Mentre scrivono il post si rammentano di ciò che pensano generalmente dei blogger: "Son quasi tutti appartenenti alla categoria dei frustrati velleitari."
La suddetta categoria, per inciso, può ulteriormente suddividersi in molte sottocategorie la cui menzione dettagliata risulterebbe oziosa, tant'è, ad esempio, che la prima sottovoce "gli sfigati", -la più ampia-, a sua volta si (sotto) sviluppa nei vari e numerosi bisbiglii: "repressi", "supponenti", "presuntuosi", "egocentrici", "perditempo", ecc. ecc.
I tipi 18, quindi, sono devastati intellettualmente dall'auto-critica, alcuni perché si sentono in diretta competizione con Dio -anche quando non credono che esista- ed anelano ad un'impossibile visione d'insieme che dia senso all'esistenza umana, altri perché impegnati in una sorta di crociata solitaria alla conquista della purezza d'intenti che par loro sola ed ultima roccaforte segreta possibile da opporre alle lordure ed alle miserie del mondo.
Ritengono, in questo modo, di usare un po' di riguardo alla loro anima.
Ciò rende loro oltremodo complicato il vivere, giacché si trovano nella disperata condizione di dover conciliare la natura tipica della specie, che è socievole, credulona ed istintivamente dialogica, con la loro puntigliosa determinazione a non immischiarsi nei meccanismi meschini e spesso squallidi della comunicazione.
Addivengono, dopo ormai prevedibili e cicliche sequenze di tentativi, ad approdi di silenzio, il quale se non reca grande sollievo, rappresenta il minore dei mali.
I tipi 18 sono molto logici, ma sempre in modo eccentrico, talvolta oscenamente impietoso.
Soprattutto alle soglie della fase matura della loro vita, costoro approdano ad una cristallina intolleranza verso qualsiasi forma d'alibi intellettuale, etico, politico, sentimentale.
Non sono intimamente sprezzanti o superbi con gli altri, ma ogni approccio o circostanza, nelle più varie occasioni, provoca puntualmente un ulteriore sgretolamento della sempre più esigua fiducia che essi intuiscono di poter ancora accordare.
Sono tipi un tempo idealisti, cui è risultato impossibile l'adeguamento alle normali disarmonie dei rapporti tra terrestri, che l'elasticità e la disinvoltura del linguaggio continuamente legittimano.
La suddetta categoria, per inciso, può ulteriormente suddividersi in molte sottocategorie la cui menzione dettagliata risulterebbe oziosa, tant'è, ad esempio, che la prima sottovoce "gli sfigati", -la più ampia-, a sua volta si (sotto) sviluppa nei vari e numerosi bisbiglii: "repressi", "supponenti", "presuntuosi", "egocentrici", "perditempo", ecc. ecc.
I tipi 18, quindi, sono devastati intellettualmente dall'auto-critica, alcuni perché si sentono in diretta competizione con Dio -anche quando non credono che esista- ed anelano ad un'impossibile visione d'insieme che dia senso all'esistenza umana, altri perché impegnati in una sorta di crociata solitaria alla conquista della purezza d'intenti che par loro sola ed ultima roccaforte segreta possibile da opporre alle lordure ed alle miserie del mondo.
Ritengono, in questo modo, di usare un po' di riguardo alla loro anima.
Ciò rende loro oltremodo complicato il vivere, giacché si trovano nella disperata condizione di dover conciliare la natura tipica della specie, che è socievole, credulona ed istintivamente dialogica, con la loro puntigliosa determinazione a non immischiarsi nei meccanismi meschini e spesso squallidi della comunicazione.
Addivengono, dopo ormai prevedibili e cicliche sequenze di tentativi, ad approdi di silenzio, il quale se non reca grande sollievo, rappresenta il minore dei mali.
I tipi 18 sono molto logici, ma sempre in modo eccentrico, talvolta oscenamente impietoso.
Soprattutto alle soglie della fase matura della loro vita, costoro approdano ad una cristallina intolleranza verso qualsiasi forma d'alibi intellettuale, etico, politico, sentimentale.
Non sono intimamente sprezzanti o superbi con gli altri, ma ogni approccio o circostanza, nelle più varie occasioni, provoca puntualmente un ulteriore sgretolamento della sempre più esigua fiducia che essi intuiscono di poter ancora accordare.
Sono tipi un tempo idealisti, cui è risultato impossibile l'adeguamento alle normali disarmonie dei rapporti tra terrestri, che l'elasticità e la disinvoltura del linguaggio continuamente legittimano.
Mi vedo come riflesso in uno specchio. Con tutti pori e i difetti della pelle.
RispondiElimina... è il motivo per cui ti voglio bene.
Elimina