venerdì 23 marzo 2012

Tipi -5-

Si dicono poeti senza conoscere la metrica ed i veri Maestri.
Chiamano poesia indiscriminatamente la descrizione dei loro pruriti, del loro mal di pancia, dei risentimenti, dell' attitudine al melmoso vittimismo, del loro infantile bisogno di affetto sdolcinato e le dozzinali rime talvolta baciate retaggi di esercizi elementari e semplicistici.
Altre volte confidano che l' entropia delle parole -spesso finanche stridenti-  stordisca il lettore sprovveduto e credulo.
La loro ignoranza esercita un arrogante potere sulla maggiore ignoranza di alcuni altri, i quali, appellandosi al loro interiore dozzinale senso del bello, se ne entusiasmano.
Non esiste stile che prescinda dalla conoscenza della tecnica. E l'espressione della propria indole, buona o cattiva, bella o brutta, non è bastevole a rendere significativo, utile o sublime un componimento: l' umanità può agevolmente fare a meno di chi auto-proclama la propria individualità e le proprie insignificanti peripezie emozionali interessanti e li sottopone al pubblico senza pudore: son bisbiglii da salottino privato.
Né basta soffrire di patologie nervose.
Nè essere vittime di dipendenze.
Nè peccare d' egocentrismo.
Per dirsi poeti ci vuole anche un afflato d' altruismo, in sé, un amore non meschino; s' ha da voler dare qualcosa di buono al mondo e conoscere la grammatica.
  

10 commenti:

  1. ho sempre amato il numero 5...tranne lo Chanel...
    grazie!

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  2. Grazie a te, cara S.
    (è evidente che ami -anche tu- un numero primo: indivisibile.
    Mai guardato, un po' per celia e un po' per curiosità, le teorie della numerologia introdotte da Pitagora?)

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  3. no, solo il nome Pitagora, di cui ricordo vagamente un teorema, mi fa rabbrividire...
    e poi le mie capacita culturali sono alquanto limitate per avere questo tipo di curiosità, grazie cmq dei preziosi e sempre utili consigli.

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  4. La numerologia è una disciplina davvero antichissima: l' ambizioso progetto di unire filosofia e matematica.
    Se 5 è davvero il tuo numero, sappi comunque che è ottimo numero.
    Caro saluto.

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  5. Penso, con disappunto, a tanti corsi di scrittura creativa, che spopolano. Si insegna a esprimere le proprie emozioni (magari col rischio di crearle artificiali) mescolando un riferimento all'olfatto, uno alla vista, uno al tatto, ecc. Si amalgamano gli ingredienti banalizzando il tutto. Trovo orripilante il solo pensare che si possa standardizzare la modalità espressiva.
    Dirò meglio: accetto l'idea che un comunicato stampa si possa e debba comporre con le stesse regole scientifiche che permettono di assemblare un'automobile. Non accetto l'idea che uno scritto emotivo, come una poesia (ma anche una prosa letteraria), debba avvilirsi con regole di comunicazione emotiva.
    Prima ancora è importante crearsi solide fondamenta tecniche, padroneggiare la grammatica (e quanto traballerò sempre io, e con immenso rammarico, per muri che non ho eretto a tempo debito).
    La grammatica è fondamentale al punto tale che, padroneggiarla, permette a chi ha qualcosa da esprimere di avvalersene, ma senza restarne prigioniero. Chi non padroneggia non maneggia, e il rischio si traduce in uno stile impeccabilmente omologabile. Magari perché in fondo non si ha granché da esprimere, o perché la voglia di esprimerlo "di persona" soccombe alla rassicurante opzione di esprimerlo "di norma".
    Come sempre mi è piaciuto tutto quanto hai scritto. Ho voluto porre la riflessione su questa superficiale e irritante banalizzazione operata sul pensiero scritto da parte dei guru della scrittura creativa. Ci si preoccupa di avere tutti gli ingredienti sensoriali, non si verifica che sia presente l'unico elemento propedeutico: l'originalità del sentire dell'individuo, che è biografia vissuta. In assenza della quale ogni regola di grammatica è solo un cappio o tutt'al più un pretesto, in presenza della quale la grammatica fiorisce, magari improvvisandosi birichina, con confidenza e padronanza dei propri mezzi.
    Mi irrita questa supponenza di pensarci senza limiti. Tutti abbiamo diritto a una laurea, tutti possiamo essere scrittori. Palle di Fra' Giulio!
    Ognuno ha il diritto di ingannarsi come meglio crede, questo sì. Intanto, come tu scrivi, di suoi simili pronti ad applaudire solidali in reciproco, fittizio riscatto di mediocrità, ne troverà sempre gli spalti pieni.
    I bravi poeti sanno improvvisare coriandoli colorati.
    I mediocri scribacchini sanno solo approssimare rotoli di carta igienica.
    Spacciando approssimazione per improvvisazione; confondendo capacità amatoriale per limite dilettantesc... dilettantististic... dilettistic... ehm... da dilettante.
    "L'italiano, mi creda, è una lingua maledetta!" [Fantozzi rag. Ugo]

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    1. Dici benissimo, Kisciotte.
      Che poi, ora che mi ci fai pensare, già la formuletta "scrittura creativa" è una sciocchezza in sé e per sé: un' enorme parte della grande letteratura mondiale è 'nichilista', cioè, semmai,scientemente 'decrea'...
      ... ma la cattiva poesia, credimi, mi irrita terribilmente, mi procura un disagio quasi fisico, quando fequentemente mi ci imbatto.
      Potrei fare dei nomi, ma non intendo offendere alcuna sensibilità: le mie sono intuizioni molto personali e probabilmente, agli occhi di chi non presupponga in me buonafede, integraliste.

      A me pare, amico mio, che tu non sbagli una virgola...
      :-)
      Con affetto.

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  6. Non avevo mai riflettuto sull'atto decreante. Ora, grazie a te ho una faretra meglio fornita per schernire e infilzare senza pietà i sostenitori dei corsi di... scrittura creativa ;)

    Sono arrivato un poco tardi con questo commento, perché il tuo bel complimentone mi ha ringalluzzito, così sabato sono andato bello tronfio al parco con Clementina e abbiamo scritto una poesia a quattro mani... ehm... a due mani e due ruote.
    Dedicata a delle virgole alle quali vogliamo molto bene.
    Abbiamo deciso di dedicartela :o)

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    1. L' ho letta, naturalmente, cavaliere...
      e la tua dedica mi fa particolarmente piacere, oltreché -al mio solito- commuovere un po'.
      Grazie.

      P.S.:a proposito di cieli, mi andava di dedicarti "Uno sguardo verso il cielo" delle Orme, ricordo d' altri tempi di ragazzina che invidiava le ali dei gabbiani, immaginando il tuo puntato alle nuvole.
      Ed invece -accidenti- non mi riesce proprio di linkarlo.

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    2. Oh beh, poco male, adesso vado a cercarlo su youtube. Grazie.

      ps: riguardo il linkare, mi pare ti diedi in passato il codicillo per inserire il link, ma mi sa che la tua pigrizia informatica ha la meglio (il che non è affatto un male)

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    3. Infatti, l' ho recepito ed anche utilizzato. Gratitudine. Ma con i video di Youtube non riesco sempre ad individuare l' URL esatto da riportare e così non funziona...

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