mercoledì 8 febbraio 2012

Psicopatologia della blogtiquette - un cenno.

Come tutti i blogger sanno -o dovrebbero sapere- esiste una deontologia  consigliabile ai compilatori di blog.
In definitiva, si tratterebbe di seguire semplici norme di cortesia e civiltà unite al comune senso logico.
Altro presupposto fondamentale è il rispetto, comunque dovuto, perché dietro alla piattaforma c' è sempre una persona vera, in carne ed ossa, con mente e cuore, oltre che munita -chi più chi meno- di sensibilità.

Ebbene, della blogtiquette di cui al link inserito, mi scopro di qualcosa  ignorante, in qualcosa certamente   concorde, in altro, invece, in disaccordo, per la mancanza di qualcos' altro un po' delusa. Comunque sia, il problema di adottare un atteggiamento sempre 'etico' nell' immissione di contenuti di potenziale dominio pubblico, l' ho sempre sentito. 

*

Non avevo mai considerato con attenzione, tanto per fare un esempio, il corretto procedimento per postare immagini non  mie senza arrecare un possibile disagio ai legittimi proprietari.

I punti 1-2-3-4 mi sembrano piuttosto ovvi; del punto 5 ho nelle righe precedenti accennato e se c' è altro da sapere ringrazio fin d' ora chi me ne rendesse edotta; i punti 10 ed 11 non m' interessano e non mi riguardano proprio e così tralascio di considerarli; sui restanti altri, invece, mi sono spesso soffermata tra me e me con il pensiero, mossa da varie considerazioni, alcune delle quali decisamente intimistiche.

I post ed i commenti: si raccomanda di tener sempre presente che un post è potenzialmente consultabile da chiunque e pertanto di cercare di tener conto, eventualmente, delle sensibilità di tutti i lettori.
Un post  di critica politica, o contenente riflessioni precise e circostanziate su un personaggio pubblico vivo ed attivo, se negative, lede la sua sensibilità? Immmagino di no, altrimenti la democratica libertà d' opinione  diventa un mero eufemismo. Probabilmente dovrò esimermi dall' insulto diretto. Potrò pensare :"Sei un parassita, un cialtrone, un mafioso, un incapace, un pappone, un ruffiano, un porco, un idiota, una zoccola, e ti vorrei definitivamente fuori da ogni incarico pubblico per l' eternità", ma non lo potrò mettere per iscritto in una pagina come questa, a tutti accessibile: mi limiterò ad esporre la mia visione del mondo a chiare lettere, anche se da ciò si evincerà che è ostile alla sua.
L' alternativa è la tenuta di un blog limitato ai soli iscritti.

Sui  commenti, poi, la mia posizione è un po' più forte di quella consigliata e dipende dal mio usuale modo di condurre ogni altro rapporto umano e sociale. Li tratto esattamente come farei con una lettera ordinaria, una telefonata, od un messaggio di chat da parte di un amico: massima attenzione.
Rispondere, dare un cenno di riscontro, secondo le mie norme comportamentali, è sempre dovuto.
Considero chi non lo fa o spocchioso e superbo, o cafone, o superficiale. In tutti i  casi, maleducato.
Nel caso trovassi un commento palesemente indelicato, o sgradevole (ma l' insulto triviale deve essere cestinato comunque anche a tutela degli altri lettori), risponderei evidenziandone la pecca.
Nel caso in cui il mio commento fosse sottoposto a moderazione dal webmaster e me ne accorgessi nel momento di postarlo, esso acquisterebbe le definitive qualità d' essere il primo ed anche l' ultimo.

Altra considerazione meriterebbero alcuni abituali frequentatori che ho avuto modo di notare in spazi di altri (io ho trovato, in passato,  un sistema civilissimo per farli desistere, nel più gentile ed impercettibile dei modi). Esistono, infatti, commentatori/blogger che adottano il sistema parassitario o la piaggeria sistemica, forse per riempire un senso di smarrita solitudine esistenziale, o nella speranza di ricevere speculare simpatia e nutrire così il loro ego: in questo caso è davvero difficile gestire una situazione scomoda, ma senza far crollare lo stile.

