lunedì 13 dicembre 2010

L' odore (della malafede)

Avremmo  avuto bisogno delle 4000 sfaccettature degli occhi composti della mosca adulta, per evitare tutti gli eventuali errori della nostra vita.
Sono ormai certa che senza tutte quelle frazioni di prospettiva visiva non si possa assolutamente affermare di vedere davvero e completamente né le persone con le quali  si intrattiene un  rapporto -generico od anche personale ed intimo-, né, tantomeno, interpretare un fenomeno.

Di conseguenza, la maggioranza degli umani è praticamente insuperabile nell' arte del camaleontismo, dell' adattamento, del revisionismo, che potrebbe essere buono, cattivo, o semplicemente necessario alla sopravvivenza.
Ciò ci rende assolutamente inaffidabili, anche nel senso che non sempre la malafede è menzogna, ma, molto spesso, è fede, soprattutto quando l' adesione del nostro essere ad un determinato oggetto presuppone una forma di credenza -laddove per credenza si intenda la nostra intuizione dello stesso, da esercitarsi in mancanza di una evidenza certa, come potrebbe darsi nel caso di un sentimento od altra cosa non tangibile-.

"La decisione di essere in malafede non osa dichiararsi, si crede e non si crede in malafede, si crede e non si crede in buonafede. Ed è essa che, dal momento della nascita della malafede decide di tutta la condotta ulteriore e, per così dire, della Weltanschauung della malafede. Perché la malafede non conserva le norme e i criteri di verità, che sono accettaqti dal pensiero critico in buonafede. Infatti essa decide anzitutto della natura della verità. Con la malafede appare una verità, un metodo di pensare, un tipo di essere degli oggetti; e questo mondo di malafede, da cui il soggetto si trova circondato, ha per caratteristica ontologica che l' essere in esso è ciò che non è e non è ciò che è. Conseguentemente appare un tipo di evidenza singolare, l' evidenza 'non persuasiva'.
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Così la malafede fin dal suo piano originario, dal suo sorgere, decide dell' esatta natura delle sue esigenze, si delinea intera nella risoluzione che prende di 'non chiedere troppo', di considerarsi soddisfatta quando sarà poco persuasa, di forzare con decisione la propria adesione alla verità incerta.
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Ci si mette in malafede come quando ci si addormenta, e si è in malafede come si sogna."
(Jean Paul Sartre - L' Essere e il Nulla)

Questa sorte potrebbe estendersi all' intera nostra esistenza e potrebbe essere molto difficile uscire dal sogno.
Potremmo, un giorno, svegliarci dopo una notte di intenso lavorìo onirico subcosciente, ed intuirci diversi.

Com' è successo a Mister G.




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