martedì 20 marzo 2012

Ma si può essere più liberi di così? -1-

"Io sono per sempre condannato ad esistere al di là della mia essenza, al di là del moventi e del motivi della mia azione, sono condannato ad essere libero. E ciò significa che non è possibile trovare alla libertà altri limiti oltre se stessa, o, se si preferisce, che non siamo liberi di cessare di essere liberi." * (J. P. Sartre, L'essere e il nulla  * mia la variazione del colore del testo )

"La conseguenza fondamentale che deriva... è questa: essendo l'uomo condannato ad esser libero, egli porta sulle sue spalle il peso del mondo intero, l'uomo è responsabile del mondo e di se stesso quanto al modo di essere. Usiamo qui il termine "responsabilità" nel suo significato corrente di "coscienza (d')esser l'autore incontestabile di un evento o d'un oggetto". In questo senso la responsabilità del per-sé è opprimente; egli è infatti colui per cui accade che "ci sia" un mondo. E poiché è anche colui che "fa essere se stesso", qualunque sia la situazione in cui il per-sé si trovi deve assumere totalmente questa situazione col suo coefficiente di avversità. Questa responsabilità assoluta non è però accettazione; è la semplice rivendicazione logica delle implicanze della nostra libertà."
(J. P. Sartre, L'essere e il nulla)


Noi siamo liberi sempre, che ci piaccia saperlo o meno, che ci provochi o meno angoscia ammetterlo.
Lo siamo nelle grandi e nelle piccole questioni e totalmente.
E' altrettanto vero che trattasi di libertà "condizionate", ma in nessun caso può esistere la libertà assoluta in un sistema composto di più di un elemento umano o naturale: quel che un altro desidera e persegue potrebbe sempre essere esattamente il contrario di ciò che invece voglio io.
Lo scoppio di una guerra in cui fosse coinvolto il mio Paese non è conseguenza di un mio atto di volontà e non deriva dal mio esercizio di libertà, ma, nella situazione di guerra, io soldato non consenziente posso disertare.
Se mi coglie una malattia, non posso certo o sempre dire di averla scelta, ma posso decidere sul come affrontarla, ad esempio rifiutando una tal cura.

Potrei continuare all' infinito: non esiste un solo esempio che sfugga alla 'condanna' della libertà umana, e questo può dirsi perfino a proposito delle più estreme occasioni.

Da ciò ne deriva un mio certo integralismo di giudizi rispetto ad un' enorme quantità di azioni che indirettamente o direttamente mi riguardano e di cui sono oggetto.

M' è accaduto d' essere raggirata da un tizio che mi ha chiesto di 'sponsorizzare'  una squadra locale di calcio di ragazzini. Io il gioco del calcio lo detesto -letteralmente-, ma l' accordo consisteva nell' impegno da parte sua di far figurare il logo della mia piccola attività neonata artigiana sui manifesti  quindicinali che -a dir suo- sarebbero stati affissi in occasione delle partite in casa. A riprova dell' impegno il tizio entro un paio di giorni mi consegnò la prima delle promesse locandine.  Che è rimasta anche la sola ed ultima.
Singolarmente, egli abita proprio a due passi dal luogo in cui esercito la mia attività: ci si incrociava, di tanto in tanto, ed alle prime due occasioni egli mi rassicurò dell' imminente stampa dei manifesti.
In realtà non li fece mai: semplicemente mi aveva estorto una somma (regolarmente fatturata) per il finanziamento a perdere dell' Associazione calcistica di cui si occupa.
Liberissimo di avermi ingannata.
Liberissimo, ora (ma in libertà condizionata), di percorrere il marciapiede opposto a quel che dovrebbe e che era solito calpestare, pur d' evitare l' imbarazzo d' imbattersi faccia a faccia in me, che -molto liberamente- ho maturato un preciso giudizio su di lui

Siamo talmente liberi da agire in modo tale da limitarci la nostra stessa libertà.

In amore lo facciamo puntualmente.

Ecco: questo sì è argomento gustoso.
Nel prossimo post, a primavera.



3 commenti:

  1. "Il mio amico Peter Schneider, il grande cronista e narratore della vita di Berlino, fece una volta delle ricerche su un autentico episodio di guerra e ne scrisse. Riguardava la protezione offerta a quegli ebrei berlinesi che avevano violato le leggi razziali naziste sposando degli ariani. Alcune centinaia di costoro furono salvate con metodi alla buona, grazie alle migliaia di comuni cittadini che offrirono chi il letto per una notte, chi una tessera annonaria. Peter pensava che la pubblicazione di questa vicenda avrebbe avuto una buona accoglienza: c'è sempre un mercato per le storie che riguardano i tedeschi perbene. Invece, ci fu una reazione irritata. Gli ci volle un po' di tempo per capire che descrivendo il comportamento coraggioso e generoso, ma certo assai semplice e non eroico, di tanti individui, aveva minato l'alibi morale di molti altri e più numerosi, la cui giustificazione di vecchia data per la loro inerzia era che, sotto un simile regime di terrore, non sarebbe stato possibile alcun gesto di resistenza."
    [da "Consigli a un giovane ribelle" di Christopher Hitchens]

    Se saper resistere e opporsi racchiude in sé un inafferrabile soffio di libertà, non esiste prigione più soffocante della propria meschinità priva di sbarre imposte da altri.

    Questo tuo scritto, Morena, come sempre è ossigenante. Mi sembra ne traspirino altruismo e impenitente e dispettosa fiducia verso l'altro. È forse una via di libertà che chi è prigioniero dell'amor proprio non può nemmeno scorgere.
    Grazie ;)

    Ora ti saluto che mi preparo a tifare Napoli in semifinale di Coppa Italia, così se passa magari ci vendica per l'eliminazione di ieri contro la Ju... ops! Ho rovinato tutto! Non volevo irritarti! Giuro! :P
    Cià ;)

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    1. (Ma come puoi essere 'm i l a n i s t a'?
      Questa non me la dovevi fare, non me la dovevi. Ti credevo tifoso dell' Udinese, per via dei tuoi retaggi friulani e della bionda Cita...)

      Grazie a te, per il testo e per tutto
      il resto.
      :-)

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    2. :D
      Eh sì! L'Udinese viene subito dopo. Poi il nulla.

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