*

Ecco, erano solo accenni di pensieri sulla faccenda.
A me piacerebbe se a qualcuno andasse di suggerire, ampliare, dissentire, insegnare, o discuterne, per esempio, anche, raccontando le proprie sensazioni e perplessità nella propria esperienza, o proponendo nuovi punti da aggiungere ad un codice di "cortese reciprocità" che a me pare indispensabile per far crescere questa nostra comune avventura.  




8 commenti:

  1. beh fino a un certo punto , fino a che cioe' si diventa' troppo professionali e la cosiddetta liberta' di espressione va a farsi friggere
    Per quanto riguarda le immagini, adesso google le ricicla in tutte le salse quindi mi ritengo autorizzata a farne uso
    Cialtrone e buffone spesso ci sta, certa gente bisogna chiamarla con il proprio nome
    Oh almeno Alemanno lo fa da una settimana in tutte le sue comparsate televisive, quindi lo faccio anch'io

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  2. @ Balqis

    Grazie per questa tua pronta opinione.
    Per le immagini altrui io pensavo che fosse bastevole l' indicazione, in didascalia, di autore e/o proprietario affinché non potessero essere considerate "rubate". Pare invece che il procedimento corretto di utilizzo sia un po' più macchinoso e preveda prima di salvarle e poi di postarle.
    Quanto ad Alemanno, per niente al mondo, mai, lo farò assurgere a paradigma.
    Ciao! :-)

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  3. ho letto blogtiquette...e avendo avuto una collaborazione, in passato, con un blog collettivo, diciamo che mi erano chiare la maggioranza delle cose.Da pochi mesi ho un blog mio, dove non utilizzo nessun tipo di censura, ed appunto a tutti ritengo di dover rispondere,anche a chi mi lascia solo un sorriso, per cortesia, ma anche perché come dici tu pongo attenzione ma anzi direi rispetto a chi io considero una persona, e non un entità virtuale.
    Naturalmente questo e' il mio punto di vista.Ho nel contempo ho avuto problemi in altri blog, in alcuni perché evidentemente il blogger ritiene come intrusi coloro che rientrano nella sua cerchia, e dunque mi domando perché non limitarsi ai soli iscritti? ma resta un mistero, con un tipo che sentenziava che non esistono obblighi di " do ut des " ma qui risposi mantenendo lo stesso tono vernacolare ed ironico del blogger , ribadendo dell' inutilità di leggersi e cercare confronti se poi si restava nei propri e soli steccati...nel merito scrissi un post, nel mio modo imperfetto che mi contraddistingue, ma e' il mio modo...riassumendo, penso che l' educazione sia a prescindere pero' spesso la si pretende ma non si elargisce, sia nei post che nei commenti...io leggo di tutto e commento dove sento di avere qualcosa da dire, ma su una sola cosa sono intransigente anche fino ad arrivare ad essere fastidiosa come una zanzara, ed e' quando si manca di rispetto alle donne, usandole come esempi di negatività...
    sopratutto se poi altre donne commentano e sorvolano sull' essere state offese...e dichiarando che in fondo si scherzava ....ho il piacere di leggerti, anche spesso e sopratutto di notte, ho sempre avuto la sensazione che non avessi una particolare predilezione nel ricevere commenti, dunque leggere oggi questo tipo di post, in cui chiedi apertamente un confronto, mi ha piacevolmente spiazzata...sono solitamente un' istintiva nel commentare e spero di non essere stata OT ...



    Italia

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  4. @ S.

