tag:blogger.com,1999:blog-87278846195307076852024-03-06T01:37:06.110+01:00Galassia malinconica"A chiunque ha perduto ciò che non si ritrova"sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.comBlogger415125tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-62928915903039186642024-02-26T19:08:00.001+01:002024-02-26T19:08:36.140+01:00Tipi - 30 /Cafard<p style="text-align: justify;">Probabilmente quando si giunge ad abdicare al linguaggio e non si soffre di alcuna precisa patologia scientificamente catalogata, l'incrinatura generica nei rapporti umani e sociali che prima si avvertiva in modo timido ed ansiogeno, spesso accompagnata da un non bene sondato senso di colpa, diventa abisso e può scatenare un potente desiderio di totale dissoluzione e sottrazione come estremo atto di sollievo e fuga.</p><div style="text-align: justify;">E' inutile insistere o sforzarsi dolorosamente in improbabili elucubrazioni per trovare un qualche senso all'inanità generale oggettiva delle azioni e degli scambi verbali possibili nel sistema di vita in cui ci si ritrova intrappolati. E' inutile perché allo stato delle cose non esiste alcuna alternativa reale possibile capace di rispettare nel contempo la propria coscienza con il senso di giustizia incluso e le proprie esigenze materiali.</div><div style="text-align: justify;">La felicità sta nella condivisione di un'idea, un pezzo di pane, un tetto sulla testa, un abito con cui coprirsi, solidarietà umana con cui scaldarsi ma al contempo con la capacità lucidissima di accettare la propria solitudine in un'aporia vissuta eroica ed eccelsa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><i>La ricchezza come modello, i ricchi come tipo sociale, il potere come fine, mi fanno vomitare, quasi letteralmente: i presupposti e le conseguenze della loro esistenza sono sempre dei crimini. Non vorrei vivere neppure un solo istante in un simile stato e la cosa mi fa sorridere dato che richiama un messaggio francescano con cui io, atea, non ho nulla a che fare: non induco al misticismo. </i></div><div style="text-align: justify;"><i>Quel che per me è ributtante scandalo per troppi altri è malcelato unico desiderio, anche fra gli ultimi. </i></div><div style="text-align: justify;"><i>La differenza tra l'ideale religioso e quello comunista sta nell'accettazione supina da parte del primo della fatalità della nascita e non già nella denuncia delle responsabilità del mantenimento di un sistema di sperequazioni sociali frutto di precise strategie.</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Comunque quella è un'altra questione, anche se rimane <b>la causa e l'effetto </b>dell'alienazione.</i></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ormai la peristalsi intellettuale e culturale è quasi conclusa: serve un poco di coraggio per guardare il preludio del vuoto, inevitabile, che costituisce l'essenza stessa di ogni vita.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Stanno invece in ogni luogo a berciare litigando su concetti insulsi e sempre frammentari in un'apoteosi di esibizionismo che a me imbarazza, nella più assoluta ignoranza della risibilità di ogni affermazione.</div><div style="text-align: justify;">Che si tratti di secolarismo, di religione o di psicologia l'effetto non cambia.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Forse è malattia: <i><b>cafard</b></i>, il male dello scarafaggio. Malinconia e tristezza, pensieri cupi che non danno tregua, capaci di oscurare il sole.</div><div style="text-align: justify;">E' disperato, impossibile amore per la vita solo sognata.<br /></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-4853221418366297542023-09-15T16:57:00.001+02:002023-09-15T16:57:51.769+02:00Piccola anima smarrita e soave - 12- "symply man"<div style="text-align: justify;">Dev'essere una prerogativa spiccatamente americana di un certo momento storico, poi trasposta in testo e musica da più di un rockerman, quella di ricordare insegnamenti fondamentali preziosissimi ed altamente etici ricevuti nel corso dell'infanzia dai classici maestri spiriti-guida che abbiamo da bambini: una madre, un padre, un nonno, una nonna. </div><div style="text-align: justify;">Gli Americani, d'altronde, sono campioni planetari della predica e del moralismo quasi sempre spiccio, ipocrita e dozzinale.</div><div style="text-align: justify;">Inciampata per caso nell'ascolto di <i>"Simply man", </i>dei Lynird Skynird (ché mi ritrovo in fase di rock nostalgico), il nonno raccomanda al nipote di perseguire solo la semplicità, non corrompersi rincorrendo denaro ed ambizioni, preservare il candore della propria anima. Di testi analoghi ne troveremmo a palate perché nulla è più facile del blaterare a vuoto ed evocare purezza di intenti anche quando di fatto ci si immerge volontariamente fino al collo in una cloaca.</div><div style="text-align: justify;">Ricordo invece quel che mi dicevano i miei, di nonni, quei poveri cristi
giocoforza materialisti. Mi dicevano "<i>Magna 'more, che ti xe verde</i>", giacché
parevo loro sempre emaciata anche quando, nella fase adolescenziale,
ero al contrario burrosa ed in qualche punto rotondetta. L'invito all'opulenza ed all'eccesso è proprio di chi ha sperimentato carenze e privazioni e loro di appetiti mortificati ne avevano fatto amaro esercizio. </div><div style="text-align: justify;">In fondo, e comparabilmente, è molto più frequente che lo schiavo aspiri a diventare un padrone piuttosto che desideri anche per gli altri un mondo senza schiavitù: l'egoismo umano è congenito, la meschinità è una dotazione della nostra stirpe che molti giudicano indispensabili alla sopravvivenza: Darwin docet, buon per loro.<br /></div><div style="text-align: justify;">Personalmente non concedo supremazia ad alcun aspetto particolare della vita: le affezioni materiali e quelle immateriali distruggono con la stessa veemenza corpo e spirito, sia che convivano sia che non convivano nel medesimo individuo.</div><div style="text-align: justify;">Se la questione non fosse tanto relativamente irrilevante sarebbe semmai da chiedersi quale sia più solerte e rapida nell'ucciderci. <br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ora, ora che ho visto tanto, che ho vissuto abbastanza, ora che ho subito la rovinosa sconfitta nella pretenziosa crociata della ricerca della felicità, prendo atto, con grande lucidità, che la sola<u> certamente reale finalità di una vita</u> è la morte ed il resto è interamente illusione o personale, troppo personale, interpretazione, compreso il piacere.</div><div style="text-align: justify;">E' l'insostenibile inutilità dell'intelletto.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> <br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-38420405779410343052023-05-22T18:46:00.000+02:002023-05-22T18:46:33.923+02:00Appunti antropocentrici -15-<p style="text-align: justify;">Ogni cosa è ferocemente squallida, fin l'aria, che sa di generale catastrofe. E non c'è una sola persona che io conosca pacificata con il mondo od almeno con se stessa.</p><p style="text-align: justify;">Eppure lo spettro che incombe e minaccia queste nostre miserevoli vite non è nuovo e ci sovrasta da tempo immemorabile: lo avvertiamo solo ora che raggela le nostre personali ossa, dopo averne già sbriciolate milioni di altre, appartenenti a quelle astratte figurine che rappresentano il nostro prossimo, vicinissimo o lontano che sia: siamo mortali, ma tu pensa! Eccolo, lo sgretolamento di ogni pretesa di senso, il disfacimento dell'aspettativa di minimo decoroso futuro che da bravi aspiranti borghesi consideravamo legittima! <br /></p><p style="text-align: justify;">Il futuribile, ora, sposa il suo sinonimo fantascientifico. Domani improbabile.<br /></p><p style="text-align: justify;">Avessero avuto, poeti, maestri, preti e profeti, la decenza di non inventare le parole <i>amore</i>, <i>umanesimo</i>, <i>fratellanza, libertà</i>! Avessero avuto il pudore di non alimentare nelle anime ingenue utopie ed illusioni bugiarde: l'uomo non ne è mai stato all'altezza e non le persegue con convinzione. Non sa che farsene dell'aura di santità o del rendersi irreprensibile: non nell'anonimato, non se non risulta spendibile, non senza un ritorno.<br /></p><p style="text-align: justify;">La gente, in fondo, poi, non è buona, nonostante l'ostentazione di buonismo nelle grandi occasioni ed ha l'aggravante incresciosa d'essere pure, per la maggioranza, stupida. </p><p style="text-align: center;">* <br /></p><p style="text-align: justify;"><i>"Che hai, perché fai così, perché non cogli che la negatività dell'esistenza? Il pettirosso saltella e fa brevi graziosi voli tra le fronde ed il pesciolino nel torrente pare una saetta d'argento: non è una delizia? Hai la Natura." mi diceva lui.