sabato 17 marzo 2012

Afonia

Di difetti ne ho a migliaia - premetto-, e non me ne perdono neppure uno dei più lievi: sono certa d' essere la persona più imperfetta della Terra, soprattutto perché ho sempre coltivato, in me, senza quasi rendermene conto,  velleità e speranze comunicative altissime. Ho sempre pensato -intendo dire-  che la comunicazione sia il vero nettare dell' esistenza, l' attività più sensata ed intelligente in cui intrattenersi, e che quando condotta ad un certo livello possa attivamente aiutare a superare anche il più infernale dei drammi personali.

Qualche volta, in me, c' è anche il silenzio. Un silenzio fatto di parole stremate. E' un silenzio che vorrebbe parlare. Epperò non può. Ciononostante sta dicendo.
Vorrebbe dire, in spontanea coerenza argomentativa, di malinconia, di ansia sentimentale sempre tradita, di tenero sogno d' amicizia, di legittima pretesa di sogno vivificante. Sogno di levità non banale, bisogno di evaporazione degli scrupoli granitici e così convenzionalmente umani che è quanto di meglio noi in genere si sappia condividere.

Ma mi coglie il dubbio su come fare a dirlo, perché sia limpido, ed allora taccio.

*

Ad intervalli più o meno ampi, fin da bambina, la mia mente ha sempre rispettato un appuntamento tacito ma certo con sé stessa.
Si chiedeva: "Ma perché sei così? Perché sei tu e non un' altra? Perché ti vedo quasi come un' attrice, talvolta tragica, tal' altra comica, di un canovaccio che non hai scritto tu? Cosa e chi e perché hanno determinato questa tua stessa consapevolezza d' essere? E come si sentono le menti degli altri? Come te? Si sentono come te e si pongono queste stesse domande?"
Per qualche imperscrutabile ragione la mia mente non poteva, in alcun modo, interrogarne altre in questi termini.

*

Buonanotte alle anime perplesse.

5 commenti:

  1. So che non ti piacciono gli aforismi. Però questo del filosofo romeno Emil Cioran qua sotto mi pare stia bene.
    "La conversazione è feconda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità."

    Scritto ciò, la parola cede la scena al silenzio. Per una volta è lui, che tante volte ascolta pazientemente, ad essere ascoltato.
    Buonanotte

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  2. @ Kisciotte

    Uno dei verbi che ricorre insistentemente nelle riflessioni filosofiche di Cioran è 'obnubilare'.
    Il pensiero di noi tutti, in questo o quello aspetto e per diversi motivi è sempre, sempre, obnubilato.
    Si tratterebbe, allora, di riuscire a sovrastare le nubi, un po' come succede in volo, quando con meraviglia ne osservi dal finestrino la spessa coltre distesa sotto l'aereo che intanto segue una sua rotta sgombra ed azzurra.
    Ci sono momenti, di notte, in cui il mio silenzio è talmente libero da cumuli e cirri da darmi l' illusione - e la speranza- che si congiunga a qualche silenzio altrui (Kisciotte, Luca, chi ha la pazienza e la bontà di leggere i miei goffi tentativi di sbriciolare barriere) e nel suo nucleo mi pare quasi che sia finalmente possibile la reciproca comprensione, che altro non è che felicità...)

    Buona giornata, Cavaliere.

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    1. La tua dimestichezza con certi temi ha un che di fascinoso.

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    2. Ti ringrazio per il lusinghiero giudizio, ma è pur vero che l' imbeccata è tua, di diritto.
      Un sorriso.

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