    Mi fa molto piacere leggere questa tua testimonianza, cara S., per due motivi: il primo è tutto "femminile" ed empatico, oltreché oggettivamente condiviso; il secondo, invece, è più personale, ma ugualmente opportuno.
    Rilevo infatti, nella cortese abitudine di rispondere comunque ad un commentatore, una predisposizione tutta femminile all' ascolto ed una gentilezza certamente tipica della nostra indole di genere. Lungi da me l' idea che una blogger-donna si debba porre in posizione "maternalistica" nei confronti dei suoi lettori, ma ciò che intendo dire è che è indubbio -e scientificamente provato- che la femmina d' umano sviluppa maggiormente l' area cerebrale destinata alla comunicazione fin dal periodo pre-natale, per ovvi motivi biologici, e ciò può spiegare in parte perché a 'noi' sembri assolutamente ovvio, naturale e giusto dare riscontro a chi ci parli.
    La seconda ragione per cui ti ringrazio -oltre che per il fatto che tu mi legga- è per sfatare un po' l' equivoco che -non so come- aleggia sulla mia personalità.
    Io AMO il dialogo: perciò, e di conseguenza, ogni commento è ben accetto quando tende al confronto, all' amicizia, all' arricchimento intellettuale reciproco.
    Benvenuta.

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    1. ti ringrazio e sono anche ben felice di sapere che accetterai altri eventuali miei commenti...vorrei specificare ritornando al discorso commenti/blogger, anche leggendo il commento di Kisciotte, che personalmente non rientra nella mia forma mentis la regola da lui "simpaticamente" definita "
      "calciquette" ...semplicemente perché evidentemente il blogger o viceversa io tendiamo a non frequentarci piu' se abbiamo una certa ostilità a prescindere ... invece non capisco come mai a margine inferiore del mio primo commento compaia la parola Italia ...boh!

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  5. Ciao Morena, non avevo ancora letto la blogtiquette, ne approfitterò al più presto, ora che me ne hai ricordata l'esistenza. Mentre ti scrivo però ancora non l'ho letta.
    Mi escono un poco i canini ostili di fronte a ogni codificazione di comportamento. Ti faccio un esempio d'altro settore: nel calcio accadde una volta che, se non erro i giocatori della Fiorentina, decisero a fine partita di fermarsi a dare la mano, a uno a uno, agli avversari. Bene, un gesto spontaneo (che se è dovuto non ha più ragion d'essere) la FIGC pensò bene di renderlo obbligatorio. Così oggi assistiamo a scene di gente che si sputa in faccia fino a cinque minuti prima e poi, dopo il fischio finale, si danno ipocrite strette di mano, come da regolamento di Calciquette.

    Già tempo fa mi sono basato su buon senso, educazione, ma soprattutto su ciò che penso io in base a come sono fatto io, per redigere due paginette permanenti sotto il titolo del mio blog: Contenuti e Commenti (quindi i miei contributi alla faccenda li trovi lì).
    L'esigenza nacque per riunire in una specie di FAQ list alla quale rimandare eventuali lettori, tutte le questioni occorsemi e in divenire in merito a: commenti anonimi, maleducazione, pretesa di risposta, ecc.
    Ti butto lì un'idea: potresti riunire queste tue utili esternazioni in una paginetta in home page, di modo che i tuoi lettori, anche in futuro, possano leggere la sensibilità relativa della "padrona di casa".

    Non sto a commentare quanto dici per il fatto che concordo (tranne forse la forte aspettativa di ricevere risposta, ma è un elemento marginale rispetto a punti ben più centrali che mi trovano d'accordo). Ma anche se fossi stato in totale disaccordo, ciò che conta è che ognuno metta in chiaro come vuole che ci si comporti in casa propria.

    Finisco confermandoti che... un attimo solo... uaaaaiooooh!!!!! sì, sono molto sensibile (mi sono dato una martellata sul dito per verifica), sono di carne e ossa, ho pure un ronzino, sensibile pure lui. A presto (vado a fasciare la mia sensibilità ferita).

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  6. @ K.

    Kisciotte caro, tu sai bene quale valore io attribuisca alla libertà ed all' autonomia di pensiero: ne abbiamo talvolta sfiorato l' argomento qui e nel tuo stesso blog. Se non fosse inopportuno farlo pubblicamente, poi, potrei raccontarti come e quanto, nella mia vita reale, sostenere tali principi d' indole mi sia, di fatto, costato.
    Esiste però una certa differenza, a mio avviso, tra la necessità di rispetto di regole (comunemente concordate)strumentali al civile e corretto scambio dialettico in una piazza potenzialmente pubblica e l' esercizio della libertà di critica, opinione, pensiero, che rimangono -secondo il mio intendimento- assolutamente indiscussi ed inalienabili. Ritorniamo all' evocazione della Weil di obbligo/diritto. La blogtiquette caldeggia la cortesia dei modi.

