giovedì 5 giugno 2014

Tipi -17- di quelli che "preferirei di no"

Posto che il raccolto più abbondante dell'esistenza è costituito da disillusione e delusione e che nessuna delle due è evitabile all'umano, e data l'insaziabile e furiosa attitudine al sempiterno desiderio di rinnovato piacere,   rimane altresì sconfinata la gamma delle passioni che lo irretiscono, rendendolo al contempo paradossale e ridicolo ma anche saggio -di una saggezza tutta istintiva-, perché se esiste davvero un'azione encomiabile e degna di rispetto, nell'uomo moderno, questa sta tutta concentrata nella rara capacità di resistenza alla Noia suprema di cui l'esistenza, straziata e svilita di senso, suo malgrado, nella modernità stessa, rimane impregnata ed intossicata.

La premessa, naturalmente sottesa, è che la Vita annoia. Annoia a morte.

Io, però, non sono capace, non so tergiversare, non trovo alcun ristoro nel deserto: non ci provo più a raggiungere la palma di quell'oasi che pare delinearsi, dato che l'autoinganno mi è assolutamente impossibile e so trattarsi di miraggio. 
Sono incapace di appassionarmi, ormai, si ché dovrei dirmi, nonostante la durezza impietosa della mia situazione personale, lo sfinimento, lo scoramento, l'assenza assoluta anche del più prossimo futuro, una persona interiormente libera da qualsiasi desiderio-paccottiglia.
Infatti.
Io sono libera -me lo ripeto come un mantra- di mantenere inalterate,  incorrotte, innegoziabili ed inappagabili le mie vere intime aspirazioni.
Qualcuna ancora la ignoro io stessa, ma so invece, con matematica certezza, quello che non voglio, che non posso a nessun costo accettare, che non mi scomodo neppure un po' a mediare e limare con compromesso.
Altri, nel gioco della partecipazione, che identificano con la testimonianza tangibile d'esistere, cavano qualche soddisfazione. Ne resto interdetta.
La Religione, i Papi, i Filosofi, i Politici Corrotti, tutti i Sedicenti Artisti: quel loro un po' sudicio e tristo parlarsi addosso, quel nostro servile e tristo ascoltarli e poi dibatterne illudendoci di fare esercizio d'intelligenza.
E' penoso.
Preferisco di no, preferisco di no, preferisco di no
A che mi gioverebbe? Distrazione di un istante e poi, di nuovo, regale e maestosa, la Noia.

Vivere è uggioso, sempre; vivere di convenevoli per me è impossibile, per loro è languido.