sabato 8 dicembre 2012

Dolore che respira

Non so che cosa esattamente la inneschi e perché avvenga in quel determinato momento, ma ad un certo punto arriva come una folgore lasciandoti meravigliata e purtuttavia impietrita.
Pare un'arcana sentenza che esula dallo strepito  e dal ronzìo di questo piccolo mondo.
 
Sarà che l'atmosfera algida innevata, con la sua suggestione ottundente ed un po' stupefatta, l'ha invitata a disvelarsi senza più reticenze ed inutili riguardi per la tua fragile ma oggettivamente inutile sensibilità d'umana che alimenta sempre ridicole speranze ed illusioni, ma il tuo risveglio è stato un aprire gli occhi alla verità.
 
Ed allora sai che non hai più niente di quello che ti illudevi d'avere. Sai che sono scomparsi definitivamente padre, madre, figlio, amore, amici.
Sai di non averli avuti mai, perché tu hai preferito un'Idea olimpica alla lordura dei compromessi del vivere, all'inganno delle parole facili.
Sai di meritare esattamente il niente che possiedi, e che ogni cosa è giusta.
Sai d'essere innocente, e sai che non ha alcuna importanza.
 
Chi sei, dunque, adesso?
Sei il sunto dei tuoi dolori. Risplende come il bianco abbagliante sui tetti, in un silenzio sovrano.
 
Tu sei dolore che respira, in quest'inattaccabile solitudine.

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