    Quanto ai commenti, invece, temo d' essermi spiegata male: né in rete, né in mare aperto, nutro aspettative di alcun genere. Molto semplicemente, mi piace chi usa fare in un certo modo e molto meno chi fa, invece, in un altro: non avanzo alcun tipo di pretesa, ma il silenzio può avere mille interpretazioni, soprattutto a questi livelli di conoscenza. Ora, non sia mai che io mi ritrovi inconsapevolmente inopportuna o sgradita...
    Come ho scritto, invece, per quel che riguarda i miei metodi e data la mia propensione al rapporto dialogico, rispondo sempre. Tutto qui.
    Ho letto, già da tempo, la tua FAQ.
    La metafora tratta dal mondo calcistico è chiara, ed anzi mi suggerisce l'idea di aggiungere alla preesistente blogtiquette un articolo che reciti all' incirca così: "Non è il caso di incorrere in ipocrisie".
    Ciao, Cavaliere. Una strofinata sul muso al nobile ronzino.

    @ S.

    Io pure tralascio di acutizzare eventuali attriti: detesto le sterili polemiche.
    Oscuro anche per me quell' "Italia" in calce al tuo commento, il quale, per inciso, era inizialmente finito nella cartella spam.

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    1. @Morena
      Grazie della solita attenzione.
      Faccio una precisazione e una aggiunta.
      La mia "insofferenza" a certe regole di "galateo sovrano" è proprio dovuta al fatto che reputo talmente fondamentali educazione, misura e cortesia nel relazionarsi, da non volerle nemmeno avvilire e costringere nel recinto di un regolamento da seguire, cristallizzato. Dovrebbero essere spontanea manifestazione d'intelligenza e sensibilità. Anche perché se manca quella, chi applica pedissequamente l'etichetta diventa un cicisbeo del bon ton. Insomma, anche non fosse stata mai stilata una blogtiquette, sono certo che qua nella tua Galassia non troverei comunque una briciola di volgarità.
      Diciamo che è una mia cavillosità cervellotica. :)

      Aggiungo una riflessione su un punto sul quale, dal lato mio, sono d'accordo con te, ovvero l'antipatia per il filtro di moderazione, che infatti non applico. Però mi capita di commentare su blog che lo utilizzano. Un poco mi indispettisce, però cerco di mettermi nei panni dell'altro, blogger del quale non conosco i trascorsi; e mi dico che forse si trova costretto a utilizzare suo malgrado il filtro a causa di possibili cattive esperienze da parte di qualche commentatore, ecc.. Come dire... l'importante a mio parere sarebbe sempre esporre per iscritto sul proprio blog il galateo che a ognuno calza meglio, magari motivando le scelte. Anche in divenire. E stando attenti al rischio che qualcuno faccia "copia incolla" acritici da wikipedia.

      Anche per questo diffido un poco della blogtiquette istituzionale, perché, come nell'esempio che citi, si rischia una deriva formale verso il politicamente corretto, senza usare le cosiddette parolacce.
      Sul mio blog se affiancherò la parola "puttaniere" al nome "Silvio Berlusconi" o "delinquente" a "Luigi Lusi" non darò prova di mancanza di blogtiquette, bensì di rispetto del significato delle parole. Che vanno usate per descrivere fatti e accadimenti.

      Le parole non abbruttiscono mai l'uomo. Sono gli uomini, con i propri comportamenti, a calunniare se stessi.

      Il ronzino ringrazia in quanto adora le strofinate sul muso.
      Io ringrazio per la puntuale eleganza di sostanza delle tue risposte.
      Un saluto affettuoso; alla prossima ciacolata. ;o)

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