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>"Ed è la Natura che mi ha resa così. La Natura, non già la Cultura. Cado nel nulla da quando esercito il pensiero. E' il nulla che incontro nelle strade affollate, negli scambi sociali, nel buio della notte. Il sospetto, atroce, è che sia l'unico onesto approdo possibile. Forse la morte è il vero premio, giacché neppure il ricordo delle passioni di un tempo, gli amori, i trasalimenti, le sporadiche tregue di bellezza, mi hanno guarita. Sempre più ignoro la ragione per cui la specie cui apparteniamo abbia sviluppato tanta sofisticata intelligenza. Non ne ravviso né l'utilità biologica alla sopravvivenza, né quella più aleatoria al raggiungimento della felicità, perché nel primo aspetto ha consentito la nostra eccessiva proliferazione, che si tradurrà in un danno, e nell'altro ci ha reso mostri di sofferenza metafisica." gli rispondevo.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>Ricordo, ma flebilmente, come sono stata e non sono più e come chi mi conosce da sempre ritiene erroneamente io sia ancora. O forse hanno più ragione di quanta ne abbia io nel giudicarmi, perché ritengo pur sempre vero che l'indole è immutabile ed eterna nel profondo.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>Sfinimento psico-fisico, fisico decadimento, mi lasciano stupefatta. Ne ero impreparata ed ho permesso che mi soverchiassero.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>D'altronde, se io non fossi sempre io, avrei rinunciato anche a questa logorante ribellione ed accettato l'assenza di valide alternative non egoistiche al presente inutile dolore. Invece non posso. L'autocritica, feroce, trattiene almeno le mie dolci utopie sentimentali del tempo in cui guerreggiavo armata di sogni e valori supremi.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>Va bene, ho fallito. Sconfitta su tutti i fronti, non ho conquistato né solide realizzazioni materiali per vivere domani dignitosamente, né la consolante edificante presenza di un affetto compatibile, un poco a me simile, empatico, capace e degno di amore. Non avrò accesso al futuro, scamperò alla più degradante vecchiaia.</i></p><p style="text-align: justify;"><i>E bisognerà che io impari la maggiore benevolenza verso me stessa perché intuisco profondamente la verità dell'affermazione del buon Camus che recita "... per suicidarsi bisogna amarsi molto..."<br /></i></p><p style="text-align: justify;"><i> </i></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-62834221726257778622022-09-28T11:23:00.000+02:002022-09-28T11:23:04.170+02:00Appunti antropocentrici -14- <p> <!--[if gte mso 9]><xml>
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</p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Astenica, insonne,
martirizzata da dolori cronici ed acuti tra cervicalgie e lombalgie, misantropa
di fatto pur se compassionevole verso gli altri -che mi appaiono dei
disgraziati tanto quanto lo sono io-, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>devo arrendermi e decretare la depressione,
nonché la senilità, anche se, per essere estremamente chiara, non m’interessa
dissimulare né questa né quella e trovo entrambe indesiderabili ma almeno
eroiche. </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Se ne prenda atto: la soglia
della percezione del<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dolore, con questa
patologia, può abbassarsi in modo paradossale e rendere la vita una specie di
tortura.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">La definizione nonché la
spiegazione della malattia depressiva è un cane che tenta di addentarsi la
coda. Nasce dall’eccesso di stress che poi si alimenta a dismisura, tra
neurotrasmettitori malfunzionanti e confusi e cortisolo fuori controllo in
completo cortocircuito, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sovrapponendone
strati a strati che neanche la Torre di Babele. </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Singolare missione quella dello
stress: buono o cattivo, ti sa spronare<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>a reazioni salvifiche od anche<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>causarti un bell’infarto, ma non lo influenzi a suon di ragionamenti e
persuasioni della volontà, così che se la sua origine è l’oggettiva precarietà
della tua vita e del lavoro e l’orrore per le scelte di chi manovra con
l’arroganza del Potere le nostre esistenze non puoi che subirlo e soccombere.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">E poi davvero esiste
un’alternativa che non sia la fuga per chi, dotato di ciò che dovrebbe
costituire comune patrimonio umano, vale a dire quelle sensibilità ed empatia
che nel sedicente eudemonismo moderno coatto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono surclassate ad affezione patologica, suo
malgrado precipita in quest’abisso?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">No che non c’è. </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Non c’è. </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">La maggioranza di coloro che
conosco<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vi ovvia assecondando un
processo di ottundimento emozionale che corrisponde alla perdita di sé ed
all’appiattimento su modelli comportamentali preconfezionati, tanto da indurmi
alla classica pleonastica domanda: che senso può mai derivare da un contatto
con siffatte maschere?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">E perché il luogo comune la
vuole sempre più <i>malattia sociale</i> ed io invece ne registro una variante
che pare endemica e comporta in primo luogo l’esasperazione del narcisismo più
sfrenato e stupido, sì da non riuscire in alcun modo, neppure in questo caso, a
trarre il minimo sollievo di un’appartenenza, per quanto nefasta e dolorosa?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">L’empatia, ecco, è una iattura
ed una benedizione nel contempo. Si è empatici d’istinto, per nascita, o non lo
si è. Se lo si è non c’è scampo: moriremo mille morti altrui, piangeremo oceani
di lacrime, conseguenze e cicatrici affioreranno presto, a vent’anni inizierà
un’inesorabile e rapida vecchiaia, a sessanta avremo esaurito ogni energia ed
ogni giorno sembrerà verosimilmente anche l’ultimo. Il cordoglio per le
innumerevoli sciagure, le più intollerabili quando derivanti da responsabilità
e colpe umani, peserà come un macigno.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Restano l’accusa e lo sdegno, la
stoica consapevolezza che la sofferenza almeno non sia eterna e contagiosa e
muoia con noi.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Banale è la sofferenza, banale
è pure la felicità, nulla è così pregnante da recare un minimo di soddisfazione
ed il prezzo di entrambi è comunque la solitudine.
</p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">La noia di queste mie
esternazioni è pregna di consapevolezza: avrei dovuto seguire con diligenza i
consigli di Baudelaire<b><i>. Inebriatevi, storditevi di passioni, ficcatevi
ben dentro un qualsiasi sogno, perché la vita, altrimenti, è intollerabile.</i></b>
</p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Avevo un solo desiderio:
riuscire a ritirarmi dal “mondo”, sottraendomi ai suoi usi ed alle sue logiche,
rinunciando anche alle più innocenti velleità, lasciandomi vivere decorosamente
ma umilmente.
</p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Non mi rendevo conto che
l’estrazione ed il destino anche del nuovo proletariato rendono questa
un’aspirazione di lusso, da frustrato borghese.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">E così è, anche se non vi
pare.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"> </p><p></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-35864823159606012442022-07-01T15:42:00.001+02:002022-07-01T15:42:50.359+02:00Piccola anima smarrita e soave -11- il vizio sottile<p style="text-align: justify;"> <!--[if gte mso 9]><xml>
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</p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Pur non detenendone la minima corresponsabilità,
neppure io riesco a perdonarmi per essere nata e nel contempo comprendo
perfettamente quanto sia ingiusta verso me stessa l’assunzione di una simile
colpa in virtù anche della considerazione che l’intollerabilità della vita non
ha una netta e chiara <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sola causa
oggettiva ma entra in rapporto diretto e subisce pesantemente le infiltrazioni e
le responsabilità delle esistenze di altri soggetti, della cultura imperante e
del consorzio umano in particolare.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Quello che lo disse -tra
l’altro non un tizio anonimo-, non conosceva neppure il surplus della nausea arrecata
dalla vessatoria necessità di sporcarsi le mani nel tentativo di materialmente
sopravvivere, dato che riuscì a farlo vendendo le sue filosofie e non
disdegnando, all’occorrenza, di esercitare lo scrocco.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Serve una certa
spregiudicatezza ed<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un solido narcisismo
anche nel credere a se stessi a sufficienza, ossimoro<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in fondo singolare in chi dichiara dannosa la
vita: che c’è da credere, poi, se si è, per intrinseca natura, a propria volta
e di conseguenza, dannosi?.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><i>(E se in principio davvero
era la musica, quale potrebbe essere la colonna sonora di una libera morte?
Epitaph dei King Crimson, sì. Colonna sonora di una morte e della vita in
questo tempo e non solo in questo, in fondo. “Confusione, sarà il mio
epitaffio”; “confusione” è ciò a cui conduce perfino la più corposa conoscenza,
sempre che si sia disposti ad esercitare la rigorosa onestà intellettuale
nell’ammetterlo.)</i></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><i> </i></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Nel frattempo cerco di
mantenere quanto meno l’incorruttibilità del fardello dei miei valori, a modo
mio, consapevole che le conseguenze saranno anche ciò che mi estinguerà
relativamente presto.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Subisco una sorta di
fascinazione inebetita nell’osservazione della tranquillità e cauta gioia
altrui.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">La felicità è uno psicotropo,
non si addice alla lucidità.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Sono stupefatta che il
privilegio della serenità, almeno relativa, oggettivamente appannaggio degli
animali sazi e lontani dal pericolo, possa appartenere a qualche umano.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Come fa?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Com’è possibile se anche un
solo bambino muore di fame, un diseredato di stenti ed umiliazione, un
innocente di bombardamenti, un animale di crudeltà?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">E come si inalberano, i
moralisti e gli stupidi, quando irridi le loro misere certezze pacificanti e la
loro cecità!</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"> </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Ho perduto quasi tutti i miei
amati interlocutori, qualcuno perché prematuramente scomparso, qualcuno perché
ingenuamente sovrastimato, qualcuno perché bugiardo, qualcuno per distrazione.</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"> </p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">Ed allora, piccola animuccia
orfana di fratellanza, come farai?</p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"> </p>
<p></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-57536221871810018522022-03-31T18:13:00.003+02:002022-03-31T18:13:58.829+02:00<div style="text-align: justify;">Non solo il sentore di universale catastrofe; non solo la coscienza perfetta della finitudine irrimediabile anche dei sentimenti personali e dei più alti valori morali; non solo il progressivo avvizzimento dei cervelli ad opera di dispositivi industriali; non solo l'isolamento atroce che fa rinvenire cadaveri mummificati da anni nella loro stessa abitazione che nessuno ha reclamato: non è solo questo che riempie d'orrore. </div><div style="text-align: justify;">Questa è la prevedibile conseguenza.<br /></div><p style="text-align: justify;">Davvero nefanda è la sottile soddisfazione ricavata da quella battutina perfida, o dall'osservazione spocchiosetta, o dal tentativo di ridurre l'altro e delegittimarlo per calmierare anche la propria pochezza, o dall'improvviso attacco acufenico quando parla. Perfino quando sostieni di amarlo. <br /></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-40898460141933753302022-01-25T14:37:00.001+01:002022-01-25T14:37:29.497+01:00Giorgio Gaber - Io Se Fossi Dio - Versione Alternativa 1991<iframe style="background-image:url(https://i.ytimg.com/vi/43zbwz4Yw80/hqdefault.jpg)" width="480" height="360" src="https://youtube.com/embed/43zbwz4Yw80" frameborder="0"></iframe>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-14348561811404691882022-01-11T15:58:00.000+01:002022-01-11T15:58:42.689+01:00Appunti antropocentrici 13 <div style="text-align: justify;">Mi ricordo bene il tempo in cui il pensiero in generale solo artatamente, al contrario di oggi, mi procurava piacere.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Deliziose ed anzi appassionanti in modo pregnante erano altre attività, tutte riconducibili a diverse finalità di aggregazione: il contatto con gli altri, purché non fosse solo uno sfioramento occasionale ed effimero, mi faceva bene, mi appagava.</div><div style="text-align: justify;">Ero giovane, si capisce: le illusioni si abbandonano soltanto dopo infiniti scorni, ma il solo modo per riconoscerle nella loro reale natura consiste nell'assistere, inorriditi, al loro stesso sgretolamento una volta adulti e quasi vecchi. </div><div style="text-align: justify;">Erano gli ideali politici, di comunione tra esseri umani, di amicizia disinteressata, di lavoro moralmente gratificante e materialmente decoroso, ad alimentare il fuoco della giovinezza.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ora mi pare che aggregarsi anche solo idealmente significhi unire la propria voce ad un coro, maggioritario o minoritario poco importa, purché si omogeneizzi al motivo comune di turno. E' sempre squallido. E povero.<br /></div><div style="text-align: justify;">Chiedo perdono: pur non nutrendo il culto della solitudine non ne sono capace, non disquisirò sulla pandemia, visto che ho dolori impellenti ed immanenti da ben prima che con ogni probabilità manterranno quel carattere di sussistenza anche dopo.</div><div style="text-align: justify;">Ignoro ed anche non escludo l'eventuale presenza di una qualche lieve patologia neuropsichiatrica che mi costringe a provare un frustrante e quasi costante senso di derealizzazione nel tentare di vivere la vita, ma ciò che sento soprattutto nel condurla, così come mi è capitata, è sgomento e stupore, tale e tanto è il grado di estraneità che me ne deriva.</div><div style="text-align: justify;">Fermo restando il mio fatale ed innato pantragismo (che così poco aggrada ai tanti pseudo amici persi, a riprova del fatto che la loro amicizia era bugiarda e crapulona), so esattamente che cosa intendesse il buon Marx parlando di alienazione perché ne vivo professionalmente i presupposti ed intanto ne muoio.</div><div style="text-align: justify;">Queste son cose che non si possono più né scrivere né leggere, non seducono e non interessano nessuno (scandalizzano un po') e la cui soluzione è affidata agli psicofarmaci od ai sogni.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Oggi sognerò il mio abbaino della vecchia casa fantastica nei boschi dalla cui finestrella intravedere (meraviglia!) la coda furtiva della volpe tra i cespugli ed in alto le grandi ali dell'aquila reale. Sognerò il mio bambino, mia madre, mio padre, i miei gatti e cani: resusciterò gli amati assenti ed i morti, i soli degni delle mie lacrime.<br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> <br /></div>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-25584078483966244922021-11-19T14:48:00.000+01:002021-11-19T14:48:40.976+01:00Piccola anima smarrita e soave -10- contrappasso<div style="text-align: justify;">Percepisci i tuoi giorni futuri come probabilmente pochi, dannati ed amari.</div><div style="text-align: justify;">Ti ricordano un branco di lupi affamati che ti accerchiano scoprendo i canini, in procinto di azzannarti alla gola. </div><div style="text-align: justify;">Sei nata preda, non violenta pur non essendo debole e sostenuta dall'orgoglio di un'eccentrica dignità misticheggiante da pura atea.<br /></div><div style="text-align: justify;">Tremi, dunque sei, ma non ne ricavi alcun sollievo: rimani impietrita e stupefatta.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Eppure tenti di dimenticarti e di guardare alle prossimità ed alle alterità, ma niente, è pure peggio: continui a percepire i giorni futuri, questa volta di tutti, come sostanzialmente pochi, dannati ed amari.</div><div style="text-align: justify;">Pensi che chiunque altro, se solo allentasse le redini con cui ha imbrigliato la sua stessa vita ed aprisse gli occhi da individuo, nella sua scandalosa ma sostanziale solitudine e dismettendo l'idea di appartenenza ad una collettività in cui crede talvolta con ingenua buonafede talaltra con sbrigativo conformismo, potrebbe vederlo. <br /></div><div style="text-align: justify;">Pensi che l'edonismo su cui si concentrano non sia che una scappatoia, od una tana. E ti sbagli: l'altro è insondabile ed i motivi di ciascuno di noi stanno a distanze siderali da quelli dell'altro. Non c'è mano che possa estrarci dal nostro abisso.<br /></div><div style="text-align: justify;">Qualche volta è misericordioso, per se stessi, perfino non guardare. <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ripassi mentalmente le tue letture classiche più intense ed appassionate, quelle dai sedici anni in poi, e sospetti che in aggiunta al loro indiscutibile apporto intellettuale e morale abbiano, come effetto collaterale, nutrito nello spirito i semi della disperazione di quel tuo suolo tanto compatibile.