lunedì 1 novembre 2010

Etica, quest' eterna fuggiasca ( le donne e la prostituzione di Stato)



Fernando Botero- Casa di Marta Pintuco (2001)
Ci risiamo: la lista continua. Mancava solo la ladra minorenne.
Duro fatica a mantenermi controllata, lo confesso, e chiedo scusa per un simile escursus personale, così poco interessante. Davvero, però, non se ne può più. Provo vergogna d' essere italiana, e vivo questo sentimento come un' ingiustizia intollerabile: essere sottoposti al pubblico ludibrio presso il resto del mondo a causa delle imperdonabili gaffe e delle scellerate e pericolose cadute di eticità del Presidente del Consiglio non ci era ancora capitato, nella nostra recente storia.
Quello che stanno sopportando i cittadini  dalla politica del loro Paese ha assunto ormai connotazioni grottesche.
Ciò che sta accadendo al costume, al comune sentire, all' identità nazionale è gravissimo. Metabolizzarlo sarebbe imperdonabile e criminale nei confronti delle future generazioni, eppure gli Italiani hanno dimostrato storicamente d'avere uno stomaco di ferro, di saper digerire qualsiasi cosa.

Ma, attenzione, ATTENZIONE, è colpa nostra.
Noi siamo la società, noi.  E' questo l' elemento sconvolgente, non tanto il comportamento patetico di un vecchio "signorotto brianzolo" terrorizzato dall' andropausa.
In un' intervista trasmessa da La7, domenica 31 ottobre, la sciacciante maggioranza dei fedeli all' uscita dalla messa ha dichiarato di non considerare gravi, o di non credere vere, o di ritenerle frutto di una cospirazione, le ultime vicende con l' extra-comunitaria marocchina che hanno coinvolto il premier. Un signore dall' aria abbiente e rubiconda, ha risposto, con una grassa e sonora risata, all' intervistatore che gli chiedeva se non si sentisse a disagio, come cattolico, nell' udire l' ennesima storia lubrica coinvolgente Berlusconi : "... ma sta scherzando? Noi abbiamo la confessione!". Raramente ho udito un' interpretazione della fede più disinvolta e pesantemente volgare di questa.

Dante non poteva immaginare che il suo "Ahi, serva Italia di dolore ostello, ... , non donne di provincie, ma bordello!" sarebbe stato in un giorno a venire  preso alla lettera.

Con grande convinzione voglio sottolinearlo: noi italiani meritiamo molto del sottile disprezzo che andiamo raccogliendo tra gli altri paesi civili d' Europa: le nostre contraddizioni interne, d' altronde, risultano inspiegabili finanche a noi stessi.

A me importa poco d' attaccare il vertice di questa singolare cloaca piramidale rappresentata dalla nostra classe politica: ci pensano già, da tre lustri -senza aver fatto altro-, la sedicente opposizione (..."Uè, ragazzi, ma vi rendete conto? ... ma stiamo scherzando? ..." . Ci rendiamo conto sì, ahinoi..., altroché se ci rendiamo conto...) e la stampa simpatizzante di sinistra.
Sul fenomeno del berlusconismo, le ragioni della sua nascita ed attecchimento nello strato sociale, la seduzione di una narrazione mendace ma molto scaltra, e tutto ciò che ne è seguito, non serve aggiungere altro: chi ne ha consapevolezza precisa non abbisogna di ulteriori prove e chi non ha ancora "capito" è, semplicemene, in palese malafede o pesante contraddizione. La consapevolezza, il senso di responsabilità, sono beni che non si possono trasmettere: risiedono nelle singole coscienze dei cittadini e, come l' anima, non possono essere insufflati: ci sono, oppure non ci saranno mai.

Sopra ogni cosa, dalla più alta delle prospettive, ciò che si può contemplare è un Paese a-tipico rispetto ai range di democrazia europea, estesamente ignorante nella più larga accezione del termine possibile, e pesantemente deprivato di qualsiasi etica civile e sociale.

Ma, ripeto, io non voglio affatto sottolineare ciò che è lapalissiano.

Io voglio parlare alle donne e delle donne. Le donne della politica e quelle che si infilano nei letti dei politici.
Le donne del capo. Imperdonabili. Insopportabili. Meretrici. Ingorde ed accecate di vanità.
Come possa un essere umano di genere femminile scegliere scientemente di rendere il proprio corpo merce mi è sempre risultato impossibile da giustificare e comprendere: io avrei piuttosto preferito la morte.
Speravo, ingenuamente,  qualcosa di più. Dalle donne avrei preteso di più. Che sciocca. Ci avevo creduto, fin da adolescente, sfilando in piazza, nei cortei multicolore e gioiosi. Radiosi. I cortei da cui si sollevavano voci sottili e cristalline, incredibilmente appassionate. Quale orgoglio! Quale forza! Ennesima utopia.

Noi, allora, abbiamo contribuito a conquistare il riconoscimento di fondamentali e sacrosanti diritti.
Ora, queste squinzie, si godono i diritti  da noi ed anche per esse acquisiti ed intanto contribuiscono ad affossare la dignità femminile.
Io le invito alla vergogna, e subito dopo allo studio intenso, che sani la loro colpevole ed abissale ignoranza, ed il loro smisurato e miserabile egoismo.


Fernabdo Botero - Donna che legge (2002)




2 commenti:

  1. mia cara Morena, hai dimenticato il potere incontrollabile dei soldi, arriva a intaccare i sentimenti più puri...non per niente i grandi saggi consigliano di mantenere un distacco dai beni materiali per poter far luce sui beni spirituali.
    è proprio l'individuo, che fa la differenza.
    carla

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  2. Cara Carla,
    non c'è gioco di Potere che escluda il denaro tanto che, io penso, essi vivono di un tale strettissimo connubio -e dirla "simbiosi" non è esagerazione-, da autorizzare l' utilizzo indifferenziato di questo o di quello senza incorrere nel rischio di creare confusione o inesattezza: sono omologhi, nel mondo moderno, nel senso che il denaro conduce al Potere e viceversa, in un interscambio indissolubile.
    Il denaro è in assoluto il vero responsabile della decadenza dell' Umanità e, giacché fin dalla nascita della filosofia stessa la ricchezza materiale ha evidenziato la sua incompatibilità con quella spirituale, il più antico.
    Siamo perfettamente in sintonia, pertanto, mia cara, in questa analisi.
    E' anche la ragione per cui ho affermato, dal nostro amico Elio, di riporre speranza e quel che resta di una seppur fievole fiducia in un mondo migliore, nell' individuo che sappia sottrarsi alla seduzione della massa, della casta, dell' appartenenza ad un sistema organizzato che miri al Potere, alla supremazia, alla forza, per mantenere -nel rispetto delle altrui individuali libertà- il diritto alla sua integrità etica e di pensiero.
    Per far questo dovrà saper anche rinunciare, ove occorra, alle leccornie del mondo.
    Per quanto mi riguarda, Carla, posso assicurarti che, anche e soprattutto all' atto pratico, nulla mi risulta meno attraente della rincorsa all' accumulo di denaro, ed esso -di conseguenza- si tiene accuratamente da me distante... :-)
    Ciao, a presto.
    Morena

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