domenica 3 marzo 2013

Tipi -12- I leziosi

Sono tanti, tantissimi, una schiacciante maggioranza.
 
Hanno il potere di abbassare in modo preoccupante la già bassa tua stima degli uomini, in conseguenza di comportamenti disarmanti ed annichilenti. Non importa quanto siano gravi: è irrilevante la considerazione dell'oggettiva importanza di una questione o di una circostanza, perché lo stile del comportamento nei rapporti infraumani e sociali è fisso in ogni persona.
 
Può essere che ti abbiano lavorato accanto per il tempo sufficiente ad intessere rapporti di cordiale vicinato, qualche scambio di opinioni, sollecitati da problematiche comuni; può essere che ci sia stato bisogno occasionalmente e vicendevolmente di scambiarsi piccoli semplici favori (ricevere un pacco o rendersi mediatori in assenza dell'altro senza il minimo interesse); può essere anche che si siano subìti uno stesso disagio od una stessa scorrettezza da altri, sì da non poter negare l'esistenza di uno stato condiviso.
Succede, insomma, che alcuni elementi possano accomunare due semplici conoscenti.
 
Ebbene, sembrerebbe consequenziale che se uno dei conoscenti si trasferisce altrove, prima di andarsene definitivamente passi da colui che rimane al suo posto e dica: "Allora io vado, qui ho finito. Auguri di buon proseguimento e buona fortuna".
 
Invece no, mica va così.
Il tipo 12 se ne va e basta, con una bella sgommata, e  lì finisce. Un lampo ha lo stesso destino e costituisce perfetta allegoria.
 
Questa è la prova ontologica della grande miseria degli umani rapporti.
 
Pare un'inezia, ed invece è sindrome grave.
 
La gentilezza e la cortesia sono in via di estinzione, piegate come sono ormai a finalità sempre utilitaristiche.
La schiacciante maggioranza di cui sopra, i tipi 12, saranno forse pure capaci di leziosità -probabilmente anche spesso - e, talvolta, sfoggeranno sorrisi e cordialità in grado di ingannare i loro interlocutori, ma ciò avverrà soltanto in corso di rapporto, a testimonianza del fatto che trattasi di esternazioni mendaci ed effimere.
Estinto il presupposto pratico che le motivava, si estingue anche l'interesse per l'altro essere umano.
 
Ma non si estingue, ché ciò che non è mai stato davvero non può morire.
Se l'Uomo si dice animale sociale è soltanto perché digeriamo  straordinariamente l'ossimoro che società sia assembramento funzionale a qualche scopo di soggetti profondamente ed ostinatamente tra di loro estranei e lontani.
 
 

2 commenti:

  1. L'unico modo per mettersi parzialmente al riparo dal buio pesto della loro inesistenza, cui ci espongo certi fulmini, è forse porre cura nel valutarli fuochi d'artificio anziché stelle. I primi sorprendono per poi svanire, lasciando solo una coltre di fumo. Le seconde, come i veri affetti d'amicizia, continuano a esserci anche quando non si vedono, celate dalla distanza, ma dalla distanza non spente.
    Forse proprio perché nato sotto una cattiva stella metaforica - tanto per fare un esempio di presunto legame tra umani - dei tanto citati "colpi di fulmine" è sempre meglio diffidare. Son tante le volte che ti folgorano lasciandoti carbonizzato, ancor di più quelle che svaniscono repentini, rarissime se non nulle quelle in cui perdurano.
    L'esempio amoroso mi permette di arrivare alla chiusa. Seppur raro, un sentimento profondo, di amore in senso poliedrico e avvolgente (che è qua con significato di intima concordia, intraducibile, non misurabile, istintiva) è forse l'unico incanto che permette un discreto contatto umano tra individui di una specie animale che altrimenti conduce esistenze d'utilità sociale. Siamo tutti parentesi estranee dentro le esistenze altrui; l'anima, soltanto lei, a volte può librarsi sopra quei muretti all'incontro con le pari sue. Trascinandosi dietro sgangherati involucri di carne e ossa, come i barattoli dietro l'auto degli sposi, di modo che pure gli umani che le albergano escano dalle proprie singole parentesi.
    (uff, ce l'ho fatta per un pelo. arrivato ai barattoli pensavo di non uscirne più vivo. chiusa parentesi)

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    1. "Il mio nome è Morena Martini, penso con preoccupante insistenza - in modo più o meno congruo - ed ho sempre caparbiamente difesa l'illusione che in fondo all'anima di ognuno ci fosse qualcosa che giustificasse preconcetti di benevolenza. Oggi sono cresciuta, pur riluttante ed amareggiata. Da grande selezionerò stelle."
      Un abbraccio.

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