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Invecchiando, con l'accatastamento di esperienze e cognizioni che la cosa comporta, ti senti schiacciata dal vecchio e noto sentore di oppressione che il tuo forzato silenzio ti procura fino all'asfissia anziché più libera grazie alla maggior consapevolezza.</div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Il declino fatale, irrimediabile e colpevole dell'esistenza di un'etica di base condivisa per la stirpe umana raggiunge apici che ogni giorno superano i precedenti. Ne soffri senza tregua, mentre altri per questo ti irridono, quando non sentenziano che sei "troppo, troppo, troppo esagerata". Pare che l'antica funzione espiatoria delle catastrofi, che una volta superate lasciano una tabula rasa su cui ricostruire, sia totalmente scomparsa: ora chi detiene il potere le addomestica e le cavalca, quando pure non le favorisce.<br /></div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, le armi di distrazione di massa agenti da tempo funzionano a meraviglia. Una moltitudine di gente blatera e si accalora su tutt'altri argomenti, dal per me incomprensibile campanilismo nazionale sui primati sportivi ed olimpionici alla tifoseria vaccinale, dalle generiche invettive contro i politici delinquenti ed opportunisti alla ricerca di capri espiatori complottistici vari e via dicendo, sulle ali della banalità e della stupidità.<br /></div><div style="text-align: justify;">Il solo discorso sensato e prioritario dovrebbe occuparsi delle sofferenze e delle iniquità subite dagli innocenti e porvi rimedio, ma è esattamente questa affermazione a suonare banale ed ingenua, nonché noiosa.</div><div style="text-align: justify;">E poi, simile contrappasso basterebbe davvero a consolazione dell'essere nati? <br /></div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"> </div>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-15233376978344889882021-07-07T16:13:00.001+02:002021-07-07T16:13:23.756+02:00Piccola anima smarrita e soave -9- l'onta della resilienza<div style="text-align: justify;">Bisognava agire prima che lo tsunami del disgusto inquinasse ogni aspetto dell'esistenza e promettesse con sempre maggiore evidenza una conclusione tanto mortificante e triste.</div><div style="text-align: justify;">Bisognava capire in tempo, in giovinezza, come nutrire intelligenza ed anima e come impiegare le energie con il minor danno possibile per sopravvivere in sufficiente dignità senza sprofondare nel fango delle miserie di questo sistema prevaricante ed ingiusto, dato che l'altra opzione, vale a dire il loro utilizzo ben finalizzato nel rispetto di indole ed eventuali talenti, poco ha a che fare con la sola volontà e si scontra con elementi potenti quali l'autostima, la logistica, il censo di appartenenza, lo stesso proprio rigore.</div><div style="text-align: justify;">Bisognava anche superare la stessa ragione biologica, questa ostinata innata caparbietà di preservare ed addirittura replicare ciecamente ed egoisticamente la vita ed optare con protervia verso il bello ed il bene, a prescindere dal loro prezzo, fosse pure quello estremo.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Noi perdenti, nonché perduti, siamo in tanti, per lo più senza voce, deficitari di parole oppure, al contrario, nauseati anche da quelle, dopo ciò che è risultata essere stata una loro scriteriata dissipazione nel tentativo di impostare rapporti umani di tutti i tipi sorretti dal dialogo.</div><div style="text-align: justify;"><i>Il dialogo: quale patetica fanfaluca, tutto sommato. Siccome ci si vergogna del proprio intrinseco egoismo ci si finge quasi sempre estremamente interessati all'altro, purché, beninteso, possieda uno straccio di contenuti. Spesso è un modo per gratificarsi a spese altrui.</i></div><div style="text-align: justify;"><i>Ne ho fatto qualche esperienza anche in questo blog: corrusche amicizie di tastiera così intense e repentine da promettere l'eternità. Un'eternità presto finita. E' il massimo che ci riesca.</i></div><div style="text-align: justify;"><i> </i></div><div style="text-align: justify;">Se ciò che andava fatto non è stato neppure abbozzato e ciononostante si respira ancora tra i fetidi miasmi di una vitucola di pesanti fatiche a fronte di minimi risultati, tollerando la promessa dello stesso proprio destino di precarietà, il governo, i talk show dei media di Stato, gli eterni impuniti, la crudeltà indicibile della propria stirpe verso gli altri viventi e l'infinità degli altri mali, si è campioni di resilienza. Oggettivamente complici della vergogna.</div><div style="text-align: justify;"><i> </i><br /></div><div style="text-align: justify;">Confido quindi soltanto sull'imperturbabile saggezza della Natura, che con più di qualche probabilità date le attuali avvisaglie, stenderà un definitivo velo pietoso sulle nostre risate e sulle nostre lacrime.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"> </div>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-51044096262707436972020-10-14T18:22:00.001+02:002020-10-14T18:22:42.357+02:00All'amico D. <p style="text-align: justify;">Certo, per amor d'onestà e di verità cui la tua indole ti costringe, vorresti dirlo a quel vecchio amico che di tanto in tanto ancora ti fa visita che non sei più affatto quella persona che lui si ostina a vedere, forte della dolce fragranza di ritorno dei ricordi di giovinezza.</p><p style="text-align: justify;">Non sei più il "suo angelo immaginario", non hai più visioni né profezie da elargirgli. D'altronde, pur nella sua buonafede, neppure ai tempi d'oro dei dialoghi e delle passeggiate filosofiche nei campi aveva scoperto che in realtà la tua era una voce di Cassandra. <br /></p><p style="text-align: justify;">Vorresti spiegargli quanto sia opaca adesso la tua vita e scandaloso il tuo costante dolore. Vorresti descrivere la vastità della tua solitudine senza appello, esattamente identica a quella sua stessa, che però lui per nulla al mondo vorrà ammettere mai.</p><p style="text-align: justify;">Vorresti almeno dire a quest'ingenuo buon amico che a te difetta il meccanismo di rimozione che salva tutti gli altri e vedi con chiarezza che l'esistenza, coattiva perché imposta da una legge naturale che gli uomini poi sistematicamente infrangono e sconfessano, altro non è che malattia e preludio di morte. </p><p style="text-align: justify;">La malinconia, si sa, è contagiosa ed invisa ai gaudenti, ma la sua eterna indissolubile permanenza sotterranea nei suoi portatori mentre li fa apparire fragili li fortifica. Vorresti congratularti con lui perché, se non altro, ha intuito ed amato solo la tua forza.<br /></p><p style="text-align: justify;">Eppure, giacché sei umana, le sue comparsate ti commuovono e le apprezzi, ed intanto pensi a quante altre inutili vicende sono nate così, in mancanza di pienezza, con spirito frugale e rassegnato, senza aspirazioni di grandiosità, perché poco, in verità, quando riguarda la tua stirpe, ci si può aspettare di permanentemente grandioso. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-76857603715474962302020-05-05T12:10:00.000+02:002020-05-05T12:10:53.820+02:00Cicalare pallido e distratto<div style="text-align: justify;">
Mi chiedo continuamente -e senza sarcasmo o, peggio, sottile ipocrita autocompiacimento- se essere così decisamente precipitata nella mia attuale situazione in cui la quasi totalità delle esternazioni verbali sulla quasi totalità degli argomenti, in particolar modo pubbliche, giornalistiche e social mi pare uno stupido cicalare, sia una malattia. In definitiva mi preoccupa un poco la mia conclamata idiosincrasia per qualsiasi liturgia della comunicazione la quale, puntualmente, mi suona prima fuorviante e poi mortalmente noiosa.<br />
<br />
Sta di fatto che a me pare che il messaggio della Botteri in questi giorni in risposta all'idiozia dell'attacco ricevuto che mi sembra vertesse sulle sue personali scelte estetiche fosse ben preciso e mirato e non avesse davvero il minimo interesse a comunicare qualcosa che suonasse come giustificazione nel merito.<br />
La giornalista ha approfittato dell'occasione per sussurrare alla maggioranza delle sue colleghe, alcune delle quali si ammantano di un'aura da paladine del riscatto femminista ad ogni occasione, che l'apparenza non inganna mai e che se non si ha il coraggio di apparire come si è allora esiste un problema con se stesse con conseguente, talvolta dolorosa, contraddizione.<br />
Se la suddetta contraddizione non è dolorosa, allora ciò che si predica a proposito di dignità, pari opportunità, rifiuto del sessismo, ecc. ecc., è in malafede.<br />
<br /></div>
<br />sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-47068331864466612372020-02-19T11:14:00.000+01:002020-02-19T11:14:02.031+01:00Appunti antropocentrici 12- leopardismi<div style="text-align: justify;">
