domenica 20 ottobre 2013

Se una domenica pomeriggio d'ottobre finisce che scleri...

La sola esperienza che saprebbe ristabilire una parvenza di armonia tra corpo e mente, adesso, sarebbe il raggiungimento della catarsi platonica.
Ciò, perché ho finito le aspirine, pur con la puntualissima emicrania del giorno festivo.
Ma.
 
Se è così che il Filosofo impara e s'avvezza a morire, è altrettanto vero che simile cammino deve essere da lui giudicato desiderabile, e per essere giudicato desiderabile deve procurare una qualche forma di  piacere, almeno fino al momento in cui egli è ancora appartenente alla specie umana.
Come si stia lassù, assisi su scranno o seggiola nell'Olimpo delle Idee, non è dato sapere ad un mortale, per ovvie ragioni,  talché qui la spinosa questione si fa irrilevante perché irrisolvibile.
Di conseguenza, ciò di cui ragionare rimane il tragitto.
 
Ebbene, ecco sfiorata la nota dolente: nell'impossibilità di percorrere alcuna via, perché stritolati nel presente per sofferta schiavitù - la moderna schiavitù economica che si differenzia dall'antica schiavitù economica solo perché ora si chiama diritto/dovere democratico d partecipazione al consorzio sociale -  ma  anche per una certa deprecabile - ovvero non conveniente - raffinatezza di gusti ed esigenze,  con chi e come condividere, amabilmente discorrendo e dialogando e comunque scambiando parti di sé, qualche tratto di strada?
 
*
Mai come ora ho accusato con tanta violenza il contraccolpo del vuoto.
Non c'è che vuoto sostanziale, tutto intorno ed ovunque: un vuoto in cui echeggiano parole in fondo prive di senso e piene invece di infinita volgarità e miseria.
Certo, ogni esperienza personale ha origini tutto sommato casuali: la più ferrea delle volontà non può modificare minimamente né le circostanze esterne né le altrui indoli. La sola cosa che un individuo può fare è sottrarsi alla menzogna, pagandone personalmente ogni conseguenza.
Così pago, fino ad esaurimento delle sostanze e delle energie.
L'intransigenza, l'impossibilità di addivenire ed accettare compromessi, sia nei rapporti personali che in quelli pubblici, con ogni probabilità provocheranno la mia catastrofe.
Ma non è anche questa, pur se nei piccoli ambiti di una vita non illustre,  fedeltà alle Idee?
 
 
*
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento