martedì 10 aprile 2012

Tipi -7-

Sono innamorati  delle loro illusioni e sedotti dai loro specchi.
Lì dialogano pemanentemente con sé stessi, prigionieri di pretesti ed idee, anche quando fingono o sono effettivamente convinti di parlare all' altro.
L' altro non è che il pretesto per combattere una noia serpeggiante, patologicamente umana, da cui non c' è scampo se non nelle momentanee esaltazioni.
Le azioni ed i fatti, però, hanno il potere di svelare il loro idillio, forse pure a loro stessa insaputa.
Solo nella finzione sopravvivono.
La maggioranza di loro non lo sospetterà mai e continuerà  a raccontarsi la storia antica dell' amore che consola, dell' amicizia che salva, dell' arte che riscatta.
Identificano la libertà di pensiero con l' eccentricità, cadendo nel peggiore dei formalismi.
Nulla, in loro, vorrà mai intraprendere una qualsiasi azione per esercitare la realtà ed appropriarsene con la più naturale delle propaggini della coscienza, il corpo.

*
Questo corpo che duole.
Dall' osso occipitale ai lombi.
E disturba i sogni.
Demotiva le speranze. Ci vuole forza a sperare. Forza e lucidità. Muscoli, nervi, riflessi vivi.
Saluto il perduto corpo elettrico, in diretta connessione cosmica.
La sola fuga da tutto ciò che fa male, dall ' intollerenza ai vizi umani, è il sonno.
Benefica e compassionevole, la notte.
*




    .

2 commenti:

  1. Ci sono alcune frasi particolarmente belle che ho raccolto come soffioni in un prato, e adesso le soffio.

    "Identificano la libertà di pensiero con l'eccentricità, cadendo nel peggiore dei formalismi."
    Pensa, io faccio un lavoro che sarebbe da definirmi un "creativo", orribile aggettivo sostantivato che banalizza e dispensa dall'impegno cerebrale gli altri, poiché ogni persona di qualità superiore, ogni professione, dovrebbe essere caratterizzata da "pensiero creativo" (mi sa che dovrò farne un post... di 'sto passo accumulo più spunti che libri nuovi).
    Quanto bene diceva Bruno Munari quando di fronte a chi esclamava "Semplice ma bello!" si irritava riflettendo, più o meno, "Chi veda la semplicità in contrasto con la bellezza, non ha la ben che minima idea di come la semplicità sia uno stupendo processo faticoso che rimuove ogni bruttura di complicazione alla realtà".
    Ecco perché i bambini sono spesso più creativi dei cervellotici adulti intellettualoidi (poetastri del pensiero direbbe una mia amica di laguna).

    "una qualsiasi azione per esercitare la realtà ed appropriarsene con la più naturale delle propaggini della coscienza, il corpo."
    Anche questa è una bella immagine. Senza il contatto con il proprio corpo, ci si sconnette dalla realtà, quella interna delle emozioni, che si abituano a restare astratte, psicopatiche, alienate dal corroborante contatto con la realtà del mondo. Chissà com'è che nel mondo del lavoro da scrivania impiegatizia, gli psicologi ci vanno a nozze. E non solo loro.
    Da una parte gli angeli con le ali piumose, dall'altra calli e cicatrici di vita vissuta.

    Mi freno e ti pongo un dilaniante quesito esistenziale che non mi concede requie...
    Ma quando scrivi in corsivo è perché citi un autore? E se è un autore e uno, tipo facciamo iomemedesimo, non riesce a capire chi sia, come fa a capire che autore è?
    O è Morena che si fa poesia di se stessa?
    Ciao ;)

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  2. Innanzitutto, soddisfare il quesito doloroso, perché mai e poi mai voglio protrarre la tua sofferenza! Quando cito un autore mi attengo rigorosamete alla deontologia del blogger e, pertanto, inserisco il testo relativo tra virgolette, subito seguite da indicazione dell' autore, dell' eventuale opera da cui l' ho tratto, o, in genere, delle altre fonti.
    Quando scrivo in corsivo è perché a sirio59.mm subentra Morena. Non che siano due entità diverse , ma Morena si consente qualche escursione molto intima e personale, come parlasse fiduciosamente ad un amico che la comprende e la ama (cosa che sirio -più bacchettona, disincantata e dignitosamente controllata- non si concede).

    Pregevole la riflessione sulla semplicità. Disarmante, poi, l' abissale differenza tra il significato -contrapponibile- che vi attribuiscono le anime belle e le anime grette: non vi sarà mai confluenza, bisogna farsene una ragione.
    Quant' è eroica la fatica di liberarsi di tante spurie cervellotiche, parole-ammenicolo, concetti artificiosi, malafede sottesa, per ritrovarsi integri e provare, così mondati, a cogliere un po' di felicità del vivere.


    P.S.: un post malinconico in sospeso pregresso; un altro or ora accantierato...e siam di nuovo a due. Ma dev' essere piacere, eh!

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