Conosco oggi soltanto persone <i>apparentemente </i>pacificate con se stesse e che si autodefiniscono realizzate a prescindere dalla qualità oggettiva e dalle difficoltà della loro vita, totalmente ignare della presenza dell'entropia più sfrenata nel loro sedicente destino e pertanto convinte di averlo costruito e magari anche di poterlo modificare con un poco d'impegno, oppure obnibilate da quell'orribile patologia chiamata egoismo che consente di non-solo-sopravvivere bene mentre troppi altri soffrono e muoiono.<br />
La loro esistenza è quella certa qual cosa da tenere così come sta, intrinseca ed immanente.<br />
La maggioranza dell'umanità ha lo spirito del Candide di Voltaire e nel caso in cui sia capitata la sventura di una vita non esattamente comoda e piacevole ciò non induce di certo a porla in discussione: spesso pare la migliore e l'unica possibile perché, alla fine, con l'abitudine, il male si stempera in una fatalistica rassegnazione inconsapevole nella generalità dei casi.<br />
Le persone cui mi riferisco, d'altronde, non sono letteralmente disperate ed hanno avuto, a tempo debito, la lungimiranza di crearsi qualche prudenziale appiglio materiale, ideale e sentimentale.<br />
(Come si definivano, al tempo delle definizioni? Ah ecco: i <i>borghesi.</i> Una vera moltitudine, oppure soltanto <i>più visibili e logorroici dei veri diseredati ed oppressi?)</i><br />
Quanto sia costato e costi in termini morali la svendita della libertà e della propria originaria indole è spesso uno sbiadito, irrilevante dettaglio. Questa, almeno, è sempre stata la mia conclusione: supponente e pretenziosa, certo, forse.<br />
Solo di recente, grazie a quel pizzico di saggezza che le metaforiche bastonate della vita sanno indurre, ho scoperto che ciò che davo per certo, come l'amore per la libertà -almeno di giudizio e pensiero- e il desiderio di armonia e giustizia generali non sono affatto prioritari per chiunque.<br />
D'altronde, resto una profana e non rientro a nessun livello nel gruppo: io sono mio malgrado una perdente nata, secondo gli attuali stilemi nei più vari campi, per indole ed autentica inettitudine al trasformismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure, attingendo alla memoria del mio sottosuolo, ricordo che nonostante questo, che è vero da sempre, la potenzialità che ravvisavo nella vita mi ha appassionata violentemente, da ragazza. <i> </i><br />
<i>"A vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si han in testa a quell'età": </i>tanto da ritenere, con ridicola sicumera, che chiunque avrebbe, in fondo alla propria coscienza, desiderato l'Uomo nuovo, traboccante d'amore e pure d'intelligenza, entrambi finalizzati a godere senza confini e senza ingiustizie della semplice bellezza del mondo.<br />
E' ridicolo, lo so bene, ma se l'utopia, per definizione, è priva in sé e per sé di pratica realizzazione ha ugualmente lo straordinario potere di nutrire l'anima. <br />
<br />
E' risultato poi vero che, come affermò Mark Fisher,<i> "la pandemia
di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere capita
adeguatamente, né curata, finché viene vista come un problema personale
di cui soffrono singoli individui malati". </i><br />
Quanto comunque sarebbe stata perfino solo ipoteticamente complessa la cura (impossibile senza eliminare <u>interamente</u> un Sistema globalizzato) è ben reso dalla successiva sua determinazione al suicidio.<br />
<i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Però il punto è un altro.<br />
Quanta gente <i>mentalmente angosciata</i> nel senso sottinteso dalla citazione conoscete ed io stessa conosco?<br />
Quanto a me, ripeto, una piccolissima, quasi nulla ed invisibile minoranza se si escludono tutti coloro che patiscono o la mancanza di qualche bene non indispensabile o l'antipatia per questa o quella persona, questa o quella etnia, questa o quella circostanza specifica.<br />
Chi non è sorretto dalle comode sicurezze materiali spesso lo è dalle scarse dotazioni intellettuali e culturali.<br />
Tutto questo è, in fondo, tragicamente perfetto.<br />
<br /></div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-86933292033678733022019-07-20T10:36:00.000+02:002019-07-21T10:29:46.842+02:00Appunti antropocentrici -11-<div style="text-align: justify;">
Ci sono ancora cose, seppur sempre più rare, capaci di scuotermi e la loro suggestione, per pochi istanti, riesce a far riemergere quelle potenzialità vitali che mi appartengono per indole e che le restrizioni, i patimenti e soprattutto il sopravvenuto disgusto dell'esistenza hanno sepolto sotto cumuli di mortificazione ed una sorta di atarassia non già conquistata ma piuttosto subita per sfinimento.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ascolto <i> "A woman left lonely" </i>della <i>Joplin </i>e mi ricordo chi sono con esattezza perché le potenti ripercussioni emotive che me ne derivano non possono essere che a me attinenti in modo unico ed esclusivo.<br />
Nel passato è contenuta la certa testimonianza del fatto che sono stata capace di vivere in coerenza ed interezza con me stessa nonostante oggi il mio povero presente sia di fatto un disperato tentativo di sopravvivere sopra le righe senza consentirgli di insozzarmi e per fare questo devo anche dimenticarmi, rendermi assente, rinunciare alla mia verità.<br />
<br />
Non ci è dato scampo, in quest'ultima lunga fase del tardo capitalismo: le opzioni fittizie a disposizione dell'individuo medio (la cui posizione nei suoi vari aspetti scivola progressivamente verso il baratro) per poter vivere non sono che due: aderire alla dilagante edonia depressa -la scelta maggioritaria delle masse insulse e vacue- oppure optare per un dolorosissimo auto-confino meditabondo e comunque senza gioia.<br />
Sono ancora e da sempre convinta che la tensione principale nella vita di ogni umano sia la felicità ma anche che felicità non sia sinonimo di piacere. Il piacere fine a se stesso è appannaggio dei poveri di spirito.<br />
<br />
Quel che trovo stupefacente, piuttosto, è il grado di asservimento mentale, qualche volta inconsapevole, di cui fanno sfoggio, loro malgrado, i sedicenti intellettuali.<br />
A che cosa, a chi servono?<br />
E' meno arduo rispondere a questo piuttosto che chiedersi a quale platea ideale aspirino a rivolgersi.<br />
C'è stato un tempo, in fondo non così remoto, in cui approfondire ed accrescere la cultura equivaleva ad aspirare alla libertà, innanzitutto di pensiero e giudizio personali ed immediatamente dopo generale, per tutti, di tutti, dell'umanità.<br />
Quest'ultima è un'aspettativa desueta, se non morta: l'autoreferenzialità è il massimo delle loro aspirazioni.<br />
Ne deriva, signori intellettuali-mezze-calzette d'oggi, che siete inutili, a causa della vostra completa assenza di coraggio e del vostro evidente, fin imbarazzante, povero narcisismo.</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-53713270795615998222019-06-26T08:53:00.000+02:002019-06-26T08:53:03.174+02:00Tipi -29- I sedicenti puri<div style="text-align: justify;">
Alcuni di loro perseguono a parole la giustizia sociale e la verità (per quanto amara), denunciando le contraddizioni del Sistema, ma nascondono la faccia dietro una maschera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono, in genere, sprezzanti e narcisisti, tronfi d'orgoglio malcelato, amici soltanto di chi li adula e li ammira o, nascostamente, di chi avvertono culturalmente ed intellettualmente superiore.<br />
Ciò, a prescindere sia dalla sostanza, sia dalla forma, sia dalle contraddizioni più palesi, perché quello che davvero li traina, nel profondo, è la vanità.<br />
Spesso quando di genere maschile, sono misogini e la loro superbia -rivelatoria di debolezza- li colloca irrimediabilmente tra i peggiori epigoni del peggior dottor Freud.<br />
Dubito che nel Sistema perfetto saprebbero che farsene di sé, dubito che nell'utopistico mondo senza classi sarebbero migliori.<br />
Le anime belle lo sono a prescindere da qualsiasi situazione e continuano, continueranno o continuerebbero, ad essere più rare degli unicorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-18005723687496755342019-06-07T11:50:00.000+02:002019-06-07T11:50:07.966+02:00Appunti antropocentrici -10-<div style="text-align: justify;">
