lo so. Non so dove stia il "vero" vero. Spero vivamente che tu abbia ragione, così come non dubito che esista ancora Bellezza pur nascosta tra gli orrori della realtà. Ciò in cui le mie certezze vacillano sta, semmai, nell' assunto del Poeta che la ritiene capace di salvare il mondo.
    Non provo alcun piacere, in ogni caso, ad irridere alcuno per ragioni di solo principio, né i miei sospetti sono fomentati da istinti forcaioli. Ad istituzioni indebolite si guadagna la mortificazione nazionale: non è divertente, né rassicurante.
    Il rispolvero delle lacrime del satrapo nazionale, però, non aveva carattere di relazione con l' accaduto durante la conferenza (che ho seguito anch' io interamente), ma bensì l' evidenziazione di un' italica tendenza al melodramma, che ci rende davvero unici come Paese in ogni occasione più o meno storica e pregnante.
    Sarà che, a causa della mia indole, provo autentico pudore nell' esternazione eccessiva di sentimenti ed emozioni, e ritengo che una politica "umorale" sia quanto di meno ci serva in questo difficile momento, soprattutto nella consapevolezza che avrà una lunga, e dolorosa, proiezione futura.

    Sull' incapacità dei nostri rappresentanti in Parlamento non ho molto da aggiungere a quel che già hai esposto tu, qui e nel tuo blog: abbiamo sostenuto per decenni una classe politica semplicemente non all' altezza dei compiti e non siamo esenti da responsabilità come elettori.

    Alla prossima. Grazie dei tuoi interventi, e felice notte.

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  5. @sirio59.mm
    Sì, certo, non c'era relazione di comparazione e nemmeno io ho supposto volessi farla. :)
    Come dici siamo propensi al melodramma, però penso che non sia segno di debolezza, in certi casi (che poi sono casi inaspettati e quindi non "certi") esternare una lacrima (se sincera).
    Per me la sensibilità non è mai negativa, a patto di avere il carattere e la personalità per usarla al meglio (altrimenti è melodramma).

    Pensa che, a riguardo, ho ricevuto un commento sotto un mio post, da parte di una lettrice che, con sensibilità tutta femminile, ha fatto notare come il pianto di Elsa la espone all'irrisione specialmente di una cultura maschilista.
    Ebbene, Castelli e Feltri non hanno perso l'occasione per confermare il dubbio, ridendo spocchiosi riferendosi alla "femminuccia".
    Beh, se un maschio non si deve vergognare di certi ghigni, non vedo perché una donna debba vergognarsi della propria emotività, a patto che resti un'emozione che arricchisce la persona e non una fragilità di tempra che non è ammessa in un simile ruolo.
    Quelli che irridono il pianto di una donna istituzionale, di solito sono gli stessi pronti ad asciugarle le lacrime con fare protettivo, ma soltanto in un salotto o in una cucina.
    (come direbbe il Guzzanti su Marte, per poi punire la femmina e dar figli alla patria).
    Per me ben venga il baratto tra meno pelo sullo stomaco e più lacrime sulle guance.
    Le lacrime cessano, il vizio resta.
    Grazie della lunga risposta.
    (io sono logorroico a volte, tu porta pazienza o fammelo notare, se sono moscerino)

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  6. @ Kisciotte:

    ti sono molto grata, piuttosto, della tua "logorrea", che io chiamo dialogo, e mi dà sempre massimo piacere, quando condotto e sviluppato in questo modo.
    (Per inciso, uno degli effetti del sistema-blog che sovente mi spiace - ma accetto in totale tolleranza- è la decantazione e l' interruzione di argomenti magari anche pregnanti e coinvolgenti, a causa di una certa "sindrome di novità e accelerazione" tipica della rete.)

    Detto questo, l' accenno nel mio commento all' esternazione dell' emotività, era piuttosto personale -mi scuso anzi perché non così interessante-, ma parlando di "pudore" non intendevo "vergogna". Pensavo, semmai, alla cautela, al riserbo, alla protezione dei sentimenti.
    Nel caso di specie, e per ritornarvi, i cittadini italiani più deboli destinatari delle pesanti misure presentate dalla Ministra, nel vederla piangere non possono che aver pensato "se piange perfino lei, allora siam davvero perduti".
    Credo che una buona politica dovrà abbandonare per sempre e d' ora in poi, qualsiasi personalismo e sensazionalismo.
    Credo che i politici futuri dovranno mettersi nell' ordine d' idee d' essere servitori dello Stato e dei cittadini che rappresentano.

    Quanto al machismo ed al maschilismo imperante, caro Kisciotte, non posso che convenire con te nell' amara constatazione che sia ancestrale vizio mai davvero estirpato dai gangli del Potere, e di quanto sia radicato nella cultura, nel mondo del lavoro, nella vita quotidiana, in ogni dove, in quanto donna ne ho perfetta ed amara consapevolezza.

    Ti saluto con un virtuale sorriso.

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