venerdì 22 maggio 2015

Tipi -22- i rivoluzionari de noantri

In fondo, sono indici di superbia e vanità anche l'affermazione o la convinzione che l'anima umana sia nella maggioranza dei casi complessa e pluristratificata.
A me pare, piuttosto, troppo spesso elementare; elementare in modo desolante.

Dimentichiamo quasi sempre che tutte le cose, e similmente i costrutti mentali, sembrano difficili prima di diventare facili, fino  lambire la banalità.
Quella tale azione, manovra, chiosa filosofica, serratura, aforisma ermetico, stringa binaria, quasi sempre ci possono risultare ostici fino a sembrarci inintelligibili solo fino a quando ci mancano gli strumenti di conoscenza, ovvero fino a quando riempiamo quella tal lacuna di ignoranza.

Spesso la faccenda va allo stesso modo in una prospettiva speculare: supponiamo di sapere o poter fare, o saper fare all'occorrenza.
Attribuiamo, con atto di fede, all'esistenza di una nostra sedicente complessità umana misteriosa, così misteriosa da risultare sconosciuta fino a ciascuno di noi -legittimo proprietario della sua stessa anima-, capacità ed indole straordinari, ma con ogni probabilità inesistenti.
Ci illudiamo che qualche metamorfosi cosmica possa, per esempio, trasformare il coniglio in leone.

Favoleggiare ci serve per zittire l'intuizione della nostra stessa miseria e pochezza: accettare umilmente la nostra stessa meschinità sarebbe comunque atto di coraggio.
Ciò che è certo è che nessuno che non abbia mai trovato neppure l'ardire di lasciare famiglia o partner istituzionali, garanzie sociali e tiepidi noiosissimi focolari per rischiare un Amore romantico, non si spenderebbe mai nella Rivoluzione che a parole decanta, esorta, invoca.