Sulle prime, ad un esame frettoloso ed appena sfiorato del pensiero stesso, sono incline a classificare la mia sofferta reticenza ad una forma di pudore che induce la pervicace determinazione a non richiedere ad altri un aiuto -di cui avrei massimo bisogno- che non sia spontaneamente offerto: per non essere fagocitata dallo stato d'ansia generalizzata basterebbe la vicinanza fisica di un essere umano positivo, perfino se non brillasse in modo particolare d'empatia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non è così, invece: crederlo equivale a minimizzare la reale portata del problema, che è molto più grave.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non chiedo aiuto perché so che mi verrebbe negato, per indifferenza sostanziale o per inettitudine a prestarlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Credo d'essermi vaporizzata, nell'ultimo decennio, sì che ora di me s'intuisce solo l'ombra: poco interessante, per nulla utile o divertente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Resto una persona pratica perfino con le sinapsi impazzite. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza." <span style="font-size: x-small;">(P.P.Pasolini)</span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Questa è la tragedia.</div>
<br />sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-21391131144787317872019-04-13T09:30:00.000+02:002019-04-13T09:30:28.372+02:00Pungoli pasoliniani<div style="text-align: justify;">
Dirigenti, ex ed attuali, simpatizzanti, sostenitori e fideisti, leggete e poi rileggete gli scritti di Pasolini e poi straziatevi la coscienza, se ne avete una o qualche residuo sfilacciato dopo lo scempio che i tempi e la mediocrità delle indoli ne hanno fatto, per esservi detti od ancora dirvi <i>di sinistra, </i>secondo l'originaria accezione del termine<i>.</i><br />
Il dolore della perdita e l'orrore per una fine tanto violenta non mi impediscono di chiedermi come avrebbe potuto vivere nell'odierna realtà nonostante l'avesse preconizzata con sorprendente esattezza.<br />
Sarà che la Gnosienne n.1 di Satie mi sta tracimando nelle ossa, ma la morte qualche volta mi appare più gentile e pietosa di certa vita.<br />
<br />
<i> «Sono
“bloccato”, caro Don Giovanni, in modo che solo la Grazia potrebbe
sciogliere. Forse perché io sono da sempre caduto da cavallo: non sono
mai stato spavaldamente in sella (come molti potenti della vita, o molti
miseri peccatori): sono caduto da sempre, e un mio piede è rimasto
impigliato nella staffa, così che la mia corsa non è una cavalcata ma un
essere trascinato via, con il capo che sbatte sulla polvere e sulle
pietre. Non posso né risalire sul cavallo degli Ebrei e dei Gentili, né
cascare per sempre sulla terra di Dio». (PP Pasolini)</i><br />
<br />
Non si sceglie d'essere ciò che si è, ma questo non è solo ineluttabile: è necessario.<br />
Dati esempi di uomo, di poeta, di intellettuale lo sono per tutti quelli caduti da cavallo da sempre.<br />
<br />
<i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-42469507034305750932019-02-06T09:00:00.001+01:002019-02-06T09:01:33.400+01:00Pungoli grammaticali<div style="text-align: center;">
*</div>
<div style="text-align: center;">
<i> </i> </div>
"Per riassumere, l'uso di <i>gli</i> in luogo di <i>loro</i>, <i>a loro</i>, <i>a</i> <i>essi</i> e <i>a esse</i> è da considerare senz'altro corretto (<i>Ora vado dai tuoi amici e <b>gli</b> dico che la devono smettere di fare chiasso</i>), tranne che, forse, nel caso di registri altamente formali (<i>Il parroco espresse <b>loro</b> le sue più sentite condoglianze</i>). L'utilizzo, invece, di <i>gli</i> per <i>le</i>,
è sentito più scorretto dell'altro perché ha subito e continua tutt'ora
a subire una maggiore censura scolastica; quindi se ne tende a
sconsigliare, nella maggior parte dei contesti, l'impiego." (Accademia della Crusca, Uso di <i>gli</i> per <i>a lui</i>, <i>a loro</i>, <i>a lei, </i>risposte a quesiti posti) <br />
<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: center;">
* </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta più che di un mio cruccio, di una mia viscerale intolleranza: detesto udire e leggere <i>gli -</i>sia o meno considerato ugualmente corretto- al posto di <i>loro. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi piace usare il <i>loro, </i>che trovo elegante e niente affatto vecchio o formale, dato che non considero ogni forma sempre sospetta e nociva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pensare poi anche solo lontanamente di inglobare il <i>le</i> allo <i>gli </i>è puro sessismo: abominio.</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-11671758619921526902019-02-05T17:38:00.000+01:002019-02-05T17:38:22.975+01:00Pungoli sentimentali<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<i> </i> </div>
Da quando sono diventata cinica e disperata e la mia luce s'è spenta l'avevo dimenticato.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo dimenticato quanto tu fossi sì mediocre, pavido, conformista, per tua stessa ammissione e quindi reo confesso, ma contemporaneamente poetico, come un bambino, e la tua intrinseca poesia -amalgama di forza e debolezza, dolore e gioia, ignavia e sorprendenti iniziative- mi ha legata a te indissolubilmente e per sempre, pur nell'assenza.<br />
Mi amavi, infatti, come un bambino, combattuto tra generosa esaltazione e paura della più azzardata delle scelte, per te.<br />
<br />
Ora ti aggiri nella mia memoria, come un fantasma inquieto, a ricordarmi d'essere stata un tempo solo apparentemente crudele ed invece magnanima come Circe nel favorirti, tutto sommato, la continuazione del tuo viaggio.<br />
Non ho alcuna colpa, allora, se esso ti ha riportato esattamente là da dove t'illudesti di partire, mio povero caro, ma ti sono grata per l'implicita testimonianza che mi suggerisce il tuo ricordo perché, profuse infinite lacrime e versi e parole, siamo stati più che ridicoli, vivi. <br />
<br />
<br />
FERNANDO PESSOA, <i>Tutte le lettere d'amore sono ridicole</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte le lettere d'amore sono<br />
ridicole.<br />
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero<br />
ridicole.<br />
Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,<br />
come le altre,<br />
ridicole.<br />
Le lettere d'amore, se c'è l'amore,<br />
devono essere<br />
ridicole.<br />
Ma dopotutto<br />
solo coloro che non hanno mai scritto<br />
lettere d'amore<br />
sono<br />
ridicoli.<br />
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo<br />
senza accorgermene<br />
lettere d'amore<br />
ridicole.<br />
La verità è che oggi<br />
sono i miei ricordi<br />
di quelle lettere<br />
a essere ridicoli.<br />
(Tutte le parole sdrucciole,<br />
come tutti i sentimenti sdruccioli,<br />
sono naturalmente<br />
ridicole).<br />
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-10517893332189523372019-01-02T11:57:00.001+01:002019-01-02T20:57:47.295+01:00Buon anno, ma niente di nuovo: il primo attacco di panico del 2019.<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' chiaro che non vi sia scampo: era già tutto previsto per il passato ed è già tutto predisposto per il futuro.<br />
<br />
Addivengo, a seguito di personale gestazione ed esperienza, al parto di un apoftegma che pare assurdo ed invece è logico: "Il Destino esiste/ il Destino non esiste./Dipende./ Da cosa?/ Dal Destino".<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Chi o che cosa ne siano artefici o responsabili non lo so, ma è praticamente certo che correr l'alea all'infinito non è possibile perché ti usura e poi ti ferma definitivamente, soprattutto se il rischio non costituiva affatto una scelta ma il solo modo possibile per reagire allo sfacelo che ti tallonava, che comunque incombe ed inesorabilmente ti carpirà.<br />
E' altrettanto evidente che senza volere non si può nulla, ma che il luogo comune "volere è potere" è una menzogna assoluta, per di più ridicola, oggi più di un tempo.<br />
<br />
(Loro, sono bravi.<br />
I fatti pratici e le cose, le scaramucce politiche, il teatrino liturgico della vita, la partigianeria del rosso e del nero, il solito sesso, l'edonismo delle parole, li prendono ancora.<br />
Spesso nella più inconsapevole malafede questi marci borghesi ritengono che la critica politica possa soppiantare la militanza concreta: son tutti unti d'illuminazione e consapevolezza suprema agevolate dal fatto d'avere conti in banca pasciuti e rassicuranti ed il sedere al coperto.<br />
E' evidente che la coscienza, in costoro, un po' disturba, ma sbeffeggiare il potere non equivale a combatterlo.<br />
Ogni evo ha i suoi stilemi: ora sono satira, indignazione, ipercritica , ironia, riesumazione confusionaria di qualche concetto marxista oppure machiavellico, nauseante spocchia narcisistica a suggerire linee guida per aspiranti intellettuali, sedicenti politici, e pure inutili blogger. Per i più pecorecci, invece, non trovo aggettivi abbastanza calzanti in grado di descrivere i miasmi fetidi che si spandono da una qualsiasi delle loro esternazioni, in modo particolare nei social.<br />
Occupare la mente in questo modo è comunque terapeutico, bravi.)<br />
<br />
