martedì 25 gennaio 2011

La partenogenesi del delirio politico e i desideri perduti.

Il linguaggio sarà, molto probabilmente, uno dei fattori implicitamente responsabili dell' estinzione della nostra specie.

Nel frattempo, in tutt' altro che virginale attesa (ché di virginale -eticamente parlando- non c' è rimasto più nulla), ne osserviamo un suo primo effetto sul suolo italico: l' estinzione della politica.
Ma la politica, pur nella forma e nei modi con i quali viene esercitata nelle democrazie a noi note, così come in una qualsiasi società organizzata, è indispensabile, perché il sogno anarchico, nella sua più ampia accezione, non può essere condiviso e compreso che da pochi, eletti, cervelli sopraffini ed inverosimilmente limpidi, propri di individui intellettualmente incorrotti, dignitosi, capaci di una purezza ideale e di una coerenza formale che ormai oggi paiono sovraumani.

Ciò cui siamo costretti ad assistere quotidianamente sui  palcoscenici pubblici dei media, non è che la rappresentazione più miserabile del delirio e del disorientamento nazionale, le cui conseguenze andranno ben oltre il tramonto e l' eventuale sostituzione di questo o quel protagonista.
Noi Italiani siamo ammalati gravemente nella coscienza, e non da quindici anni a questa parte, ma bensì dai nostri esordi, ben più antichi, come patrioti.
Patrioti: termine desueto. Bellissimo. Perduto.

Non è vero che è stato lui: egli è soltanto l' interprete messianico della decadenza.
Vogliamo forse concludere che i cervelli tutti d' Italia abbiano subito una lobotomia generalizzata sì da impedire al pur corposo stuolo di dissidenti di maturare una reazione, una controffensiva, una reazione vera, propositiva, programmatica, sostanziale?

Siamo al limite dell' atarassia: non abbiamo più desideri.
Noi non sappiamo più come sognare un' altra Italia. Non siamo più capaci di definire nel dettaglio le nostre speranze. Abbiamo dimenticato quali siano gli elementi imprescindibili del Paese civile.
La nostra generazione non ha soltanto perso: il suo cadavere subisce quotidiano vilipendio morale.
Ci limitiamo all' indignazione logorroica.

"Liberté Egalité Fraternité ou la mort"


(Dedicato ai nostalgici del sogno, come me:)




3 commenti:

  1. bellissima questa canzone e la sua interpretazione. Mi ha emozionato e fatto ritornare alla fine degli anni sessanta quando l'accompagnavo nel gruppo dove suonavo. Bellissima. Io ho messo in you tube qualcosa che ho suonato, ma come si fa a metterlo sul sito?
    Non riesco ad inserire neanche foto e ad avere un layout come il tuo. Sarò imbra nato?

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  2. Allora: i video Youtube li inserisci direttamente in "nuovo post". Apri la videata come se dovessi scrivere un testo, vai in Youtube e richiami il tuo video, clicchi su "codice da incorporare" selezionandolo e copiandolo, quindi torni a "nuovo post" nel tuo blog, e incolli. Facendo "anteprima" vedrai come apparirà.
    Per le foto: se desideri caricare immagini dal web dovrai clickare nel post del tuo blog "inserisci immagine",poi, in internet, con il tasto dx del mouse selezionare "proprietà" dell' immagine scelta, indi "URL". L'URL sarà il percorso che dovrai COPIARE e, ritornato al tuo post, INCOLLARE nell' apposita maschera di dialogo precedentemente apertasi.
    Per le foto da inserire, invece, dal tuo computer (quelle personali), dovrai prima procedere al loro caricamento in PiCasa Album (vedi nel tuo account personale Google)per far sì che venga loro attribuito un URL.
    Per la scelta del layout, vai nella funzione Design delle impostazioni del tuo blog.
    Spero di averti aiutato. :-)
    Ciao. Morena

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  3. La risposta la vedo solo oggi. Grazie, veramente, per le spiegazioni. Sei proprio brava. E' che io ho un odio/amore verso la tecnologia, e non solo. Sarà una metafora della mia esistenza? Oggi ho scritto una poesia in memoria di Ferretto. Erminio. Ti racconterò il motivo. Ieri mi hanno proposto di intervenire il 13 in campo Santa Margherita e leggere qualcosa. Ci andrò e penso di leggere qualcosa da Essere Maschi, tra potere e lobertà di Stefano Ciccone. Lui è presidente dell'Associazione e Rete Nazionale Maschile Plurale che riunisce gruppi di uomini interessati a pensare sulla propria identità e sui modelli maschili

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