martedì 8 marzo 2011

8 marzo: tutto da rifare, povere donne...

L' 8 marzo è una data storica, che saremmo tenuti tutti a conoscere, prima di avanzare qualsiasi approccio di tipo "umorale" oppure ideologico alla relativa celebrazione.

Intanto, la Lega e gli Industriali esultino: nonostante la pregnanza dei fatti che l' hanno originata, sacrificio umano compreso, oggi è un normale giorno lavorativo (per chi, meno sfortunato di altri, un lavoro ce l' ha), le produzioni non si fermano ed anzi vivaisti, ristoratori, tenutari di discoteche con spogliarellisti-macho e similari, registrano un positivo trend ascendente di guadagni, almeno per oggi.

Inoltre, abbiamo oggi la piacevolezza di leggere o sentire fior fiore di declamazioni provenienti da "autorevoli" esponenti del genere.

Così la ministra Carfagna per le Pari Opportunità, ci invita a festeggiare questo giorno con l' orgoglio di chi può ben dimostrare che le donne possono arrivare a rivestire importanti ruoli anche in politica, così come lei e le altre colleghe parlamentari indefettibilmente dimostrano.
Ella è la riprova vivente che uscire dai calendari unti o patinati affissi nelle cabine di guida dei Tir, o doversi ridicolizzare semi-nude nel piccolo schermo per la gioia di maschi voyeuristi frustrati, non è più un triste destino inesorabile per il sacrosanto diritto alla sopravvivenza. Si può, si può! Guardate lei, la Minetti, e ancora, ancora, ancora...
Non so, ditemi scettica, sospettosa, acida, nichilista, malfidente, ma la stessa dichiarazione (per quanto, in assoluto, un po' vana e distante anni luce dalla realtà) acquista sfumatura diversa se detta, -poniamo- da una Rosy Bindi oppure invece -sempre poniamo- dalla Carfagna.

Insomma, questione di ... sensibilità, di intuito...
Principio indispensabile di una politica seria è la non-contraddizione, che garantisce così la credibilità. Un esponente politico, a prescindere dal suo genere, deve meritare la crediblità, cioè non entrare in perenne contraddizione.

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Lo stesso principio sopra evocato, poi, deve essere riconosciuto in ogni ambito e luogo sociale e pubblico (e per quel che riguarda me -ma non è così interessante- anche nel privato) ed allora, per ritornare alla questione femminile, mi scappa una divagazione, che scaturisce dal ricordo di una riflessione di Dacia Maraini letta in un suo libro anni orsono. E' la testimonianza di una situazione non proprio infrequente, in un' aula universitaria, in cui la docente, indiscutibilmente adeguata per l' insegnamento perché preparata, svolge la sua lezione -interessantissima e stimolante-, indossando un abito molto corto che ovviamente esibisce le sue gambe. Alla fine, giacché il linguaggio del corpo è soverchiante rispetto a qualsiasi altro, gli studenti difficilmente ricorderanno la lezione. Questo non significa che la docente non abbia il sacrosanto diritto di indossare quel che le pare (ci mancherebbe), ma, piuttosto, che ogni nostra azione, se vuole essere credibile ed efficace, soggiace necessariamente alla legge di non-contraddizione, sempre e nostro malgrado.

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Tra la narrazione e la sfacciata propaganda, poi, ci si infila la realtà dei dati ISTAT, che testimoniano la drammaticità della situazione del lavoro femminile, in particolar modo al Sud, grazie ai progressivi tagli ai servizi ed al Welfare ed alla mancanza più assoluta di una politica del lavoro attenta alle problematiche specificamente femminili.

Questo è il più squallido degli 8 marzo di cui io abbia memoria, il più strumentalizzato di tutti, il più vergognoso.
E' l' 8 marzo in cui si osserva, oltre all' ormai noto scollamento tra la politica ed il Paese reale (ancora "giustizia" e processi del premier...), la guerra fra donne: quelle del PDL, compattissime, contro tutte le altre.
Sapete?
La "parità", ora, è davvero raggiunta: arrivate (non importa come) al potere, stiamo diventando stronze come i peggiori degli uomini...


4 commenti:

  1. non ne farei una questione di genere, ma di persone, come ho scritto nel mio blog. Poi anche a noi succede di identificarci talvolta nella categoria "sono un maschio, sono una donna". Mi piacciono certe persone. Però sessualmente sono attratto da certe donne. Non basta il corpo. Non è sufficiente. Deve essere indossato da un'anima discreta, silenziosa e profonda... Così come l'intendo io. Credo siano modelli culturali anche questi. Forse ci sta la madre che ti ha allevato in questo modello... C'è chi si fa condizionare dai modelli della tivù e vende l'anima comprandosi una giovinezza impossibile. Faccia pure. Io non ci sto!

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  2. Non sarà più "questione di genere", caro Guss, in un auspicabile futuro mondo migliore (per dirla in un modo un po' sbrigativamente banale). Per ora,la questione di genere, oggettivamente, esiste. Parlo della realtà sociale; pensa, ad esempio, al mondo del lavoro. Quanto alla politica di palazzo, queste ministre mi ricordano le Vestali di una demoniaca raccappricciante divinità maschile...

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  3. mia cara, sapessi che piacere mi hai fatto a scrivermi, in questi giorni ho la febbre e allora il riposo forzato mi porta a pensare e ripensare alle cose che mi hai scritto...
    tornando al tuo post, è vero che le donne sanno essere peggiori degli uomini in fatto di cattiverie...è sempre un atto di debolezza reagire a sproposito.
    ti auguro una serena giornata
    a presto!
    c.

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  4. Grazie, Carla. Ti auguro una veloce guarigione e ti invio un abbraccio.

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