Invece io, per ragioni elementari e complicatissime, chiare ed occulte, principali e subordinate, personali e più che universali, continuo ad essere martirizzata da devastanti attacchi di panico, assediata da un nemico potente, invisibile e feroce che ha insediato il suo quartier generale esattamente nella mia gola.<br />
<br />
<i>" [...] che cos'è che permette all'uomo, nonostante la sua consapevolezza della morte, di vivere e operare come se essa fosse qualcosa di estraneo a lui, come se la morte fosse un fenomeno naturale? Il tremito che mi ha scosso negli ultimi giorni mi ha aiutato a capire, nonostante i gravi attacchi di paura, che la mia malattia non è altro che questo: a volte, per ragioni a me del tutto ignote e per impulsi assolutamente incomprensibili, io divento 'lucido', in me compare la coscienza della morte, della morte in quanto tale; in questi momenti di illuminazione diabolica la morte acquista per me il peso e il significato che essa ha 'an sich' e che gli uomini perlopiù non intuiscono nemmeno (ingannandosi con il lavoro e con l'arte, mascherando il suo senso e la sua 'vanitas' con formule filosofiche) scoprendo il suo vero significato</i> <i>solo nel momento in cui essa bussa alla loro porta, in modo chiaro e inequivocabile, con la falce in mano, come nelle incisioni medioevali. Ma quello che mi atterriva (la consapevolezza non genera consolazione) e accresceva ancor più il mio tremito interiore, era la coscienza che la mia follia era in fondo lucidità e che per guarire -perché questo tremito continuo è cosa insopportabile- avevo bisogno proprio della follia, della demenza, dell'oblio, e che solo la demenza mi avrebbe salvato, solo la follia mi avrebbe guarito! Se per caso il dottor Papandopulos mi interrogasse ora sul mio stato di salute, sull'origine dei miei traumi, delle mie paure, adesso saprei rispondergli in modo chiaro e inequivocabile: 'la lucidità'.</i><br />
<i>[...]" <span style="font-size: x-small;">(Danilo Kis, Clessidra)</span> </i><br />
<i> </i> <br />
<br /></div>
<br />sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-41910353578505077972018-10-27T11:57:00.000+02:002018-10-27T11:57:19.289+02:00Appunti antropocentrici -9- <div style="text-align: justify;">
Magari sei stata un millennio fa una pasionaria di sinistra completamente pura, indifferente alle mode, esente da contraddizioni ed ostile alle lusinghe mendaci del falso umanesimo capitalista -che intuivi, pur così giovane, perfino troppo bene-, la cui coscienza conservava un'impronta arcaica e sognava un'altra terra promessa, forse pure anche povera, ma sublime<i>... </i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i>" [...]</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Mostruoso è chi è nato<br />
dalle viscere di una donna morta.<br />
E io, feto adulto, mi aggiro<br />
più moderno di ogni moderno<br />
a cercare fratelli che non sono più" <span style="font-size: x-small;">(P.P.Pasolini - Poesie in forma di rosa)</span></i><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-size: small;">Ciò ti ha resa, alla lunga, oltreché sfinita e fragile</span><i><span style="font-size: x-small;">, </span></i><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">scandalosamente infelice, perché non c'è un solo umano che ti riesca di assolvere, e nessuno al mondo può sopportare illeso la perdita definitiva della speranza.</span></span></div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-16872648461954155762018-10-17T12:05:00.000+02:002018-10-17T12:05:06.756+02:00Piccola anima smarrita e soave -8- I depresso/politici.<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho alcuna velleità autopoietica e per l'intera mia esistenza, piuttosto, mi sono mossa in senso decisamente contrario cercando ed accogliendo con una certa miope caparbia il tepore consolatorio dell'altrui vicinanza.<br />
Comunicare con voce o scrittura, in reciprocità, mi dava piacere; amavo la compagnia, speravo nell'amicizia.<br />
Ora mi costa fatica, un'indicibile<i> </i>fatica seguita immediatamente da un senso di frustrata umiliazione, perché non c'è difesa che io sia riuscita a costruire negli anni per stemperare questo eccesso di intuito e sensibilità che mi condannano all'amarezza e alla vulnerabilità.<br />
<br />
La mia vita non è stata mai facile, ma lo sforzo immane superiore ad ogni altro è stato costituito senz'ombra di dubbio dal tentativo fallimentare di sembrare almeno vagamente <i>normale</i>.<br />
Si è trattato di un'autolesionistica determinazione -sempre poco convincente- che consentisse di rapportarmi agli altri, di guadagnarmi un posto di lavoro, di amare qualcuno, di rendermi traducibile, di non spaventare i bambini, di respirare senza che l'ansia mi chiudesse la gola: ci ho provato infinite volte, ed ho puntualmente fallito.<br />
<br />
Ma io non sono <i>normale</i>, punto.<br />
<br />
E' tempo d'esserne fiera piuttosto che dispiaciuta e senza più alcun dubbio dato che se non sappiamo stare ai giochi è perché i giochi sono truccati.<br />
Per me e per quelli come me, nascere e vivere equivale ad "imbattersi in una "valanga che seppellisce l'anima" e lo intuiamo già da bambini.<br />
La depressione che tallonerà ogni nostro passo, che inficerà ogni iniziativa, che segnerà i nostri rapporti sentimentali, che minerà la nostra salute, è inevitabile, ma non è una colpa.<br />
Noi siamo innocenti, noi siamo i forti, pur se vinti e deprivati di serotonina, e il nostro dolore ha cause politiche.<br />
<br />
Vorrei concludere con un bel motto evocativo, del tipo<i> "depressi politici di tutto il mondo, unitevi!" </i> per scimmiottare una parvenza di speranza, ma i rettori del sistema -cui dobbiamo riconoscere un'intelligenza raffinatissima e perversa-, hanno convinto la maggioranza di noi d'essere portatori di un difetto neurologico individuale, una brutta e bizzarra tara spirituale, da sopportare in silenzio nell'isolamento del nostro privato.<br />
Al massimo, ma proprio al massimo -così sottace Sistema-, cerchino sfogo scrivendo in un blog.<br />
<br />
<br /></div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-15921897579203236682018-09-12T16:11:00.000+02:002018-09-12T16:24:56.104+02:00Tre assiomi, deduzioni, scoli di fine estate -2-<div style="text-align: justify;">
<i>Il piacere non è necessariamente morboso, non è solo mediocre, non è solo volgare, non è solo piccolo-borghese ed è spesso gratuito.</i><br />
<div style="text-align: center;">
<b><i>* </i></b> </div>
Servirebbe un poco di silenzio ed una lieve brezza, sul far del crepuscolo, che provocasse un sommesso fruscio di foglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci vorrebbero, di conseguenza, anche degli alberi.<br />
Tanti alberi: dovrebbero essere molti, saper frinire e stridere con discreta musicalità, come se fossero cicale un poco timide.<br />
<i>(Com'è bello illudersi che le cicale siano davvero gli spiriti dei nostri amati perduti)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci vorrebbe, allora, la cassa di risonanza di un vero bosco.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi, una pioggerellina leggera e gentile sotto cui muoversi lentamente, al passo delle creature silvane<br />
(<i> danza la verde ombra d'Ermione)</i>.<br />
<br />
Il massimo cui aspirare è questo, per me. <br />
Per qualche istante il maglio a due teste della consueta e perenne disperazione del vivere s'inceppa, ed io respiro, con stupefatto piacere.<br />
Poi ricomincio a morire, ché è questo il fatale fine della nascita.<br />
<div style="text-align: center;">
<b>***</b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i>Una delle piaghe dei tempi moderni consiste nel fenomeno penoso ed increscioso che consente che quanto è maggiore l'oggettiva pochezza della propria sostanza interiore, tanto maggiore è la scarsità di pudore nell'ostentarla. </i><br />
<div style="text-align: center;">
<i><b>*</b></i> </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi provoca sofferenza viva, talvolta, assistere in modo fortuito alle ridicole esternazioni della propria esistenza nei suoi più banali ed insulsi aspetti sui social network , da parte della gente comune.<br />
<br />
Per quel che attiene i frivoli contenuti dei così detti <i>VIP</i>, invece, il sentimento è semplice ripugnanza o pesante fastidio, ma ciò non merita davvero alcun approfondimento. Quelli contano in un ritorno pubblicitario o di consenso, ma è altrettanto logico e banale che funzioni a meraviglia, date le fievoli capacità critiche delle masse.<br />
<br />
Trovo invece agghiaccianti e perfino offensivi i necrologi, le condoglianze, la partecipazione emotiva post mortem palesati virtualmente, e disperanti le dichiarazioni d'amore per i propri congiunti pubblicizzate in siffatto modo.<br />
La sensazione che me ne deriva è una schifata compassione, una sconfinata tristezza.<br />
