venerdì 19 agosto 2011

Anatema 4 - gli insultanti, i banali, gli umorali, i risentiti, i maleducati, i vili, gli infantili, gli accozzagliatori, i piaggi

Capaci di mutar opinione in modo straordinariamente rapido, oggi ti 'amano' - e te lo scrivono e te lo dicono-, e domani ti detestano e ti evitano come la peste -senza osare però dirti nulla: sono spesso anche vili-, fino ad incorrere nella maleducazione più cafona: sono gli umorali ed i risentiti, quelli che ti sognavano in un modo -un modo perfettamente  aderente al loro stesso modo d' essere- perché ciò che loro abbisognava non era che l' ennesimo specchio di Narciso. In realtà costoro -anche quando si spacciano, neppure tanto velatamente, se non addirittura spudoratamente, per anime nobili- s' industriano solo ed esclusivamente a cercare nuovi pretesti per replicare sé stessi o nutrire il loro amor proprio, ma, consapevoli che ciò ha una certa connotazione un po' sordida ed ambendo invece alla spocchiosa aura di 'nobiltà sentimentale o intellettuale', non lo confesserebbero mai -e neppure sotto tortura- a sè stessi.
Non è necessariamente in campo sentimentale che gli umorali/risentiti rivelano la loro natura: essi esercitano la loro indole in ogni campo dei rapporti infraumani e comunque sia sociali, né vale una discriminazione di genere, o d' età. I narcisisti stanno dimostrando una propagazione simile a quelle virali resistenti.
Generalmente hanno scarsissimo senso critico, come sempre accade a chi caracolla su idee un po' fragili, o mutuate, o estetizzanti -spesso pesantemente moralistiche-, perché la critica presuppone apertura e loro, invece, meschini, si sono blindati inesorabilmente in un universo che si esaurisce tutto nel ragliante pronome "io".
Bene: non li riconosco immediatamente, ma, fatalmente, li riconoscerò. Dopodiché avranno la mia completa indifferenza e continueranno a godere dei tributi infantili della loro platea, che in genere è molto nutrita e propensa alla piaggeria.

Scagliare l' anatema contro gli insultanti è fin troppo facile.
Li abbiamo attualmente al governo e l' insulto è l' indice dell' infimo livello della politica del Paese da sempre.
Dal "boia chi molla" di mussoliniana memoria, l' andamento dell' insulto ha assunto progressivamente  nuove e più colorite forme, dentro e fuori il Parlamento, nelle platee mediatiche, per la strada, sui palchi elettorali, nei giornali.
L' insulto è sempre l' ultima spiaggia della comunicazione, ne sancisce il completo fallimento, indica una reazione rabbiosa istintuale e svela gli aspetti più ferini e triviali dell' animo umano. E' una forma di uccisione simbolica dell' altro, la risposta delle 'vie basse' del cervello umano alla frustrazione ed al risentimento, in grado di fornire un estemporaneo sollievo, ma totalmente inefficace nella dialettica delle parti.
Beh, ... la 'dialettica': è un concetto talmente lontano dalla politica nazionale da essere considerato termine desueto.
Eppure, una politica seria è, innanzitutto, dialettica.

Come ogni altro rapporto tra umani.
Sarà per questo che trovo il web molto spesso frustrante. Nella maggior parte dei blog il webmaster ha un ingombrante ego da gestire, talmente grande da far sfumare il senso recondito dello scrivere e pubblicizzare opinioni e pensieri.
Quando egli diventa un 'accozzagliatore' generico di altri sistemi nervosi con il fine di fidelizzare i suoi lettori a prescindere dalle loro nature e gode dell' incremento del numero, dovrebbe ricordare che la quantità spesso avversa la qualità e l' ansia del compiacimento abbassa il valore in assoluto dei contenuti.

D' altronde, l' aula in cui insegnava Shopenhauer era desolatamente vuota e davanti a quella di Hegel gli studentelli facevano la fila.

"Non posso certo sottrarmi in alcun modo ai difetti e alle debolezze inerenti per necessità alla mia natura come a ciascun'altra: ma non li accrescerò con indegni compromessi."




2 commenti:

  1. E degli anatemizzanti cosa mi dici? In fondo, anche il bisogno di anatemizzare è antidialettico. In fondo corrisponde alla tua sopravvalutazione di Schopenhauer, che di risentimento ne aveva moltissimo e si scagliava contro questi e quelli, e alla tua sottovalutazione di Hegel, sommo pensatore della dialettica.

    Fabio

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  2. "Anatema" è un termine volutamente eccessivo, naturalmente, ed è proprio l' esagerazione palese che ne stempera la pesantezza. In realtà sono osservazioni sulla psicologia collettiva, sui rapporti infraumani, sui meccanismi della comunicazione.
    La mia 'simpatia' per Shopenhauer, però, qui si limita all' afflizione che mi deriva dalla rappresentazione dell' aula deserta mentre quella del filosofo in auge non riusciva a contenere tutto il pubblico che aspirava ad entrarvi: trovo infatti a-dialettica la scelta di non ascoltare un tizio che espone riflessioni, pur se queste parteggiano per una 'dialettica eristica'. Un pizzico di risentimento riesco umanamente a comprenderlo, se non a scusarlo.
    Non sono anti-hegeliana: "pecco" parecchio anch' io di idealismo. E poi, Lui piaceva anche a Marx... :-)

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