mercoledì 11 maggio 2011

Il mistero di Caino

" [...]
Caino: Ahimé! mi sembra di essere nulla.*

Lucifero: E dovrebbe essere la somma umana della conoscenza, conoscere la nullità della natura mortale; trasmetti questa sapienza ai tuoi figli, e risparmierà loro molti tormenti.

Caino: Spirito altero! Tu parli con orgoglio; ma, per quanto orgoglioso, hai un superiore
.
Lucifero: No! Per il Cielo che Egli sostiene, e per l' abisso, e l' immensità dei mondi e della vita, che io reggo con lui. No! Ho un vincitore, è vero, ma non un superiore. Omaggio riceve da tutto il creato -ma non da me-; io lo combatto, così come l' ho combattuto nel più alto dei cieli. Per l' eternità e gli abissi incommensurabili dell' Ade, e i reami, e i reami interminati dello spazio, e l' infinità delle epoche senza fine, tutto, tutto contesterò! E mondo dopo mondo, e astro dopo astro, e universo dopo universo tremerà sulla bilancia , finché il grande conflitto cesserà, se mai cesserà, cosa che non avverrà, finché io o lui non sia estinto! E cosa potrà spegnere la nostra immortalità, o odio reciproco e irrevocabile? Egli come conquistatore il conquistato chiamerà 'male'; ma quale sarà il 'bene' da lui donato? Fossi io il vincitore, le 'sue' opere sarebbero stimate come le sole malvagie. E voi, nuovi mortali appena nati, quali sono stati i suoi doni nel vostro piccolo mondo?

Caino: Pochi; e alcuni di essi soltanto amari.

Lucifero: Torna con me, allora, alla tua terra, e prova ciò che resta a te e ai tuoi dei suoi doni celestiali.
Il male e il bene sono tali nella loro essenza, e non resi buoni o cattivi dal donatore; ma se vi dà il bene  chiamalo consenguentemente; se male scaturisce da 'lui' non nominatelo come 'mio', finché non conoscete meglio la sua fonte vera; e non giudicate dalle parole, sebbene di spiriti, ma dai fatti della vostra esistenza, così come deve essere.
Un 'buon' dono è stato fatto dal pomo fatale -la vostra ragione-; che non sia ribaltata da tiranniche minacce atte a forzarvi alla fede contro ogni percetto esterno e sentimento interno: pensate e resistete, e date forma a un mondo interiore nel vostro petto -là dove l' esterno fallisce; così sarete più vicini alla natura spirituale e guerreggerete trionfando sulla vostra."

(George Byron, da Cain, A Mystery, ATTO II, SCENA II L' Ade. Entrano Lucifero e Caino)

* Caino ha un grande orgoglio e di buon grado avrebbe gradito dal demonio promesse di regni e potere. Ma Lucifero ha il compito di fargli comprendere l' inadeguatezza della sua stessa alta immagine di sé e di deprimerlo mostrandogli le cose infinite -che stanno laggiù, nell' Ade- sottolineando così la sua caducità mortale. Ecco che Caino compirà la catastrofe uccidendo Abele: per intima stizza verso l' inadeguatezza del suo stato rispetto all' idea che aveva di sé stesso, non per banale e spregevole invidia.

Così come il Leopardi, nel suo A se stesso: "Al genere nostro il fato/ non donò che il morire. Ormai disprezza/ te, la natura, il brutto/ poter, che, ascoso, a comun danno impera, / e l' infinita vanità del tutto", anche gli eroi romantici di Byron traggono il loro riscatto dal destino in un sovrumano coraggio solitario che è nel contempo accettazione della realtà naturale ed intuizione del proprio stesso sconfinato spirito.

Il Cain di Byron mi piace, perché egli è un superbo ribelle, ed io, i ribelli, li amo tutti. Sono indispensabili all' umanità, alla Poesia, all' Arte, all' informazione; spesso sono gli anti-eroi della politica e gli unici vedenti in un mondo avvolto dalle cortine delle grandi menzogne.

...anche i blogger, un pochettino, ciascuno a proprio modo, lo sono... Sì, un po' cainisti lo siamo anche noi...





2 commenti:

  1. Dalla ribellione del figlio al padre a tutte le altri ribellioni. Senza ribellioni cosa sarebbe la storia umana? Ciao.

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  2. Sarebbe la storia di un gregge per sacrifici agli dèi...

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