sabato 13 novembre 2010

Simone Weil - Quaderni (II)


"Nel bello -per esempio il mare, il cielo- c' è qualcosa di irriducibile. Come nel dolore fisico. Lo stesso irriducibile.
Impenetrabile per l' intelligenza.
Esistenza di cosa altra da me.
Affinità del bello e del dolore.

Lo spirito non è forzato a credere all' esistenza di niente. (Soggettivismo, idealismo, assoluto, solipsismo, scetticismo. Si vedano le Upanisad, i taoisti e Platone, che usano tutti quest' attitudine filosofica a titolo di purificazione).
Per questo la gioia pura e il sentimento di realtà sono identici.
Tutto ciò che è colto con le facoltà naturali è ipotetico.
Solo l' amore soprannaturale afferma.
In tal modo noi siamo co-creatori.
Noi partecipiamo alla creazione del mondo decreando noi stessi."

(Quaderni -vol.II- pagg.262-263)

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