Ma perché mai non vi basta dirlo nell'intimità delle vostre stanze quanto volete bene ai vostri amanti, coniugì, sorelle, fratelli, nipotini, nonni, amici, reietti della Terra, cani e gatti?<br />
<br />
Da un punto di vista antropologico è evidente ed appurato che l'Uomo ha un possente bisogno del rito per sentirsi parte di una comunità dato che il sentimento di appartenenza attenua l'angoscia dell'irrilevanza e la paura che incessantemente attanagliano la sua mente, e lo consente a prescindere dalla disanima degli effettivi contenuti.<br />
<br />
Questo, però, non mi pare il caso. <br />
La presenza e le manifestazioni di idiozia della gente nei social nella maggioranza schiacciante dei casi misura una patologica e non più dissimulata mitomania, così grave da indurre persone anche di media intelligenza e potenzialità a cicalecciare sul nulla senza ritegno, ostentando la vanità più stolta.<br />
<div style="text-align: center;">
<b>***</b></div>
<br />
<br />
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E' indubbio che malessere psicologico e stress, quest'ultimo anche essenzialmente fisico, intensi e protratti nel tempo, possano degenerare in patologia anche grave.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E' meno certo che la guarigione seguirebbe analogo percorso al rovescio con esito positivo, se pure fosse possibile.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<b>*</b></div>
<div style="text-align: justify;">
La prima deduzione che ne pare discernere è in odor di ossimoro, perché un certo tipo di disagio psicologico, tutto personalistico e scaturito dal mal d'anima generico di cui soffre la persona sensibile all'ingiustizia, ai dolori, agli orrori del mondo, è segno, piuttosto, di piena salute, ovvero di completa umanità.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'appartenente alla specie umana che prova autentici dolore e compassione per le sofferenze dei suoi simili, che preferisce il silenzio, che ricerca, frustrato, la bellezza della semplicità, che conserva l'attitudine ad amare ritenendola l'assoluta priorità della sua esistenza soverchiato poi dalla delusione derivante dall'oggettiva impossibilità di esercitarla, che non riesce -assolutamente non riesce-, in alcun modo, ad integrarsi socialmente, adattarsi, gettare la spugna e pacificarsi, ricordi almeno che i deviati ed i malati sono tutti quegli altri.<br />
<br />
La seconda deduzione, ampiamente avallata dalla mia crescente tachicardia e dall'aggravamento della depressione, è che, pur se coscienti della perversione della realtà in cui si è costretti a rimanere immersi, non si ricavano per questo né lenimento del dolore né guarigione, ovvero la conoscenza non conduce ad alcun progresso definitivo.<br />
Camus scrisse, da qualche parte, che "<i>per suicidarsi bisogna amarsi molto</i>".<br />
E' vero. <br />
<br />
<br /></div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-58787411987303264842018-08-08T23:57:00.000+02:002018-08-09T11:32:08.493+02:00Tre assiomi, deduzioni, scoli di mezza estate (logorrea improvvisa da afa padana) -1-<div style="text-align: justify;">
<i>E' opportuno selezionare con grande attenzione l'ingresso delle persone nella propria vita fin dall'avvento dell'età della ragione.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>* </i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò è particolarmente raccomandato ai temperamenti ipersensibili-malinconici ed alle anime belle, fatto che rende l'assioma soprastante in sé elitario.<br />
La cosa inoltre seccante, pur se fatale, è che a prenderlo alla lettera ci si voterebbe al quasi totale isolamento.<br />
Sarebbe meglio, dal punto di vista pulito e scintillante della razionalità: meno amarezza, meno delusioni, meno noia, meno nausea da derivazioni umane.<br />
Sarebbe peggio, perché toglierebbe ogni alibi nel momento -fatale anch'esso- in cui, nonostante un isolamento benefico dal corrotto e corrompente consorzio umano, le cose appaiono nella loro sostanza oggettiva:<br />
<div style="text-align: center;">
talvolta bellissime ma </div>
<div style="text-align: center;">
indifferenti, </div>
<div style="text-align: center;">
talvolta terrificanti ma</div>
<div style="text-align: center;">
indifferenti,</div>
<div style="text-align: center;">
altra ancora neutre ma</div>
<div style="text-align: center;">
indifferenti.</div>
<div style="text-align: center;">
***</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<i><span class="ILfuVd yZ8quc">« Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa..." </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: center;">
<i><span class="ILfuVd yZ8quc">* </span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="ILfuVd yZ8quc">Ora io vedo la quasi totalità delle menti, seppur non solo le migliori -ma i superlativi ormai sono estinti per carenza di qualità nel secolo dell'appiattimento fattuale in atto-, né solo le peggiori, abbarbicate come licheni ad un edonismo passivo ed intristito, ad un amor di sé senza ragione e sostanza e perciò patetico, distrutte dal bisogno di consenso e visibilità, ancora più affamate ed isteriche, digitare come ossessi proclami, aborti di pensieri, programmi di governo, aforismi di tizi a loro sconosciuti ma che suonano bene, fatti privati di ordinaria, banale e un po' deprimente esistenza, altre stupidaggini imbarazzanti, nella convinzione che ciò li renda parte di <i>qualcosa.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="ILfuVd yZ8quc">Surrogati di amicizia, emozioni sintetiche, illusione di dialogo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="ILfuVd yZ8quc">Erano meno strafatte quelle degli anni '60. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span class="ILfuVd yZ8quc"><i>*** </i></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<span class="ILfuVd yZ8quc"><i> </i></span><i><span class="ILfuVd yZ8quc"> </span></i></div>
<i><span class="ILfuVd yZ8quc"></span></i></div>
<i>La maggioranza dei sedicenti intellettuali (spesso "/</i><i> filosofi") finge di ignorare che il solo modo per contrastare il peso delle sperequazioni sociali di cui si indignano e delle sofferenze dei reietti, sarebbe innanzitutto ammettere che sono strumentali alla permamenza di questo Sistema e sua diretta, intrinseca e logica conseguenza.</i><br />
<div style="text-align: center;">
<i>*</i></div>
<div style="text-align: justify;">
Ne deriverebbero la sua inappellabile condanna ed il dovere di reagire.<br />
L'intellettualismo non implica affatto né il coraggio, né, men che meno, l'onestà.<br />
<div style="text-align: center;">
***</div>
</div>
</div>
sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8727884619530707685.post-40131903128928486492018-07-16T23:07:00.000+02:002018-07-16T23:07:50.377+02:00Tipi -28- i vecchi (porci)<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine arriva il momento in cui comprendiamo la sostanza più corposa e pregnante della nostra vita, di solito in un letto d'ospedale od in sua prossimità, e generalmente è troppo tardi per rivoluzionarsi di conseguenza, adottare le necessarie strategie per porre rimedio agli errori madornali commessi per ingenuità o in seguito a valutazioni fantasiose ed accettare con il necessario stoicismo e realismo d'essere spaventosamente soli con le nostre ancestrali angosce risultanti definitivamente intraducibili e soprattutto prive di qualsiasi interesse per chiunque altro.<br />
<br />
Ci pare di aver fatto del nostro meglio, in fondo, ma è evidente nel contempo che non è vero, dato che l'approdo di una vita si identifica quasi sempre in una spassionata generalizzata amarezza.<br />
<br />
Peccato che saggezza, altruismo, amicizia non siano quasi mai la risposta naturale di siffatta crisi.<br />
<br />
Conosco persone anziane affette da recriminazioni che mi ripugnano: ottantenni senz'ombra d'<i>anima</i>, caparbi materialisti, disumanizzati nichilisti che nella loro cieca corsa verso il nulla, ai bordi dell'abisso nero che presto li inghiotterà, si ostinano a desiderare qualche surrogato, sempre squallido e triste, di piacere.<br />
Il bisogno edonico ha in loro spadroneggiato sempre e persiste, senza che essi si avvedano di come li abbia condotti ad una pochezza intellettuale (per non evocare alcuna morale) assoluta.<br />
<br />
A me, che parlo d'<i>anima</i> pur nel mio assoluto ateismo, ridono in faccia, perché nulla conta di più, per questi tristi tipi, della vanagloria e delle loro avvizzite gonadi.</div>
<a class="K3JSBVB-A-c trafficSourcesStats" href="https://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=8727884619530707685#trafficsourcesstats"><span class="K3JSBVB-A-d" role="treeitem"><br /></span></a>sirio59.mmhttp://www.blogger.com/profile/07078471789852059130noreply@blogger.com2